Ustina Dubitsky debutta a Cagliari e dirige, il 22-23 novembre, Bruckner, Brahms e il Cantico delle Creature, nuova composizione di Claudio Dall’Albero in prima esecuzione assoluta
Venerdì 22 novembre alle 20.30 (turno A) e sabato 23 novembre alle 19 (turno B) è in programma il terzo appuntamento della Stagione concertistica 2024-2025 del Teatro Lirico di Cagliari che prevede l’importante debutto sul podio, alla guida di Orchestra e Coro del Teatro Lirico, per Ustina Dubitsky, bacchetta tedesca, ma di origine ucraina, artista poliedrica con un magnetismo e una forza davvero sorprendenti. Nel ruolo di baritono solista si esibisce Alberto Petricca che ritorna a Cagliari dopo il suo debutto in L’Italiana in Algeri di Rossini (Haly) nello scorso maggio. Il maestro del coro è Giovanni Andreoli.
Il programma musicale prevede: Ouverture in sol minore, WAB 98 di Anton Bruckner; Cantico delle Creature, per baritono, coro e orchestra nuova composizione su commissione del Teatro Lirico di Cagliari in prima esecuzione assoluta di Claudio Dall’Albero; Sinfonia n. 3 in Fa maggiore op. 90 di Johannes Brahms.
Nella prima parte della serata, come consuetudine annuale, appuntamento con una nuova composizione su commissione del Teatro Lirico, in prima esecuzione assoluta. Il Teatro Lirico di Cagliari celebra quest’anno la scrittura della prima poesia in volgare italiano, il Cantico delle Creature di San Francesco d’Assisi, avvenuta nell’autunno-inverno 1224-1225. È stata quindi commissionata a Claudio Dall’Albero, uno dei più famosi compositori di musica sacra del nostro tempo, una nuova composizione musicale sul celeberrimo testo francescano.
Lo stile peculiare del compositore romano affonda le radici in una concezione lata della modalità e delle tradizioni mediterranee. Come ha scritto Carla Di Lena, «gli incontri armonici, ora appaganti, ora più aspri, traggono la loro origine dal movimento delle parti; così da pervenire ad un felice equilibrio tra il colore arcaico della melodia e quello contemporaneo della dissonanza», dissonanze definite «attraenti» da Stephen Pritchard in “The Guardian”.
Il Cantico delle Creature è strutturato in undici sezioni in cui il baritono solista, il coro e l’orchestra interpretano la lode del Santo di Assisi al Creatore. I significati testuali sono spesso esaltati dalla musica, ricorrendo per esempio a descrittivismi sonori, come l’iperbole verso l’acuto sulla parola altissimo o l’ipobole verso il basso per rendere la madre terra. I guizzi delle fiamme vengono interpretati da una melodia nervosamente spigolosa, oppure il vento è introdotto da un assolo del flauto. Sor’aqua viene evocata dalle acciaccature dei legni e dai rapidi arpeggi del clarinetto e delle arpe che introducono l’atmosfera silvana di gocciolii naturali.
Una citazione dai Responsoria di Carlo Gesualdo contribuisce a drammatizzare ulteriormente il testo francescano. Infine, nelle ultime pagine dell’opera, avviene la catarsi nell’Amore divino. Questa è l’unica via possibile per superare le prove estreme a cui è sottoposto l’uomo: il dolore e la morte. Francesco loda il Signore anche per la morte corporale, «da la quale nullu homo vivente pò skappare»; la condanna è significativamente musicata con una fuga.
Forse il viaggio di San Francesco in Palestina nel 1219 per tentare di porre termine alla quinta crociata, ha orientato il compositore a scegliere un impianto modale arabeggiante per la fuga. Un finale solo strumentale, durante il quale si riconoscono alcuni dei temi già ascoltati, termina il Cantico, su un lungo pedale della finalis modale, con agitati interventi dei legni e dei corni.
Lo spettacolo ha una durata complessiva di 1 ora e 30 minuti circa compreso l’intervallo.
Pierluigi Corona
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