Leggendo questo titolo vi chiedereste subito cosa possono avere a che fare un grande direttore d’orchestra come George Pretre e il cantante attore Miguel Bosè. Leggete di seguito
Miguel Bosé e “Se il tempo fosse un gambero“.
di Giampaolo Piga
In un noto studio medico una spiritosa e incauta infermiera rimprovero’ una vecchina per una ricetta sbagliata :< Lei signora questo non lo puo’ capire>, e prontamente la rimproverata rispose:< chi è nata tonta morira’ tonta quindi nemmeno lei potra’ capire>. Questo fatto certo fece sbellicare dalle risa i presenti insala e nemmeno io riuscii a trattenermi, ma in un certo modo mi fece anche riflettere su un fatto tutt’altro che banale.
Certo che la vita in teatro a volte è proprio strana e piena di sorprese.
Un andirivieni di cantanti e musicisti si mischia ad un andirivieni di musicisti e cantanti e da sempre ci sentiamo tutti come in una grande famiglia. Capita pero’a volte che nei corridoi ci si incroci con qualcuno che non è dei “nostri” e ci si domandi:< e questo chi e‘?>. Domanda piu’che lecita.
Quando però incontri un personaggio noto e non ti dai ragione del perché si trovi nel tuo teatro, viene ogico domandarsi:< e questo che ci fa qui?>.
Deve essere successo anche quella volta che nei corridoi del teatro vedemmo gironzolare Miguel Bosè.
Lo guardai anche io con una rara curiosita’ perche’ curiosita’ ne suscitava eccome. Era bello, anzi bellissimo, e il suo carisma da divo consumato, affascinava
in egual misura sia i maschietti sia le femminucce, e queste facevano a gara per non passare inosservate…cosa questa che col senno di poi…
Fu scritturato per un’opera di Debussy,”Le martyre de Saint Sébastien“, nel ruolodi un medico che sezionava un cadavere e nel suo camice bianco con una dizione
italiana pressoche’ perfetta, diede una impronta di grande rilevanza all’evento.
Certo che vedere sul podio un mago come Georges Prêtre e sul palco il divo sexy Miguel Bosé non è proprio cosa da tutti i giorni, per cui la strana accoppiata la ritengo tra le piu’ significative della mia vita di teatro.
Quando terminai la mia lunga e meravigliosa esperienza da tenore nella compagnia di operette, altre realta’teatrali fecero capolino e non furono poche le proposte per ruoli in cui per la prima volta non dovevo cantare.
Mi offrivano davvero di tutto e io a tutti rispondevo prontamente che non ne volevo sapere.
La proposta più interessante che rifiutai fu quella della commedia:”Se il tempo fosse un gambero”.
Narra la storia di una 80enne che invitata dal diavolo a tornare indietro ai suoi 20anni, ripercorre pero’ pari pari le stessecose che visse all’epoca della sua
giovinezza. Che senso ha allora tornare indietro nel tempo per poi rifare le stesse medesime cose allo stesso medesimo modo? A questo pensai quando la vecchina
dell’ambulatorio diede della tonta all’infermiera perche’ è proprio vero: chi è nato tonto se torna indietro, sempre tonto rimane.
Condivido con i miei lettori di Musicamore, una serie di racconti di vita teatrale vissuti dal collega tenore Giampaolo Piga. Molti di questi ricordi appartengono anche a me in quanto per qualche decennio abbiamo condiviso sia gli studi al Conservatorio di musica che la professione di artisti del coro al Teatro Lirico di Cagliari ,lavorando a stretto contatto con i più grandi nomi della lirica , del teatro e della danza.
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