Se quel tenor io fossi

di Gianpaolo Piga
I preparativi che per giorni annunciavano l’evento dell’anno, erano degni di nota e merito e la pubblicita’ con manifesti e messaggi in ogni angolo di Mondo, rendevano onore alla Musica, a Verona e all’Italia intera: grazie Giuseppe Verdi!
Quella altisonante diretta in mondovisione mi ha tenuto incollato alla tv a tifare come allo stadio, per i miei eroi di sempre e come uno scemo rimbambito, dopo ogni romanza, di volta in volta applaudivo Radames, Amneris o Aida e quella serata mi ha catapultato a quando ragazzino feci il mio primo incontro con l’Aida, e quella volta la diretta era di quelle che hanno lasciato in me un segno indelebile perche’ a dare la voce a Radames era una tra le piu’ belle mai sentite dopo Beniamino Gigli. Se il mio sogno si avverasse.
Pavarotti nei miei sogni di ragazzo, era “il Tenore” che avrei voluto essere, e avrei dato volentieri un occhio per cantare come lui, anche se a onor del vero, un occhio, e qualcos’altro, lo avrei dato anche per cantare come Caruso Corelli o del Monaco, perche’ ieri come oggi, la voce e il canto sono la mia vita, e tanto devo a chi con la sua voce mi ha indicato che quella era la mia strada.
A Siena, negli anni del collegio, nella sala di ricreazione, ho avuto il privilegio di poter ascoltare i dischi delle piu’ belle voci di tutti i tempi, e passavo lì tutto il mio tempo libero a rimbambirmi di musica, ma proprio la voce che avrei desiderato piu’ di tutte purtroppo mancava, anche se poi Lucianone è entrato di prepotenza e con pieno diritto nella mia vita e con me rimarra’ per il resto dei miei giorni fino a quando accanto a lui, anche io avro’ il mio ” Trono vicino al sol”.

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