“Tuvixeddu. La necropoli di Cagliari punica e romana”: venerdì mattina (ore 11,30), al liceo “Siotto Pintor” di Cagliari, conferenza dell’archeologa Giovanna Pietra, quarto appuntamento di “Archeologia ritrovata e i giovani”.
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“Tuvixeddu. La necropoli di Cagliari punica e romana” è il titolo (e il tema) della conferenza dell’archeologa Giovanna Pietra in programma venerdì mattina (19 aprile) alle 11.30 al liceo “Siotto Pintor” di Cagliari, quarto appuntamento di “Archeologia ritrovata e i giovani”, la serie di incontri promossi dal GAK – Gruppo Archeologico Karalitano per gli studenti dell’istituto classico in viale Trento.
Il colle di Tuvixeddu ospita un’importante area funeraria della Cagliari punica e romana che si estende per quattordici/quindici ettari. L’elemento caratterizzante e di grande impatto visivo è rappresentato dalle tombe scavate nella roccia: quelle puniche, oltre millecinquecento, con pozzo di accesso verticale e camera sotterranea scavata in profondità, le une così vicine alle altre da non lasciare quasi spazio e spesso arricchite da decorazioni scolpite e/o dipinte; e quelle romane, almeno quarantasette, non sotterranee, ma che, al contrario, per emergere sfruttano i livelli sfalsati dell’andamento irregolare del piano roccioso, a volte marcati da gradini verde e proprie scalinate, impreziosite da iscrizioni e fregi dipinti, in stucco o scolpiti. A queste tombe monumentali si sovrappongono e si affiancano sepolture di tipo più semplice: a fossa e in anfora in età punica; incinerazioni in busta e in urna, e poi ancora inumazioni in fossa, tombe alla cappuccina, a cupa in età romana, in un’organizzazione degli spazi che appare ragionata e che, in modi diversi nel tempo, adatta alla conformazione del terreno la pluralità di forme con la quale si esprime la ritualità funeraria. Per lo stato di conservazione, assolutamente straordinario, data la sua ubicazione all’interno di una città a ininterrotta continuità di vita, la necropoli di Tuvixeddu, con le sue oltre duemila tombe, è un racconto eccezionale del succedersi e dell’intrecciarsi di usanze e rituali funerari differenti, e uno spaccato delle comunità che hanno vissuto Cagliari nel tempo che va dalla fine del quarto secolo avanti Cristo al quarto/quinto secolo dopo Cristo.
Funzionaria archeologa presso la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna, Giovanna Pietra è anche Direttrice dell’Ufficio Esportazione. Attualmente Responsabile per la ricerca, tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico del Sulcis e responsabile unico del procedimento, progettazione, direzione Lavori e direzione scientifica di diversi progetti di scavo, restauro, conservazione e valorizzazione di beni archeologici.
Con la conferenza di Giovanna Pietra, che si potrà seguire anche in diretta streaming sul canale YouTube del Gruppo Archeologico Karalitano, prosegue dunque il ciclo di cinque incontri dedicati agli studenti del liceo “Siotto Pintor” per iniziativa del GAK, in preparazione delle Giornate Nazionali di Archeologia Ritrovata, in programma il prossimo ottobre. Istituita nel 2004, la manifestazione, più volte premiata con Medaglia del Presidente della Repubblica, si svolge contemporaneamente in tutte le sedi dei Gruppi Archeologici d’Italia (GAI), l’associazione di promozione sociale per la valorizzazione e la tutela dei beni culturali. Finalità delle Giornate Nazionali di Archeologia Ritrovata è di avvicinare i cittadini alla conoscenza del territorio e dare risalto ai cosiddetti “beni minori”, siti poco conosciuti che rischiano di essere dimenticati e cancellati dalla memoria storica.
Ogni anno l’associazione dei Gruppi Archeologici d’Italia individua un sito simbolo in cui tenere un evento principale, intorno al quale si snodano conferenze, escursioni e gite con l’unico filo conduttore della rivalutazione del bene minore. Per l’edizione del 2024, il GAI ha designato Cagliari come sito simbolo e affidato al Gruppo Archeologico Karalitano il compito di organizzare l’evento principale, che si terrà nel capoluogo dall’11 al 13 ottobre, con il patrocinio del Comune, della Città Metropolitana di Cagliari, della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna, dell’Università degli Studi di Cagliari e della Fondazione Sardegna. Il programma dell’iniziativa è in via di completamento, ma si prevede già la partecipazione di un centinaio di soci provenienti dalle diverse regioni d’Italia dove i gruppi archeologici hanno sede.
Il GAK – Gruppo Archeologico Karalitano è un’associazione di promozione sociale, che opera nell’ambito della tutela, promozione e valorizzazione del patrimonio dei Beni culturali. Fondato a Cagliari nel 2018, dallo stesso anno aderisce ai Gruppi Archeologici d’Italia. Presieduto dalla professoressa Maria Spanedda, attualmente conta più di ottanta soci, in gran parte provenienti dal mondo della formazione, ma anche archeologhe e archeologi e studiosi con una lunga esperienza di lavoro nelle Soprintendenze Archeologiche, nell’Università o negli enti locali preposti alla tutela del patrimonio culturale. Nell’ambito della divulgazione dell’archeologia, il GAK ha organizzato conferenze e iniziative rivolte anche al mondo della scuola e dei giovani, ha collaborato a iniziative come il Festival Scienza e Monumenti Aperti, e ha realizzato video didattici e progetti scolastici di Percorsi e Competenze Trasversali per l’Orientamento (PCTO).
Prossimo e ultimo appuntamento di “Archeologia ritrovata e i giovani” al liceo “Siotto Pintor” il 9 maggio con Donatella Mureddu: “Karales, il doppio volto di una città: racconti di pietre e persone” il titolo della sua conferenza.
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