di Giampaolo Piga
«Tornando a casa, date una CAREZZA ai vostri bambini e dite: “Questa è la carezza del Papa” <<E’ lui!>> <<è lui!>>, non sembra vero, ma quella gente assiepata davanti alla farmacia di Santa Maria Novella, me la ricordo ancora.
Lui era diventato popolare per aver vinto parecchi milioni di lire a Rischiatutto di Mike Bongiorno, e anche mio padre appena sceso dal treno, volle “inventarsi” il mal di testa per comprare l’aspirina da lui.
Si chiamava Andrea Fabbricatore e all’epoca tutti i giornali riportavano l’evento con altisonanti titoli: “Quando Firenze fermò l’Italia“.
Oggi non so come funzionano queste cose e se ancora funzionano cosi’, ma prima bastava apparire due minuti in tv per diventare consumati divi ed io bambino posso dire che è stato proprio il campione di Rischiatutto il primo vero divo che ho conosciuto, e la gente in fila per vederlo era impressionante anche se le scene di autentica isteria le ho impresse in mente per Rudolf Nureyev all’uscita del Teatro Lirico.
Fu vera gloria??? Altri tempi certo, perche’ oggi per diventare popolari basta un niente, ma come basta un niente per diventarlo, degli emeriti niente si diventa dopo esserlo diventati.
In rete si vanta tanto il primato di avere tanti like per ostentare successo e gloria e forse anche io a volte cado nella trappola di contare cuori e ditini all’insu’ per decretare il mio successo su facebook.
In effetti a pensarci bene, prima come cantante e ora come scrittore, cuori e ditini compiacenti ne ricevo davvero parecchi, se poi ci aggiungo anche “galeotti pensieri in rima” a me dedicati, mi sento in cima alle vette del successo come Fabbricatore o Rudolf Nureyev.
«Tornando a casa, date una CAREZZA ai vostri bambini e dite: “Questa è la CAREZZA del Papa” Chi ha seguito le mie precedenti vicende puo’ capire bene che cio’ che è successo è che non è successo proprio un bel niente e niente mai succedera’ di brutto e sconveniente se tra persone che si stimano si senta il bisogno di esternarlo e dirlo apertamente anche con una bella poesia ed io se ne fossi capace, oggi una poesia la dedicherei a tutti gli amici che hanno speso un pensiero per dirmi che, nonostante certi poco simpatici “equivoci”, hanno ancora voglia di leggere le mie “poetiche cazzate”, e allora rassicuro tutti ed anzi, il bel pensiero di Paola (che ho visto di striscio una sola volta in vita mia e che non dovrei aver modo di rivedere piu’), vorrei diventasse un modo per esprimere amicizia e stima, perche’ una CAREZZA e sempre piu’ bella di un pugno in faccia. Papa Giovanni docet!!!
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