E’ notizia di qualche ora fa che il grande pianista Maurizio Pollini ci ha lasciato a 82 anni. Un grande artista che ho avuto modo di ascoltare anche nella mia città in occasione del Festival di Sant’Efisio al Teatro Lirico di Cagliari. Era tornato nella mia città di Cagliari dopo due anni di assenza. Pollini aveva eseguito il Clavicembalo ben temperato, libro I, di Johann Sebastian Bach cui ieri ricorreva l’anniversario della sua nascita.
Posto di seguito una intervista che il giornalista Carlo Argiolas fece in quell’ occasione al grande pianista, per il quotidiano L’Unione Sarda
Quanto pesa la responsabilità degli interpreti nella scarsa diffusione della musica d’oggi?
«Tantissimo, e mi ci metto dentro anche io, anche se suono spesso la musica del Novecento. Gli interpreti hanno fatto davvero poco per diffondere la musica del secondo Novecento. Anche le istituzioni hanno però le loro colpe. La maggior parte delle volte prendono a scatola chiusa i programmi che vengono suggeriti dagli interpreti, senza ridiscuterli. Non c’è coraggio».
Il pianista cinese Lang Lang suona alla Scala in scarpe da tennis, porta i capelli quasi come un punk, sponsorizza la prima orchestra virtuale su You Tube e il suo avatar si cimenta su Second Life con Beethoven. Internet può avvicinare i giovani alla musica classica?«Di Internet so poco, anche se è chiaro che ormai è diventato un mezzo potentissimo per la diffusione della musica. Ritengo però che il concerto non morirà mai e che rimarrà sempre il modo migliore per avvicinarsi alla musica. Da poco, in Cina, una delle sorprese più belle l’ho avuta nel vedere tanti giovani ai concerti di musica classica».
In Italia, uno dei problemi di questa musica è quello del ricambio generazionale tra il pubblico…
«Molto dipende dalla scelta del repertorio. Se si continua a proporre solo musica scritta duecento anni fa, la sfida di portare in una sala da concerto le nuove generazioni è persa. Bisogna proporre musica vicina alla sensibilità dei nostri tempi, e lavorare per avere un pubblico nuovo».
In passato ha suonato in una fabbrica: lo rifarebbe?
«È stato tanti anni fa, quando non avevo le forti opinioni politiche di oggi. Aderii alle istanze dei lavoratori di una piccola fabbrica vicino a Genova. Certo, vista la situazione odierna, dove tante fabbriche chiudono, trovarne una per fare un concerto non è facile».
La musica può fare qualcosa per scuotere le coscienze?
«L’arte è indispensabile per la società. Penso che la musica abbia una funzione misteriosa che può ripercuotersi anche sulle idee e sulle coscienze». Oggi la musica è dappertutto e forse è anche troppa.«È vero, in giro c’è molta musica, ma il vero problema è quello dell’educazione all’ascolto».
Il pianista jazz Enrico Pieranunzi, ha portato a Cagliari un progetto su Scarlatti, la cui musica non si ascolta spesso.
«Per una ragione che non so spiegare, la eseguo pochissimo. Però amo tantissimo la sua musica: è un genio,e sue composizioni hanno una vitalità e una attualità incredibile»
CARLO ARGIOLAS
04/06/2009