Ed eccoci giunti all’opera Ernani di Giuseppe Verdi, dramma lirico in quattro parti su libretto di Francesco Maria Piave, dal dramma Hernani di Victor Hugo e musica di Giuseppe Verdi (Roncole di Busseto, Parma, 1813 – Milano, 1901)in programmazione alla Stagione Lirica di Cagliari 2022.
Sabato 9 aprile alle 20.30 (turno A), per la Stagione lirica e di balletto 2022 del Teatro Lirico di Cagliari. che ritorna a Cagliari dopo 69 anni (l’ultima edizione risale al Teatro Massimo nel marzo 1953).
TRAMA
Parte prima: Il bandito.
Spagna, 1519. Ernani, sotto le cui spoglie si cela Don Giovanni d’Aragona, è a capo d’un gruppo di banditi datisi alla macchia; è ansioso di sollevare la rivolta contro il re, Don Carlo, per vendicare l’uccisione del padre. I suoi fedeli gli assicurano il loro aiuto. Si reca al castello di Don Ruy Gómez De Silva per incontrarne la nipote Elvira, della quale è innamorato (Come rugiada al cespite); l’amore di Ernani è ricambiato, ma la fanciulla, che deplora la propria sorte (Ernani, Ernani, involami), è promessa al vecchio zio. Al castello dei Silva si trova già Don Carlo, in incognito, anch’egli innamorato di Elvira. Quest’ultima riconosce in lui il re di Spagna, ma respinge le sue profferte (Da quel dì che t’ho veduta); di fronte all’insistenza di Don Carlo per condurla con sé, la fanciulla gli strappa dalla cintola il pugnale, pronta a difendere il suo onore. Da un uscio segreto compare Ernani e s’avanza per proteggere Elvira; il re riconosce il bandito e lo invita a fuggire. Entra all’improvviso Silva, sdegnato per l’attentato al suo onore (Infelice!… e tu credevi): ma riconosce il re e gli rende omaggio. Generosamente, Don Carlo consente a Ernani di allontanarsi.
Parte seconda: L’ospite.
La rivolta capeggiata da Ernani è fallita: il bandito, travestito da pellegrino, chiede ospitalità presso il castello di Silva. Questi lo accoglie e gli comunica che sta per sposare Elvira; Ernani allora, sconvolto, svela la sua identità e offre al rivale, come dono nuziale, la sua testa (Oro, quant’oro ogn’avido). Al castello giunge intanto Don Carlo, reclamando il bandito; ma Silva, legato dai doveri dell’ospitalità, fa nascondere Ernani e si rifiuta di consegnarlo. Il re fa perlustrare, invano, il castello (Lo vedremo, veglio audace); costringe poi Elvira a seguirlo. Ernani, a questo punto, rivela a Silva l’amore del re per la fanciulla, esortandolo a vendicare l’offesa recata al suo onore. I due stringono un patto; Ernani consegna un corno da caccia a Silva: quando questi vorrà la morte del bandito, non dovrà far altro che suonare tre volte nel corno ed Ernani si toglierà la vita.
Parte terza: La clemenza.
Ad Aquisgrana, nei sotterranei del sepolcro che custodisce le spoglie di Carlo Magno, si riuniscono i congiurati, capeggiati da Ernani. Li ha preceduti Don Carlo, sceso anch’egli di nascosto nel sepolcro (Ah, de’ verd’anni miei). Appreso che il re aspira al trono imperiale, i congiurati ne decretano la morte; si trae a sorte colui che eseguirà la sentenza ed esce il nome di Ernani. Tutti prestano di nuovo il loro giuramento (Si ridesti il leon di Castiglia), quando tre colpi di cannone annunciano che Don Carlo è stato eletto imperatore. Questi, col suo seguito, si mostra ai ribelli e ne decreta la morte. Ma cede, poi, alle insistenze di Elvira: fa dono della vita a Ernani e gli concede in sposa la fanciulla, mentre Silva medita propositi di vendetta.
Parte quarta: La maschera.
Nel palazzo di Don Giovanni d’Aragona, a Saragozza, ci si prepara alla festa nuziale. Tra i presenti viene notato un uomo in nero, mascherato. Mentre Ernani ed Elvira si abbandonano alla gioia, s’odono in lontananza tre suoni di corno: è Silva, che ricorda a Ernani il patto fatale. Il giovane tenta dapprima di commuovere Silva (Solingo, errante, misero); ma poi, tenendo fede alla parola data, si toglie la vita. Sul suo corpo esanime si accascia Elvira.
(da: “Dizionario dell’Opera, a cura di Piero Gelli – Baldini&Castoldi”)