di Giampaolo Piga

Odio L’estate. Se la canticchiava come fosse un motivetto dell’ultimo Sanremo, ma quella canzone non poteva passarmi inosservata perche’ da bambino la sentivo spesso a casa mia. Sentire quella canzone di Bruno Martino in piena estate mi ha riportato a quando per andare al Poetto bisognava alzarsi presto per trovare posto sul tram che puntualmente arrivava gia’ stracarico di umanita’ rendendo la giornata di mare un calvario.

Ma ad attirare l’attenzione delle mie orecchie non è stata tanto la melodia di Martino quanto le lacrime di quella ragazza che canticchiava e piangeva per un amore infelice:<<mi diceva amami! Amami! E poi mi ha mandato affanculo!>>…

Certo che, a giudicare da quanto succede tra certi innamorati, la lezione di Frida Kahlo viene proprio presa sottogamba:””Non ti chiederò di fare niente, nemmeno di stare al mio fianco per sempre. Perchè se devo chiedertelo, non lo voglio più”. Da qui poi, a chiedere addirittura di essere amati… Anche Violetta in Traviata supplica tra le lacrime “AmamI Alfredo”, per poi mollarlo come uno scemo, ma quella è davvero un’altra storia da cui forse qualcosina tutti dobbiamo imparare.

E a proposito di Traviata ieri per gli appassionati della Lirica è stato un giorno che non hanno dimenticato perche’ Lirica vuol dire Callas e il 16 settembre del 77 a soli 53 anni il grande soprano è improvvisamente mancato.

Devo dire che aggiungere pensieri sulla Callas lo troverei inutile perche’ nessuno al mondo di lei avrebbe da dire cose ancora non dette, figuriamoci poi se ne ho io che nemmeno l’ho conosciuta. Ho invece avuto la fortuna di conoscere il soprano che oggi voglio ricordare, ripescando un momento importante della mia vita.

Avevo sentito parlare di quella cantante perche’ la sua fama e la sue interpretazioni erano ben note nel mio ambiente, ma non avendola mai vista, non potevo immaginare che quella signora seduta accanto a me potesse essere lei, Elena Nunziata Mauri, un soprano che oggi manderebbe in cassa integrazione la maggior parte dei soprani in circolazione.

Avevo venti anni e cantare con lei in Traviata ha cambiato la mia vita per sempre. In scena durante le prove seguivo ogni sua mossa e non perdevo una espressione del suo volto che cambiava continuamente passando dal sorriso del primo atto alla rabbia del secondo fino alla dolorosa fine del terzo atto.

Cantava come un angelo e impressionava nel ruolo di Violetta perche’ diventava vera e ad ogni recita, giuro, ad ogni recita, dietro le quinte al suo “Amami Alfredo”, nessuno riusciva a trattenere le lacrime e oggi che ho saputo che ha lasciato questa terra, anche io piango come quando cantava “AMAMI ALFREDO!”

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