Trump si fa beffa di Pavarotti: «Non sono una diva come lui»
Rabbrividendo di freddo nel gelo del Michigan, Donald Trump si è fatto beffa di Luciano Pavarotti. «Non sono una diva come lui», ha detto il presidente degli Stati Uniti usando un pesante accento italiano per fare il verso al tenore: «No, no, no, stasera non canto».
«Donald, Donald, Donald stasera non canto, me ne vado», ha aggiunto Trump, tra le risate del pubblico di sostenitori. Una battuta apparentemente innocente, ma che ha un retroscena alle spalle. Trump aveva conosciuto Pavarotti avendolo invitato a cantare al Taj Mahal, il suo casinò di Atlantic City, l’11 novembre del 2000.
«Viene Pavarotti», aveva preannunciato Trump al columnist del «New Yorker» Mark Singer: «È il cantante più pagato del mondo, un milione di dollari a sera. Impossibile da avere, ma se lo chiamo, lo fa per me, e per molto meno. E sai perché? Perché mi ama, mi rispetta».
Quella sera, Trump aveva invitato a Atlantic City la sua allora girlfriend, Melania Knauss. La futura First Lady era arrivata nella ex mecca del gambling su un aereo privato con la promessa di una performance a cinque stelle.
La parcella di Pavarotti per il concerto era di un milione e mezzo di dollari e gli ospiti avevano pagato biglietti da mille dollari a testa. Tutto esaurito. Ma il concerto non andò a buon fine. Pavarotti cominciò a cantare, ma perse la voce: si fermò a metà nota e chiese di perdonarlo: «Non mi sento bene».
Furioso, Trump confrontò il tenore nei camerini chiedendogli almeno metà del compenso pattuito. «Sono raffreddato», avrebbe detto offrendo di tornare l’anno dopo per una performance gratuita davanti allo stesso pubblico.
Pubblicato ad inizio novembre dal Corriere del Ticino
“Donald Trump incompatibile con Pavarotti”
Nicoletta Mantovani e le figlie del tenorissimo contro l’uso del Nessun Dorma nella campagna elettorale
21/7/2016 – “Apprendiamo oggi che la romanza ‘Nessun dorma’ interpretata da Luciano Pavarotti viene utilizzata come parte della colonna sonora della campagna elettorale di Donald Trump. Tocca a noi familiari ricordare che i valori di fratellanza e solidarietà che Luciano Pavarotti ha espresso nel corso della sua carriera artistica sono incompatibili con la visione del mondo proposta dal candidato Donald Trump”. E’ quanto si legge in una lettera firmata sia dalle figlie del tenorissimo Lorenza, Cristina, Giuliana che dalla vedova Nicoletta Mantovani, che intendono così smarcare il nome di Pavarotti dalla campagna del candidato repubblicano alle presidenziali degli Stati Uniti.
La lettera, in italiano e in inglese, prende le distanze da Trump e, “così come altri artisti coinvolti hanno già fatto in prima persona – scrivono le quattro donne della famiglia Pavarotti – esprimiamo pertanto la nostra disapprovazione”.