26° Dromos Festival : aggiornamenti

Aggiornamenti al cartellone del ventiseiesimo festival Dromos in programma tra luglio e agosto a Oristano e altri centri della sua provincia. Ai nomi già annunciati (Jan Garbarek, Fatoumata Diawara, Goran Bregović, Fiorella Mannoia, Francesco De Gregori, Hiromi, Roberto Fonseca, il quartetto di Brad Mehldau, Chris Potter, John Patitucci e Jonathan Blake) si aggiungono tra i protagonisti Aymée Nuviola, Murubutu & Moon Jazz BandCordas et Cannas,C’monTigreDoomCannonTheon Cross, Blue Lab Beats, Bill Laurance, Baba SissokoJett Rebel e Bad Blues Quartet.
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Ritorna dal 19 luglio al 25 agosto l’appuntamento con il festival Dromos, organizzato dall’omonima associazione culturale, che quest’anno soffia sulle ventisei candeline con la consueta formula itinerante tra vari centri e località della provincia di Oristano: dallo stesso capoluogo alla sua frazione di Donigala Fenughedu, da Fordongianus a Morgongiori, da Neoneli a Cabras, passando per Marrubiu e Nureci, fino a Tadasuni (“new entry” nel circuito di Dromos) per celebrare un’edizione che si riconosce sotto il titolo Change. Puoi. Un titolo che suona come un invito a riflettere sullo stato attuale del mondo e sull’urgenza di un cambiamento cui ognuno può contribuire. Perché se il futuro si presenta incerto, come sottolinea la curatrice d’arte Chiara Schirru nel suo testo che introduce al tema del ventiseiesimo Dromos, insieme ai rischi riserva anche «grandi opportunità e ogni individuo è chiamato a decidere se piegarsi agli eventi o ascoltare quell’esortazione all’azione, quel YOU CAN generato dalla parte più profonda e sapiente del nostro sentire, che spinge verso una visione dell’uomo e del mondo unitario e omnicomprensivo, capace di oltrepassare ogni frammentazione, ogni confine fisico, mentale e culturale». Perché «Il tempo delle giustificazioni sembra essersi consumato e non serve più dire che non abbiamo alcun potere o possibilità di fare niente, ogni uomo è chiamato a fare la sua parte, almeno tentare.»

Il festival spazierà, come sempre, tra i generi e gli stili musicali, proponendo artisti di livello internazionale ma senza trascurare le eccellenze nazionali e locali. Dopo aver già annunciato i concerti in programma all’anfiteatro di Tharros del quartetto di Brad Mehldau, Chris Potter, John Patitucci e Jonathan Blake (il 19 luglio), della pianista giapponese Hiromi (il 20 luglio) e Fiorella Mannoia con orchestra (21 e 22 luglio), di Jan Garbarek e Fatoumata Diawara a Oristano (rispettivamente il 27 e il 28 luglio), del pianista cubano Roberto Fonseca a Donigala Fenughedu (il 2 agosto) di Goran Bregović a Neoneli (13 agosto) e di Francesco De Gregori a Cabras (18 agosto), altre date e altri nomi si aggiungono al fitto e variegato cartellone: il pianista statunitense Bill Laurance, di scena il 25 e il 26 luglio a Oristano, i Cordas et Cannas e la cantante cubana Aymée Nuviola il 4 agosto al Tempio ipogeico Sa Scab’e Cresia nei pressi di Morgongiori, il rapper italiano Murubutu con la Moon Jazz Band l’11 agosto a Marrubiu, e i protagonisti dell’ormai consueta due giorni del 9 e 10 agosto a Fordongianus del Terme Romane Festival: gli italiani C’mon Tigre e, in arrivo dall’Inghilterra, il compositore, polistrumentista e producer DoomCannon, il tubista Theon Cross e il duo Blue Lab Beats. Ma non è tutto, perché il 14 e 15 agosto ritorna l’appuntamento a Nureci con un’altra “costola” del festival: Mamma Blues; nel cast il sardo Bad Blues Quartet, il polistrumentista maliano Baba Sissoko e il cantante olandese Jett Rebel. E, a suggello della lunga estate di Dromos, una tre giorni di musica – dal 23 al 25 agosto – a Tadasuni, nel segno di “Isole”: un nuovo progetto, il cui programma verrà presentato prossimamente, promosso con la collaborazione del Comune del piccolo centro del Guilcer e dedicato all’incontro non solo con le isole vicine, ma anche con quelle lontanissime, all’insegna di quella contaminazione ibrida e meticcia che da sempre contraddistingue gli eventi di Dromos.


