Quando il maestro Enrico Pasini mi propose di interpretare questa sua composizione, inizialmente rimasi perplessa. Cantare ciò che mi chiedeva era per me una cosa totalmente nuova.
Questo brano andava eseguito senza le parole, in una tessitura vocale anomala e senza impostazione classica. A metà fra la musica leggera e il Pop.
Per non palare poi dell’estensione. Iniziava con note molto gravi contraltili, fino ad arrivare alla tessitura sopranile
Comunque sia, era un esperimento che mi intrigava: poter cantare Bach in versione Jazz accompagnata poi da musicisti di un certo calibro era senz’altro cosa interessante. Ho accettato senza pensarci due volte, ma chiedendogli di adattarla meglio alla mia vocalità
Passammo una sera così a “cucire” questa bellissima musica sulle mie corde. Qualche cambio di nota, qualche cambio di tonalità e il gioco era fatto.
Ho così cominciato a studiare col pianista Stefano Figliola aggiungendo poi gli altri due strumenti: il contrabbasso di Rinaldo Asuni e la batteria di Vittorio Sicbaldi ed in seguito anche con la pianista Cristina Secchi e col compianto Roberto Pellegrini.
Eseguii questo brano la prima volte per un importante festival e in seguito in diversi concerti e trasmissioni televisive anche adattandolo in base al tempo che avevamo a disposizione.
Il maestro Enrico Pasini ci ha lasciato ieri e voglio ricordarlo riproponendo questo suo lavoro nella forma integrale. L’esecuzione riguarda un mio recital in una rassegna organizzata dall’associazione Collegium Karalitanum . La pianista era Cristina Secchi, il contrabassista Rinaldo Asuni e il batterista Roberto Pellegrini