di Giampaolo Piga

<<Lei ha studiato musica?>>, <<certamente Maestro>>,rispose tutto impettito e orgoglioso quel corista dell‘Opera di Roma, <<strano, non sembra affatto!!!>>. Questa rispostaccia pare fosse tipica di Leonard Bernstein che non risparmiava ironia e sarcasmo e non c’era pesce piccolo o grosso che non ne faceva le spese, tanto che riusci’ a fare incazzare anche José Carreras che dalla sala di registrazione di “West Side Story” usci’ bestemmiando e imprecando all’indirizzo di quello che secondo un sondaggio risulta essere, dopo Carlos Kleiber, il direttore d’orchestra piu’grande di tutti i tempi.

Oggi vedere questo mostro sacro scimmiottato da un perfetto sosia in un film dove il suo genio viene messo in ombra dalla sua vita privata piena di dubbi e ambiguita’, un po’ mi fa venire voglia di spegnere la tv e farla volare. Si proprio volare, come volare mi sento quando ascolto la sua musica e come quando al Teatro Lirico di Cagliari ho assistito al suo “West Side Story“.

Ero bambino bambino e non so perche’ mio padre anziche’ farci vedere i cartoni animati, ci proponeva alla tv quell’uomo tutto vestito di nero che con la bacchetta in mano gesticolava come giocando davanti ad una immensa platea di silenziosi ascoltatori. Capii piu’ tardi che Bernstein in quelle trasmissioni stava proprio giocando con la musica perche’ credeva che col gioco e il divertimento da complicata poteva diventare molto semplice e accessibile a tutti. Ecco, io oggi ho voglia di ringraziare mio padre per avermi fatto conoscere quel Grande Uomo, perche’ anche se non capivo nulla, quella figura cosi’ diversa da Gerry Scotti e Amadeus, qualcosa di bello me la messa dentro e il bello che ci entra dentro col tempo puo’ diventare “bellissimo” come bellissimo ed anzi “straordinariamente bello” eri tu, Leonard Bernstein

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