Non solo musica, come sempre, nel vasto cartellone di Dromos. Anche quest’anno ci sarà spazio per il cinema, con la breve rassegna promossa in collaborazione con il Centro Servizi Culturali UNLA di Oristano, in linea con il tema di questa edizione del festival, come dichiara il titolo: “Change Vision”. E al tema del cambiamento guarderà anche la mostra d’arte contemporanea che sarà allestita a Oristano, negli spazi del Foro Boario, e che, come ogni anno, affiancherà e completerà l’offerta della programmazione musicale e culturale del festival: F**KING CHANGE così giusto, così sbagliato è il titolo apparentemente provocatorio e irriverente dell’evento espositivo curato dai critici Chiara Schirru e Ivo Serafino Fenu, che si caratterizzerà, viceversa, per una lettura trasversale e problematica del tema attraverso lo sguardo critico e sfuggente dell’arte contemporanea, capace, nel confronto col dato di realtà, di far emergere fluidità individuali, comunità e società metamorfiche per le quali e nelle quali il concetto stesso di “cambiamento” è polisemico, cangiante e ambiguo, al contempo così giusto e così sbagliato. Inaugurazione il 5 luglio alle 19 come anteprima del festival.

  • Musica

Tharros sarà ancora una volta lo scenario più spettacolare dell’estate musicale del festival Dromos, grazie al sostegno della Fondazione Mont’e Prama in collaborazione con il Festival Letterario dell’Archeologia, a cinquant’anni dal ritrovamento dello straordinario complesso statuario di Mont’e Prama. Una serie di imperdibili concerti sono attesi nella straordinaria cornice dell’area archeologica nel territorio del Comune di Cabras, a una ventina di chilometri da Oristano. Il primo è in calendario il 19 luglio, protagonista un poker d’assi del jazz a stelle e strisce: Chris Potter, uno dei migliori sassofonisti della sua generazione, insieme a Brad Mehldau, una delle voci più liriche e influenti del pianoforte jazz contemporaneo, in quartetto con un bassista del calibro di John Patitucci, in prima linea sulla scena jazzistica degli ultimi trent’anni, e con un batterista completo e versatile come Johnathan Blake.

La sera dopo (sabato 20), sull’onda del suo nuovo album, “Sonicwonderland” (uscito lo scorso ottobre), approderà a Tharros la giapponese Hiromi – talento di fama mondiale che continua la feconda tradizione di pianisti jazz, da Toshiko Akiyoshi a Makoto Ozone, nati sotto il Sol Levante. Dal disco di debutto, “Another Mind” (2003), il suono di Hiromi Uehara (classe 1979) si è evoluto a ogni uscita, erodendo i confini tra jazz e classica, composizione e improvvisazione. Artista eclettica, ai giornalisti che spesso le chiedono quale sia il genere che suona, risponde che per lei ci sono solo due generi: «quello che muove il mio cuore e quello che non lo fa. Io suono solo la musica che muove il mio cuore». Ad accompagnare la pianista originaria di Shizuoka, ci saranno Adam O’Farrill alla tromba, Hadrien Feraud al basso e Gene Coye alla batteria.

Due concerti da non perdere attendono dunque il pubblico di Dromos nell’anfiteatro che verrà allestito nell’esclusivo scenario del sito archeologico sulla penisola del Sinis. A disposizione un migliaio di posti a sedere i cui biglietti si possono acquistare sul sito di Dromos www.dromosfestival.it: costa 30 euro (più prevendita) l’ingresso per ciascuna serata, 50 euro è invece il prezzo del mini abbonamento per seguire entrambe. Attivo il bonus cultura Carta del docente, Carta della Cultura Giovani, Carta del Merito e Carta Giovani Sardegna. Il biglietto per il concerto darà anche diritto all’accesso al sito di Tharros nel periodo compreso dal 14 al 28 luglio.

Tharros farà da scenario anche ai due concerti di Fiorella Mannoia, in calendario domenica 21 luglio e lunedì 22, uniche date nell’isola (già sold out da tempo) di un tour che per la prima volta vedrà l’artista romana affiancata da un’orchestra e in scena in siti di particolare valore, a partire dal debutto, il 3 giugno, tra le mura delle Terme di Caracalla, a Roma. Un tour speciale dal titolo Fiorella Sinfonica – Live con orchestra per salutare i settant’anni della Mannoia (compiuti lo scorso 4 aprile) e che nella sua tappa a Tharros incrocerà un’altra ricorrenza: organizzato dalla Fondazione Mont’e Prama nell’ambito del festival “L’Isola dei Giganti”, e in collaborazione con il festival Dromos, il doppio appuntamento con Fiorella Mannoia rientra infatti nel programma di festeggiamenti per i cinquant’anni dal ritrovamento dello straordinario complesso statuario di Mont’e Prama.

