Ieri ho assistito alla proiezione del film su Ennio Morricone uscito nelle sale all’inizio dell’anno 2022. Un film che avevo desiderato poter vedere ma che all’epoca, per svariati motivi avevo perso. Grazie all’organizzazione del Cinema Odissea di Cagliari e alla struttura all’aperto dell’Ex manifattura, abbiamo potuto assistere al film davanti ad uno schermo gigante accompagnati da una fresca brezza di maestrale.
Ho trovato il docu-film bello e affascinante che ha valorizzato ancora di più i caratteri di un musicista talentuoso ma anche timido e riservato e soprattutto molto sensibile. Nei suoi interventi si è commosso come un bambino davanti ai ricordi dei suoi primi anni di studio musicale, ricordando la figura dei suoi genitori prima, e di sua moglie e i suoi figli; parlando del suo primo maestro Goffredo Petrassi e della sua collaborazione e amicizia col regista Sergio Leone.
La regia del film è di Giuseppe Tornatore. Il film racconta un’eccellenza italiana, autore di oltre 500 colonne sonore – tra cui alcuni film dello stesso Tornatore – e onorato nel 2007 dall’Academy con un Oscar alla carriera. A delineare il ritratto di questo artista sono diversi volti del cinema, che hanno avuto il piacere di lavorare con lui, dagli italiani, come Bernardo Bertolucci, Vittorio Taviani, Nicola Piovani e Carlo Verdone, fino ai colleghi d’oltreoceano, come Clint Eastwood, Hans Zimmer, Oliver Stone, Quentin Tarantino e Bruce Springsteen. Ma tantissime altre sono le figure note che hanno voluto spendere almeno una parola per provare a descrivere un uomo divenuto leggenda.
Sono contenta che siano state citate anche le sue collaborazioni per la RAI, prima tappa della sua carriera come arrangiatore di canzoni che inizialmente rinnegava ma erano comunque fonti di sostentamento. Mi ha stupito sapere che con i suoi arrangiamenti hanno cantato artisti come Gianni Morandi, Mina, Gino Paoli, Edoardo Vianello e tanti altri.
Morricone, in questo docu-film spesso si esprimeva in maniera molto tecnica. Ho pensato ai tanti presenti non musicisti che sicuramente perdevano un buon 50% quando raccontava le idee e la nascita delle sue opere. Io ho ascoltato tutto questo con dei flash back, ricordando i miei anni di studio al conservatorio e alle lezioni di armonia e ai miei piccoli componimenti musicali che facevano scorrere le ore senza che me ne accorgessi.