“Emma”, il docu-film di Viola Ledda approda al Senato

Il 21 Novembre alle ore 11:00 presso il Senato della Repubblica in Roma si terrà la proiezione del documentario “Emma”.

A coordinare l’evento, all’interno degli appuntamenti di sensibilizzazione del mese, sarà la Senatrice Sabrina Licheri promotrice e organizzatrice . Ad aprire la mattinata uno spot degli alunni del Liceo Domenico Alberto Azuni di Sassari, in favore del numero nazionale antiviolenza 1522. Lo spot è stato realizzato all’interno di un laboratorio sul tema a cura della regista Viola Ledda e con la supervisione del Professor Fabio Di Pietro.

Fino a dove può arrivare la passione per la musica? Il suono che guida questo documentario è della fisarmonica di Emma Pucci, donna forte e volitiva, che è andata oltre gli stereotipi del tempo, oltre la violenza, oltre tutto e tutti. Tanghi argentini e la Musette, dita che si muovono da sole lungo i tasti e lungo una vita di novant’anni. Da autodidatta e sempre a testa alta. Senza padroni.

Il progetto

Si tratta di un prodotto audiovisivo che nasce dall’idea di Benito Urgu. Benito ha fortemente voluto documentare questa vita per dare prova che le donne sono capaci di straordinarie cose e che la violenza di genere va combattuta ogni giorno. Emma è un esempio di forza e di resilienza.

Attraverso il suo racconto emozionante ripercorrerà con Benito tutti gli snodi per dare alle nuove generazioni insegnamenti importanti.

La storia

Emma Pucci classe 1934 ama definirsi una “signorina di novant’anni” ed effettivamente conserva intatta la sua bellezza e la sua forza nonostante le tante primavere. Ma Emma non è solo questo. È molto di più. La sua rocambolesca vita che la porta dal suo paesino di Isili a essere la maestra della Scuola Civica di Cagliari da autodidatta di uno strumento notoriamente complesso: la fisarmonica.

Scorrono le dita di Emma lungo quegli anni dove fu boicottata nella sua passione per la musica subendo percosse dapprima dal padre e poi dal marito. Troppo libera e bella per permetterle di essere ciò che era ed è. Così, in quasi un’ora di documentario, ci si trova a rivivere le sue esperienze dove, la fisarmonica, compariva nel suo cammino quasi per caso. E con caparbietà Emma tira su i suoi tre figli, sola, li fa studiare e laureare ma conserva la sua voglia di suonare ancora. Per i suoi 50 anni i figli le fanno un regalo: la sua prima fisarmonica. E da quel giorno Emma non si ferma più e riprende il tempo perduto. Con la sicurezza di chi fa ciò per il quale è nato. Le note dei tanghi argentini e della Musette la porta ad allietare chiunque l’ascolti, incantato dal suo diteggio sicuro e veloce. E sempre casualmente, se il caso esiste, viene notata e diventa docente. Si può riscrivere la propria vita dopo anni di violenze? Emma ne è la prova. In un tempo nel quale non esistevano sportelli d’ascolto o numeri antiviolenza lei ha avuto coraggio e determinazione. Nei minuti di intervista audiovisiva questa donna non hai mai un momento di sconforto. Racconta con lucidità e forza quello che le successe, ringrazia le suore che l’hanno accolta, ringrazia se stessa ed esorta le donne a reagire. Vuole che nessuna si senta mai sola.

 

Regia: Viola Ledda

Da un’idea di: Benito Urgu

Genere: documentario narrativo

Durata: 40 minuti

Colore e Bianco/Nero

Materiali d’archivio e immagini originali

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