Da Tharros a Oristano: apre la serie di concerti di Dromos in programma nella città di Eleonora il pianista inglese Bill Laurance, atteso da due diversi live: il 25 luglio in piano solo nella Chiesa di Santa Chiara (ore 21, ingresso gratuito con prenotazione sul sito di Dromos), e l’indomani (26 luglio, alle 21,30; ingresso a 15 euro) al Foro Boario in trio con Menelik Claffey al basso e Oscar Ogden alla batteria. Sempre il 26, ma in mattinata con inizio alle 10, Bill Laurance terrà anche una masterclass dedicata al processo creativo del compositore: l’iscrizione costa 30 euro e offre anche l’ingresso gratuito al concerto serale al Foro Boario.
Vecchia conoscenza del festival Dromos, tra i tasti d’ebano e avorio Bill Laurance ha elaborato nel tempo uno stile personale, dando prova della sua solidità tecnica negli album degli Snarky Puppy e nei primi due ottimi lavori da solista, “Flint” del 2014 e “Swift” del 2015. Entrambi i dischi hanno scalato le classifiche jazz e sono stati elogiati per la loro abile musicalità e la loro scrittura e arrangiamento emotivo. Nel 2016 ha pubblicato “Aftersun”, un album ritmico e divertente con il percussionista Weedie Braimah, seguito poi dal primo album dal vivo di Bill Laurance, registrato alla Union Chapel di Londra. Nel 2019 ha pubblicato il suo quinto album, “Cables”, in coincidenza con il lancio della sua etichetta discografica, Flint Music: il suo primo concept album trae ispirazione dalla crescita esponenziale della tecnologia e vede Laurance impegnato a suonare ogni strumento. È dello scorso aprile “Bloom”, disco che segna una transizione significativa nella carriera del quarantatreenne musicista inglese, passando dalla più piccola possibile forma di interazione musicale a un formato di larga scala.

Il concerto in piano solo di Bill Laurance del 25 luglio nella suggestiva ambientazione della Chiesa di Santa Chiara sarà preceduto dalla visione del video “Amore, immenso amore” sulle due sculture invisibili dell’artista Salvatore Garau installate a Gerusalemme davanti al Muro del Pianto e sulla Spianata delle Moschee, luoghi simbolo dell’Ebraismo e dell’Islam, in linea d’aria vicinissimi tra loro, ma in questo momento tristemente distanti; due sculture invisibili, immateriali, simbolicamente generate da una stessa primordiale fonte, che non ammette violenza ma vuole la comprensione e l’accettazione dell’altro. Artista visivo di dipinti su tela di grandi dimensioni, Garau ha concepito queste due nuove opere immateriali (dopo quelle esposte in Sardegna, Milano e New York tra il 2020 e il 2021) come una sfida apparentemente impossibile, utilizzando un concetto che rende libere le persone di creare la propria scultura con l’immaginazione e, in quell’apparente vuoto, col solo aiuto del titolo, “Amore, immenso amore”, alimentare il proposito di dire basta alla guerra.

Sabato 27 luglio riflettori puntati a Oristano su un’autentica icona del jazz europeo degli ultimi cinquant’anni: sul palco allestito in piazza Duomo plana alle 22 il sassofonista norvegese Jan Garbarek, ispiratore e modello per intere generazioni di musicisti con il suo inconfondibile stile, lirico, vocale, etereo e meditativo. Nel corso della sua carriera, l’artista scandinavo ha collaborato con nomi del calibro di Keith Jarrett, Palle Danielsson, John Christensen, Charlie Haden, Egberto Gismonti, Ralph Towner, Bill Frisell, Manu Katchè, oltre al celeberrimo Hilliard Ensemble con cui ha inciso l’album “Officium” (ECM, 1994), che gli ha procurato una fama internazionale al di là del mondo prettamente jazzistico. A Oristano Jan Garbarek sarà affiancato da Rainer Brüninghaus, il pianista e tastierista tedesco che lo accompagna da oltre trent’anni, dal bassista brasiliano Yuri Daniel e dal poliedrico percussionista indiano Trilok Gurtu.

