Sono passati ormai 6 anni dal giorno in cui la mia professione al Teatro Lirico è terminata con la pensione (dopo quasi 35 anni), riprendendo a pieno ritmo la mia passione per l’insegnamento della tecnica vocale e del canto. Tante persone mi chiedono aiuto e consigli, curiosi di conoscere la propria voce, di capire come si canta, come si usa la respirazione diaframmatica, l’emissione. La maggior parte però mi chiede di voler migliorare l’estensione, quasi che le cose fossero distinte tra loro.
Quello che per tanti lo studio del canto era quasi un mondo proibito, oggi è alla portata di tutti al di là dell’età anagrafica, grazie alle scuole civiche e private. Se il Conservatorio statale (giustamente), è costretto a selezionare gli allievi attraverso degli esami di ammissione, nelle scuole private questo non avviene. Si fa in modo che tutti possano accedere almeno per cercare di sfruttare al massimo le proprie potenzialità anche se sono minime. Cantare in maniera corretta una canzone, una romanza, un brano accompagnato alla chitarra, al pianoforte o semplicemente al Karaoke può aiutare a sentirsi meglio. Non dimentichiamo che il canto è una vera e propria terapia!
I vocalizzi, alla base dello studio, sono una ginnastica per le corde vocali, così pure gli esercizi di respirazione. Quando si prende confidenza con queste cose basilari si può passare allo studio di un brano.
Generalmente lo studio della tecnica avviene davanti ad uno specchio che, stranamente a qualcuno crea disagio. C’è infatti chi, pur di non guardarsi mentre vocalizza preferisce guardare altrove. Ma lo specchio è fondamentale sia per la posizione della bocca che per la postura.
Inoltre, consiglio sempre a chi vuole iniziare lo studio del canto, di avvicinarsi anche alla lettura delle note sullo spartito, possibilmente davanti ad una tastiera di pianoforte. Poche norme importanti, ma essenziali che rendono più consapevoli delle proprie potenzialità vocali.