di Giampaolo Piga
Un uomo, un medico, un artista, un genio. “Ci ragiono e canto”
Non riesco a farmela uscire dalla testa ed anzi, cerco sempre quel film per vedere quella scena e rivederla ancora perche’ sento sulla mia pelle il dolore di quel chirurgo che uscito dalla sala operatoria si lascia andare in un pianto che nessuno potra’ consolare, perche’ quando muore un bambino, non esiste consolazione.
Anche a lui, Enzo Jannacci, uomo, medico, artista, genio, sara’ capitato di piangere e di non avere parole per consolare chi fuori da quella sala maledetta, aspettava invano esiti di speranza.
Ero bambino quando Christian Barnard realizzo’ il primo trapianto di cuore e quella notizia circolava a casa mia col sapore del miracolo a differenza di oggi che miracolo e miracolato diventa chi vince al “Grande Fratello”.
Comunque oggi mi va di ricordare Enzo Jannacci, perche’ forse pochi sanno che divenne chirurgo cardiovascolare specializzandosi proprio con Christian Barnard ed entrambi per me bambino, erano come personaggi divini.
Ho visto un re Io che non sono modesto e vorrei sempre la prima pagina dei giornali tutta per me, in questa epoca dove la modestia è in disuso, un personaggio come Jannacci lo trovo davvero fuori da ogni paragone possibile perche’ non rassomiglia proprio a nessuno e i suoi successi in campo medico si conoscono solo grazie a chi ha operato al suo fianco e mai per sua bocca.
Quelle che invece rimangono alla portata di tutti, e sempre le avremo, sono le sue apparizioni televisive, dove, con una faccia da scemo e una voce non certo celestiale, diceva allora, delle verita’ che col tempo sono rimaste vere e attuali…
“piangeva seduto sulla sella, / piangeva tante lacrime / ma tante che / bagnava anche il cavallo”. Questo motivetto cantato insieme a Dario Fo, alla luce dei recenti fatti di Buckingham Palace,danno la misura di quanta poca felicita’ possa esserci anche nelle stanze reali.
Ma è per quel “Vengo anch’io, No, tu no“, che sara’ ricordato per sempre perche’ tutti, chi piu’ chi meno, almeno una volta ci siamo sentiti rispondere:”NO, TU NO!”. Se poi faccio la lista dei “NO, TU NO!” ricevuti nella mia vita, mi metto a piangere fino a domani, ma anche a ridere fino a sempre, perche’ certi “NO, TU NO!” mi sono serviti per crescere e capire come è fatta certa gente.
C’è pero’ nella canzone, un passaggio che dovrebbe far riflettere chi magari si illude di essere venerato e considerato anche sotto terra: “Si potrebbe andare tutti quanti al tuo funerale per vedere se la gente poi piange davvero…”…e vedere di nascosto l’effetto che fa! E allora,”Vengo anch’io?”, “Si, tu si!”
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