La bella cornice della piazza Duomo, ancora una volta resa disponibile grazie alla Curia Arcivescovile di Oristano, ospiterà l’indomani – domenica 28 luglio (sempre con inizio alle 22) – un gradito ritorno a Dromos: quello di Fatoumata Diawara, agli annali del festival per un coinvolgente e memorabile concerto all’Anfiteatro di Tharros nell’estate del 2018. La cantante maliana, una delle rappresentanti più vitali della scena musicale africana, è attesa nel segno del suo nuovo album, “London Ko”, coprodotto l’anno scorso con Damon Albarn (leader dei Blur e fondatore dei Gorillaz), dove le sue radici mandinka si uniscono con influenze afrobeat, jazz, pop, elettroniche e hip hop. Una sintesi che si riflette anche nel titolo del disco, che combina i nomi di una metropoli occidentale come Londra con quello della capitale del Mali, Bamako. Ad affiancare Fatoumata Diawara a Oristano saranno Fernando Tejero alle tastiere, Jurandir Santana alla chitarra, Juan Finger al basso e Willy Ombe alla batteria.

Il biglietto per il concerto di Jan Garbarek costa 30 euro20 euro è invece il prezzo per quello di Fatoumata Diawara; previsto anche un mini abbonamento a 40 euro per seguire entrambe le serate (a tutti i prezzi vanno aggiunti i diritti di prevendita). Attivo il bonus cultura Carta del docente, Carta della Cultura Giovani, Carta del Merito e Carta Giovani Sardegna. Biglietti e abbonamenti si possono acquistare sul sito di Dromos (www.dromosfestival.it).

Si resta ancora a Oristano, il 30 luglio, dove il centro storico verrà animato (a partire dalle 20,30) dall’energia travolgente della Seuinstreet Band, formazione nata nel 2019 dalle file della centenaria Banda Musicale “Gioacchino Rossini” di Seui e attualmente la più grande street band della Sardegna, contando una trentina di strumentisti, per lo più giovanissimi. Unica nel suo genere, affonda le sue radici nello stile delle bande da strada, con musiche di forte impatto che spaziano tra funk, R&B, soul e jazz, abbinate a coinvolgenti coreografie. Il punto di forza della formazione è senza dubbio la presenza nel proprio organico di strumentisti anagraficamente distanti tra loro (dai 9 ai 70 anni), accomunati dalla forte passione per la musica e coordinati dal Direttore Adriano Sarais e dal docente di percussioni Francesco Oppes.

Da Oristano il festival farà tappa, il 2 agosto, nella vicinissima Donigala Fenughedu, per riabbracciare un altro grande protagonista di passate edizioni di Dromos (quelle del 2009 e del 2013): il pianista cubano Roberto Fonseca, in concerto alle 22, nel giardino del Ros’e Mari Farm & Greenhouse per presentare la sua ultima fatica discografica, “La Gran Diversión”: un omaggio all’età dell’oro della musica della sua isola, alle notti di danza sfrenata dell’Avana e al leggendario spirito del Cabaret Cubano, icona degli anni ’30 a Parigi. Artista colto e creativo, dotato di una grande sensibilità jazz e di un prezioso bagaglio culturale che affonda le radici nella tradizione afro-cubana, Roberto Fonseca sarà accompagnato da Ariel Vigo al sax baritono e flauto, Jimmy Jenks al sax tenore, Yuri Hernandez alla tromba, Felipe Cabrera al contrabbasso, Andres Coayo alle percussioni e Jay Kalo alla batteria. Biglietti a disposizione sul sito di Dromos (www.dromosfestival.it) a 25 euro più diritti di prevendita.

Il Tempio ipogeico Sa Scab’e Cresia, nei pressi di Morgongiori, offrirà la suggestiva ambientazione alla serata di domenica 4 agosto (biglietti a 5 euro), articolata in due diversi momenti. L’apertura, alle 21.30, è affidata a una formazione storica della scena musicale sarda, i Cordas et Cannas. Nato a Olbia nel 1978-1979 dall’incontro di musicisti con percorsi musicali differenti, ma con intenti precisi, il gruppo ha dimostrato nel corso degli anni la sua flessibilità nel trattare la musica sarda in forma aperta ad altre culture, ottenendo importanti risultati e riconoscimenti anche a livello internazionale, come certifica un’attività concertistica in cui spicca la partecipazione al festival Womad fondato da Peter Gabriel. Quest’anno i Cordas et Cannas si presentano con un organico rinnovato, che insieme a Bruno Piccinnu (percussioni e voce), Lorenzo Sabattini (basso e voce), Sandro Piccinnu (batteria) e  Alain Pattitoni (chitarra e voce), schiera il polistrumentista Tore Nieddu e Paolo Brandano alla fisarmonica.

