di Giampaolo Piga

La sinfonia degli addii “Imbroglioni, ridateci i soldi del biglietto!!!”.

Ero bambino e alla Fiera di Cagliari quel giorno ad attrarre la mia attenzione non furono i dischi volanti o lo zucchero filato, ma le urla della gente che minacciosa inveiva contro la biglietteria di un carrozzone che a caratteri cubitali annunciava un numero davvero insolito:La donna con due teste”.

Anche io avrei voluto vedere l’annunciata donna con due teste, ma dall’incazzo dei defraudati avventori, avevo capito che i pochi soldini che avevo era meglio spenderli per la giostra. Scene di disappunto come questa immagino non sia affatto rara, perche’ il soldo facile piace a tutti e a volte per riempirsi le tasche ci si inventa di tutto, come quella volta che dopo uno scalcinato Barbiere di Siviglia, inseguirono l’inadeguato e stonato tenore per riavere i soldi indietro.

Ma in Teatro il pubblico prova sempre sulla propria pelle se i soldi spesi per lo spettacolo valgono la candela ed è facile immaginare cosa accadrebbe se nel bel mezzo di una Aida, ad un certo punto in orchestra, si alzasse e se ne andasse prima l’oboe, poi il corno, poi il contrabbasso e i violoncelli, poi e poi e poi, alla spicciolata, tutti gli altri strumenti per lasciare in buca soltanto i violini… Potrebbe sembrare fantascienza ma questo è quello che capitò realmente nel ‘700 quando dei musicisti stanchi di una lunga permanenza fuori casa, protestarono andandosene via uno dopo l’altro durante il concerto in quella che fu chiamata appunto:”La sinfonia degli addii”.

“Siamo rimasti in pochi”. Tra le punizioni piu’ temibili nell’Inferno di Dante vi è quella dei presuntuosi che tra le fiamme se la devono vedere davvero brutta, ma a quanto pare non per tutti è un sufficiente deterrente e sono pochi ad averne paura, ed io stesso non faccio eccezione se da piccolo mi credevo piu’ bello di Alain Delon. Ebbene si: come la Callas si atteggiava a Audrey Hepburn, io caghetto mi sentivo bello come Alain Delon e facevo di tutto per allisciare i miei riccioli per rassomigliare a Lui perche’ infatti erano solo i capelli che facevano la differenza…mischinu de mei! (Povero me!) Ma io ero solo un bambino con troppa fantasia e forse anche Dante vedendomi cosi’ convinto ci avrebbe riso su e chiuso un occhio e anche l’altro. Non so pero’ se avrebbe fatto lo stesso per quel soprano che alla morte di un grande tenore usci’ su tutti i giornali con:”SIAMO RIMASTI IN POCHI”, forse non rendendosi conto che lei con i Grandi cantanti non c’entrava proprio nulla cosi’ come io con Alain Delon proprio nulla di nulla.

Ora che, spenta la candela hai abbandonato per sempre l’Orchestra, la Sinfonia degli addii continuera’ a suonare senza di te, ma il suono non sara’ piu’ lo stesso perche’ belli come te…

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