Lei è Giuliana Carone, una cara collega con la quale abbiamo condiviso gioie e dolori del nostro Teatro Lirico di Cagliari. Con lei c’è sempre stata una grande sintonia soprattutto quando si è trattato di lottare per il posto di lavoro che in certi periodi vacillava per via della malagestione. Ha un piglio organizzativo e innovativo straordinario e soprattutto ad ampio raggio. Non ha mai pensato alla politica in quanto tale ma si è sempre sentita strumento di evoluzione culturale, questo si. Voler poter fare di più per garantire a Cagliari ma anche a tutto il territorio, sempre nuove idee unendo il potenziale della lirica, ad altri eventi culturali, interagendo con compagnie teatrali, danza, associazioni letterarie, artisti della scultura e della pittura. Il suo obiettivo è quello di rendere un teatro aperto, un vero polo multi-culturale , a bambini , giovani e anziani, sempre aperto a tutto e a tutti .
Sono un’artista del coro del Teatro Lirico di Cagliari da oltre venti anni e lavoro da sempre per un teatro che non sia solo nel territorio ma del territorio; un luogo di aggregazione sociale di crescita culturale e di sviluppo economico.
Invidiato in Italia per le sue dimensioni, il Lirico vanta due teatri, una grande cavea all’aperto (scelleratamente sottratta alla sua vocazione per chissà quanti anni), numerosi laboratori e aree verdi nel Parco della Musica di cui fa parte integrante.
Ciascuno di questi luoghi, con un suo ruolo ben preciso, potrebbe ospitare molti e nuovi spettatori, operatori culturali locali che vedrebbero finalmente così aumentata la possibilità di esprimersi nelle forme più varie e, soprattutto, corsi di formazione professionale di alta specializzazione che, una volta avviati, creerebbero sinergie anche a livello internazionale; una crescita per la città e per tutto il territorio sardo.
Se davvero vogliamo una Cagliari che vada oltre, dobbiamo crederci, volerlo con tutte le forze.
Se anche voi vorrete crederci, sostenetemi e suggeritemi ad altri perché
è solo la politica che può concretizzare tutto ciò ... perché quello che può sembrare un sogno non rimanga utopia.