Altre sonorità e atmosfere nel secondo tempo della serata del 4 agosto: protagonista Aymée Nuviola, cantante, pianista, compositrice e attrice cubana, tra le artiste più celebrate della sua generazione. Più volte vincitrice di Grammy Awards, “La Sonera del Mundo” (come è chiamata) nel corso della sua brillante carriera (che comprende anche il ruolo principale in “Celia”, la serie Telemundo del 2017 ispirata a Celia Cruz) ha costantemente mantenuto la musica cubana in primo piano mostrando una notevole versatilità. L’anno scorso Aymée Nuviola ha pubblicato l’album “Havana Nocturne”: un viaggio coinvolgente attraverso le atmosfere della capitale cubana, la città dove è nata e cresciuta, un’Avana “notturna e inebriante”, seguendo il filo della memoria delle musiche ascoltate da bambina e che l’hanno segnata per sempre, e offrendo la sua personale interpretazione di composizioni “classiche” di autori come José Antonio Méndez, César Portillo de la Luz, Ángel Díaz, Niño Rivera, Marta Valdés, Frank Domínguez e Meme Solís. Con Aymée Nuviola nel suo concerto del 4 agosto una formazione con Kemuel Roig al piano, Julian Avila alla chitarra, Lowell Ringel al basso, Hilario Bell alla batteria e Nieger Jose Aguilera alle percussioni.

Venerdì 9 e sabato 10 agosto il festival pianterà le tende a Fordongianus per la consueta due giorni in riva al fiume Tirso sotto l’insegna del Terme Romane Festival, titolo dal chiaro riferimento all’antico sito in cui andrà in scena. Tutte provenienti dal Regno Unito le proposte in scaletta per la prima serata: apre, alle 21.30, il compositore, polistrumentista e producer DoomCannon, membro fondatore del collettivo Steam Down, direttore musicale della cantante soul Celeste e guida di diversi progetti che si ispirano all’improvvisazione jazz, come Triforce e Project Karnak. Cresciuto nel sud di Londra, Dominic Canning, questo il suo nome all’anagrafe, ha pubblicato due anni fa il suo album di debutto solista, “Renaissance”, per l’etichetta Brownswood di Gilles Peterson, con cui ha conquistato una nomination ai MOBO Award. Con lui alle prese con le tastiere, saliranno sul palco di Fordongianus Kaidi Akinnibi ai sassofoni, Daniel Rogerson alla chitarra, Jamien Nagadhana al basso e Oscar Ogden alla batteria.

Dalle stesse latitudini geografiche e musicali arriva il protagonista della seconda parte della serata, il tubista Theon Cross, tra i nomi di primo piano della fiorente scena jazz londinese e membro importante del gruppo Sons of Kemet; un musicista che con il suo approccio innovativo al basso tuba ha ampliato le possibilità dello strumento riportandolo verso un ruolo cruciale nella scena jazz contemporanea. Il suo EP di debutto, “Aspirations”, l’ha portato all’attenzione internazionale e gli ha fatto ottenere una nomination a Jazz FM come miglior esordiente jazz nel 2016, mentre è del 2019 il suo album di debutto, “Fyah”, che ha riscosso il plauso della critica in tutto il mondo raccogliendo grandi apprezzamenti da parte di importanti testate.

Ad aprire la seconda serata alle Terme Romane (sabato 10 agosto) saranno i Cmon Tigre, un duo che sviluppa la propria identità attraverso un collettivo di musicisti di varia estrazione e provenienza, dando vita a un linguaggio personale, che sfugge alle etichette, fatto di commistioni con il jazz, l’afro-jazz, le ritmiche dell’hip hop, il funk, la disco anni ’70, senza mai confinare le loro canzoni a un solo stile. Uscito lo scorso novembre, “Habitat” è il loro quarto album in studio, pura testimonianza del potere della fusione musicale, avvicinando mondi apparentemente lontani e illustrando la stretta interconnessione che esiste tra loro.

A seguire, nella seconda parte della serata, ancora una proposta in arrivo dal Regno Unito, il Blue Lab Beats, un duo di jazztronica composto dal producer NK-OK (Namali Kwaten) e dal polistrumentista Mr. DM (David Mrakpor) che fonde perfettamente jazz, hip-hop, afrobeat, soul ed elettronica. Partiti come producer amatoriali, remixando brani di star come Dua Lipa e Rag’N’Bone Man, i due si sono rapidamente trasformati in qualcosa di più potente, creando un suono duttile e di ampio respiro ispirato ai pionieri dell’hip-hop e alla musica della diaspora africana, pur rimanendo fedeli alle loro radici londinesi. Vincitori di un Grammy, lo scorso aprile hanno licenziato il loro terzo album, “Blue Eclipse”.

Ma non è tutto, perché in entrambe le serate alle Terme Romane (biglietti a 20 euro, abbonamento a 30), la musica continuerà fino a tarda notte con le selezioni di Dj Knuf (al secolo Maurizio Bilancioni, producer e compositore di musica elettronica), frutto della sua continua e inarrestabile ricerca nell’esplorazione delle sonorità hip-house della scena clubbing di Chicago e New York di fine anni ’80 e inizio dei ’90.

