Ci stiamo, con piacere, abituando a vedere tanti giovani sempre più interessati al mondo dell’Opera Lirica. Questo grazie anche al fatto che i teatri lirici, hanno nei loro programmi, ormai da decenni, delle giornate di promozione destinate agli scolari e agli studenti. Un modo per accompagnarli pian piano alla conoscenza dei grandi musicisti e delle loro opere. A questo proposito sono stata particolarmente colpita dalla tesi di Eudossia Drei, presentata per la sua laurea in Sociologia all’ Università degli Studi di Milano-Bicocca.
“Per me è davvero un grandissimo onore e piacere poter parlare di Opera. Nel mio elaborato finale di laurea si affronta il tema della fruizione dell’Opera e della formazione del gusto musicale per
quest’ultima da un punto di vista sociologico e culturale. Ho scelto questo argomento in quanto unisce i miei principali campi di interesse: l’indagine sociale, caratteristica dei miei studi universitari, e il mondo dell’Opera, in cui sono stata coinvolta fin da bambina, con il Coro delle Voci Bianche della Scala e la conseguente partecipazione a numerose Opere. Salire sul palcoscenico, partecipare alla vicenda e alla musica era una viva emozione. Questa esperienza mi ha indotto, una volta cresciuta, ad affrontare anche un percorso di formazione artistica. Sto per concludere infatti il triennio di Canto Lirico come soprano presso il Conservatorio di Milano.
Ma le tue coetanee ti domandano come mai, così giovane, ti possa interessare questo genere di
musica?
Sicuramente le mie amicizie fuori dall’ambiente musicale mi fanno tante domande e hanno molta curiosità al riguardo. Talvolta mi è capitato anche di andare incontro a stereotipi.
Quando ero ragazzina, mi è stato detto che ero troppo magra per studiare canto lirico; un’altra volta mi dissero che se studiavo l’Opera Lirica non mi sarebbero mai potuti piacere gli altri generi musicali.
Ma cercare una risposta a questa domanda, rivolta non solo a me, ma anche al pubblico dei teatri, costituisce appunto il nocciolo della mia tesi.
Mi parli meglio a grandi linee di cosa tratta la tua tesi?
E’ un breve saggio sulla fruizione dell’Opera Lirica e della sua musica nella società attuale, con uno sguardo verso il passato più o meno recente. In particolare si evidenziano due problemi: c’è una qualche relazione fra l’appartenenza a una classe sociale e la frequentazione del teatro d’Opera?
Come si è formato e come si trasmette il gusto per il teatro e la musica operistica?
Sulla formazione e l’orientamento del gusto musicale è comunemente accettata la tesi del sociologo francese Bourdieu, che pone l’accento sull’indirizzamento precoce verso la musica classica in genere, e quindi anche alla musica operistica, esercitato dall’ambiente familiare, in presenza di un alto livello di capitale economico e culturale, o quantomeno di elevata cultura.
Nella mia tesi viene messo in luce come questa teoria non sia del tutto applicabile all’Opera, soprattutto per due aspetti: la trasversalità dell’utenza fra pressoché tutte le classi sociali, si pensi al pubblico dell’Arena di Verona, ed un altro aspetto più personale, che riguarda l’impatto individuale dell’Opera, specialmente il primo incontro, a teatro. L’Opera o piace o non piace, con poche sfumature intermedie, a cui la frequentazione difficilmente potrà porre rimedio. Parlo anche per esperienza personale mia e di altri, sia in senso positivo che negativo.
Diverso è il discorso per la musica sinfonica o da camera, dove l’ascolto assiduo di solito determina un sempre maggiore apprezzamento. Purtroppo la sua fruizione è specifica delle sole classi con elevato capitale culturale. Per dirlo con una battuta, i loggionisti, se ci sono, sono molti diversi.
Ovviamente bisogna fare una distinzione anche nel repertorio operistico, a un “Ritorno di Ulisse in Patria” di Monteverdi assisterà un pubblico limitato e di alto livello culturale, mentre d’altro canto
con una Aida si ha il trionfo dell’intrattenimento popolare (e anche colto).
Sempre nella tesi si mette in evidenza una differenza di solito sottintesa fra Opera e musica operistica: quest’ultima, grazie ai mass media, è ormai conosciuta da tutti, anche inconsapevolmente, per l’uso che ne viene fatto nelle più disparate circostanze: pubblicità, colonne sonore, sigle, etc. Ma la sua associazione all’Opera e al suo mondo spesso è molto tenue. Ad esempio mi piacerebbe fare una indagine, anche con un campione limitato, di quanti conoscono “nessun dorma” e di questi quanti l’associano all’Opera Turandot …
L’Opera invece è un fenomeno più complesso, insieme di tante arti, a cui anche il pubblico partecipa emotivamente, e secondo me si vive pienamente a teatro.