Ricordando il tenore Giuseppe Morino

di Giampaolo Piga
Per andare al Conservatorio passavo tutti i giorni davanti a quel cantiere senza fine e non ero certo il solo a pensare che forse quel Teatro non lo avrebbero mai finito di costruire.
Forse a dubitarne non avevo tutti i torti se era dal lontano 1964 che si incomincio’ a pensare di sostituire l’antico distrutto Teatro Civico ma a me di quelle lungaggini poco importava perche’, poverino io, nella mia presunzione senza limiti, aspiravo a calcare ben altri palcoscenici in giro per il mondo.
Il destino pero’ ai miei calcoli e ai miei sogni non ci ha mai badato troppo e oggi lo ringrazio tanto per avermi destato da sogni di scale di Milano e Metropolitan di New York per riservarmi un posto in prima linea nel TEATRO LIRICO DI CAGLIARI.
Quella sera tutto era magico e tutto quanto accadeva sapeva di fatato e irreale perchè Cagliari dopo tanta attesa aveva finalmente il suo Teatro e con “I pescatori di perle” di Bizet, col pubblico cagliaritano, incominciava una avventura che ancora dura e che durerà per sempre.
Da allora non si contano i nomi illustri e altisonanti di musicisti registi scenografi che hanno collaborato per rendere grande e luminoso il Teatro, cosi’ come grande e luminoso lo hanno reso le piu’ belle voci che su quel palco si sono avvicendate.
Quella sera pero’, la tua presenza ne “I pescatori di perle”, ha aggiunto qualcosa che vorrei tornare indietro per riuscire a descriverne le emozioni perchè ancora ho dentro di me il tuo “Mi par d’udir ancor” e oggi che sei venuto a mancare, insieme a quella di Caruso Gigli di Stefano, nel mio cuore aggiungo la tua bellissima Perla. Ciao Giuseppe Morino

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