Il Parco Zuradili di Marrubiu, nuova location del festival, accoglierà l’11 agostoalle 21,30, (biglietto a 10 euro) Murubutu & Moon Jazz Band, progetto capitanato da Alessio Mariani (questo il nome di battesimo di Murubutu), musicista e docente di filosofia, ideatore del “rap didattico”, fondato sull’interazione tra contenuti scolastici e musica rap. Nel 2009 intraprende il suo progetto solista che ha all’attivo una discografia di ben sette album in cui sonorità hip hop classiche fanno da tappeto a testi con una forte curvatura cantautorale e accenti poetici. Nel 2024 Murubutu decide di rivisitare il suo repertorio in chiave jazzistica, accompagnato per la prima volta dalla Moon Jazz Band, composta da Dia alla voce, Gabriele Polimeni alla tromba e flicorno, Federico Califano al sassofono, Giacomo Grande al piano e tastiere, Filippo Cassanelli al contrabbasso e Vincenzo Messina alla batteria. La nuova formazione conferisce nuova linfa alle composizioni di Murubutu, rivisitandole con un approccio innovativo.

Immancabile, anche quest’anno, la tappa del festival Dromos a Neoneli, il 13 agosto (ore 22) in località S’Angelu, dove sarà di scena un altro grande protagonista di questa ventiseiesima edizione: Goran Bregović con la sua Wedding and Funeral Band (biglietto a 25 euro più prevendita); trombe, tromboni, grancassa, clarinetto, sassofono e voci bulgare in una fusione di sonorità del folklore slavo, polifonia sacra ortodossa e pulsazioni rock, per un concerto tutto da vivere e ballare, tra storici successi del musicista e compositore bosniaco e brani tratti dai suoi album più recenti, non senza qualche anticipazione del suo nuovo progetto di prossima uscita; uno spettacolo carico di energia e dinamismo, che promette di coinvolgere il pubblico in una dolce trance collettiva. Con Goran Bregović, alle prese con chitarra e sintetizzatore, saranno sul palco di Neoneli Bokan Stankovic e Dragic Velickovic alle trombe, Stojan Dimov al sax e al clarinetto, Aleksandar Rajkovic e Milos Mihajlovic ai tromboni, Muharem Redžepi al goc (la grancassa tradizionale) e le voci bulgare di Ludmila Radkova Trajkova e Daniela Radkova – Aleksandrova.

Il 14 e il 15 agosto Dromos pianterà le tende a Nureci, per il consueto appuntamento con Mamma Blues, costola del festival dedicata al genere di matrice afroamericana. Apertura della prima serata (inizio alle 22) con il Bad Blues Quartet, apprezzata band sarda, fresca di pubblicazione del quarto lavoro discografico, “White Gloves”, con Eleonora Usala alla voce, Federico Valenti alla chitarra elettrica, acustica e resofonica, Edoardo Meledina al basso e Frank Stara alla batteria. A seguire, Baba Sissoko con il progetto Mediterranean Blues in cui il polistrumentista maliano, integra alle melodie e ai ritmi della sua tradizione musicale sonorità jazz, blues e soul, creando un inedito e originale risultato musicale e tuffandosi nell’emozionante mondo dell’afrobeat, del funk e della psichedelia. Originario di Bamako, Baba Sissoko conta all’attivo una ventina di pubblicazioni e collaborazioni con artisti del calibro di Dee Dee Bridgewater, Rokia Traoré, Miguel Anga Diaz, Habib Koité & Bamada, Famoudou Don Moye e Antonello Salis, tra gli altri.

La sera di Ferragosto, a infiammare il palco dell’Arena Mamma Blues sarà invece il cantante e polistrumentista olandese Jett Rebel, al secolo Jelte Steven Tuinstra, considerato in patria una vera e propria stella nell’ambito pop/rock, tanto da partecipare con costanza a trasmissioni televisive sulle reti nazionali, con memorabili esibizioni sui palchi più prestigiosi d’Europa.

15 euro il prezzo del biglietto d’ingresso per ciascuna serata; abbonamento a 20 euro.

In occasione della due giorni di Nureci, ritorna anche lo spazio musicale dedicato a bambini e ragazzi guidato dai docenti della Music Academy di Isili alla scoperta della musica in maniera semplice, quasi giocosa. “Piccoli bluesman crescono” è il titolo del laboratorio che mira a far vivere concretamente l’esperienza del “fare musica” a tutti i partecipanti che passeranno dal ruolo di semplici ascoltatori a quello più gratificante di “creatori” di musica, spaziando dal pop al rock, passando per la musica etnica e naturalmente il blues.

Dromos sarà poi a Cabras, il 18 agosto, per ospitare una delle tappe del tour estivo di uno dei cantautori più amati della scena musicale italiana, Francesco De Gregori, sul palco di piazza Stagno per un concerto che, è facile immaginare, saprà richiamare un folto pubblico. L’artista romano ritorna in concerto con la sua band a due anni di stanza dal suo ultimo tour solista proponendo i brani con cui ha segnato per sempre la storia della musica italiana, accompagnato da Guido Guglielminetti (basso e contrabbasso), Carlo Gaudiello (tastiere), Primiano Di Biase (hammond), Paolo Giovenchi (chitarre), Alessandro Valle (pedal steel guitar e mandolino), Simone Talone (percussioni) e la corista Francesca La Colla. Ad aprire la serata, con inizio alle 21.30, la cantante e attrice Angela Baraldi, già ospite di alcuni tour di De Gregori, la prima volta nel 1993.

  • Cinema

Tanta musica e tanti ospiti provenienti da tutto il mondo, dunque, nel cartellone di Dromos, ma non solo. Tra gli altri eventi previsti, uno spazio di rilievo riveste la consueta mini rassegna cinematografica promossa in collaborazione con il Centro Servizi Culturali UNLA di Oristano, in linea con il tema di questa edizione del festival, come dichiara il titolo: “Change Vision”Per tre sere – 22, 23 e 24 luglio, tutte con inizio alle 21 e ingresso libero – il Giardino dell’UNLA, in via Carpaccio, 9, ospiterà le proiezioni di altrettanti film appositamente selezionati, ciascuna preceduta da un'”ouverture” musicale. Primo titolo in programma (lunedì 22 luglio) Una volta nella vita, diretto da Marie-Castille Mention-Schaar, con Ariane Ascaride, Ahmed Dramé, NoémieMerlant, Geneviève Mnich, Stéphane Bak. Musiche affidate per l’apertura della serata alla chitarra e alla voce di Tobia Poltronieri. L’indomani, martedì 23, scorreranno sullo schermo le immagini di “Promised Land, di Gus Van Sant, con Matt Damon, John Krasinski, Frances McDormand, Rosemarie DeWitt, ScootMcNairy, mentre per la parte musicale sarà il turno di Tancredi Emmi al contrabbasso. Chiusura della mini rassegna mercoledì 24 luglio con la proiezione di “Ali & Ava – Storia di un incontro, di Clio Barnard, con Claire Rushbrook, Adeel Akhtar, Ellora Torchia, Vinny Dhillon, Shaun Thomas. Di Marco Coa l'”ouverture” musicale dell’ultima serata di “Change Vision”.

  • Arte

È storia di musica, cultura e arte quella che contraddistingue il Dromos Festival nel suo percorso lungo ormai ventisei anni, sempre aperto a contaminazioni ibride e meticce e che costantemente indaga tematiche contemporanee e innovative. Se il 2023 è stato l’anno della riflessione e del viaggio a ritroso verso le radici, tra ricordi e memorie individuali e collettive, il 2024, con la proposta Change. Puoi, sarà l’anno dedicato al cambiamento, inteso come profondo e necessario, per una rivoluzione virtuosa e consapevole della società e del singolo individuo. Al tema del cambiamento guarderà anche la mostra d’arte contemporanea che, come ogni anno, affiancherà e completerà l’offerta della programmazione musicale e culturale del festival: F**KING CHANGE così giusto, così sbagliato è il titolo apparentemente provocatorio e irriverente dell’evento espositivo che si caratterizzerà, viceversa, per una lettura trasversale e problematica del tema attraverso lo sguardo critico e sfuggente dell’arte contemporanea, capace, nel confronto col dato di realtà, di far emergere fluidità individuali, comunità e società metamorfiche per le quali e nelle quali il concetto stesso di “cambiamento” è polisemico, cangiante e ambiguo, al contempo così giusto e così sbagliato.

Curata dai critici Chiara Schirru e Ivo Serafino Fenu, la mostra, che verrà inaugurata il 5 luglio per rimanere aperta fino a tutto settembre, prevede la partecipazione di trenta artisti tra i quali figurano nomi di primissimo piano del panorama isolano, nazionale e internazionale: dagli americani Bill Viola e Nan Goldin all’austriaco Hermann Nitsch, da Marina Abramoviç al cinese Weng Fen al russo Peter Belyi, con gli italiani Matteo Basilè, Roberto Pugliese e Dario Ghibaudo insieme ai sardi Giuliano Sale, Silvia Mei, Gianni Nieddu, Josephine Sassu e Tonino Mattu, solo per citarne qualcuno. Una mostra dal respiro internazionale resa possibile grazie alla lungimiranza e alla generosità del collezionista cosmopolita Antonio Manca che già in passato ha collaborato sia col Festival Dromos che con la Pinacoteca Comunale “Carlo Contini” attraverso il prestito di opere della sua prestigiosa collezione. Alcune opere saranno invece in mostra per la disponibilità e la sensibilità del collezionista Giuseppe Demara; altre ancora, spesso inedite o realizzate appositamente, per l’interesse diretto dimostrato al progetto da parte degli artisti invitati.

F**KING CHANGE così giusto, così sbagliato, proporrà opere pittoriche, plastiche, multimediali, fotografiche, performative e installative negli spazi ampi e luminosi del Foro Boario, situato nell’antica Piazza della Fiera del bestiame di Oristano e destinato, con l’inaugurazione di questa mostra e grazie alla determinazione dell’assessore comunale alla Cultura Luca Faedda, a divenire il luogo deputato all’arte contemporanea della città di Oristano e un punto di riferimento vitale e centrale per tutta l’Isola.

  • Suonoverde

Il rispetto per l’ambiente e le sue tematiche, quanto mai attuale, vede Dromos impegnato anche in questa edizione con il progetto Suonoverde: in stretta sinergia con i Comuni che ospitano il festival, e attraverso le buone pratiche ambientali promosse dall’Agenda 2030 dell’ONU per lo Sviluppo Sostenibile, si punta a conseguire l’obiettivo primario della riduzione dei rifiuti attraverso azioni concrete, come l’utilizzo di stoviglie biodegradabili e di alimenti a chilometro zero, il potenziamento della raccolta differenziata, la riduzione dei consumi energetici e il sempre più ampio ricorso a fonti rinnovabili.

Il festival si pone inoltre l’obiettivo di essere a impatto zero, cioè di abbattere le proprie emissioni di C02. Per questo ha scelto di diventare partner di Treedom, azienda italiana che consente di piantare alberi in diversi paesi del mondo e che ne monitora costantemente la crescita. Il bosco di Dromos è attualmente costituito da 200 alberi, che permetteranno di abbattere nei primi dieci anni di vita 80,80 tonnellate di CO2.

  • Viaggio in Sardegna con Dromos e Radio Popolare

Con il festival ritorna Viaggio in Sardegna con Dromos e Radio Popolare, una proposta turistica di otto giorni attraverso alcuni dei più suggestivi luoghi dell’Oristanese, a cura dell’associazione Mariposas de Sardinia con ViaggieMiraggi. Per maggiori informazioni scrivere all’indirizzo italia@viaggiemiraggi.org.

  • Info

biglietti per i concerti si possono acquistare online sul sito di Dromos. Fino al 30 giugno, i nati nel 2005 possono registrarsi con SPID o CIE nell’apposita pagina sul sito del Ministero dell’Istruzione e del Merito per richiedere la “Carta della cultura giovani“, del valore di 500 euro, per acquistare i biglietti per cinema, teatri, concerti, eventi culturali e anche per gli spettacoli del festival Dromos. Anche i docenti possono ottenere il bonus di 500 euro che il Ministero dell’Istruzione e del Merito mette a disposizione sul sito cartadeldocente.istruzione.it utilizzabile per acquistare i biglietti del festival. I cittadini italiani ed europei residenti in Italia, di età compresa tra 18 e 35 anni compiuti, in possesso della Carta Giovani potranno usufruire di speciali promozioni.

La ventiseiesima edizione del festival Dromos è organizzata con il contributo di MiC – Ministero della Cultura, Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport e Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio -, Fondazione di Sardegna, Fondazione Mont’e Prama, Amministrazioni Comunali di Oristano, Cabras, Fordongianus, Morgongiori, Neoneli, Nureci e Tadasuni, Associazione Enti Locali per lo Spettacolo, Fondazione Oristano, Ros’e Mari Farm & Green House, Arcidiocesi di Oristano, Badessa Monastero Santa Chiara di Oristano, Centro Servizi Culturali U.N.L.A. di Oristano, Music Academy Isili, LegaCoop, Mariposas de Sardinia, ViaggieMiraggi, Intramadu, Radio Popolare, Terme Romane Festival di Fordongianus, Mamma Blues e Sardinia Coast to Coast.

Per informazioni, si può contattare la segreteria del festival al numero di telefono 0783310490, al numero whatsapp 3348022237 e all’indirizzo di posta elettronica info@dromosfestival.it. Notizie e aggiornamenti sul sito www.dromosfestival.it, sul canale Telegram e nelle pagine Facebook e Instagram di Dromos.

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DROMOS – via Sebastiano Mele · 09170 ORISTANO
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