A proposito del mio post precedente (V.Post) ho voluto fare una ricerca su come i musicisti si siano ispirati e abbiano amato la deliziosa bevanda originaria del sud America
Bach ad esempio, ha dedicato una sua cantata al caffè con una vera e propria trama. La cantata del caffè, scritta tra il 1732 e il 1734 ed eseguita per la prima volta al caffè Zimmermann da parte del Collegium Musicum lipsiense, su libretto è di Picander, narra la storia di un padre che rimprovera la figlia perchè essere dedita al terribile vizio di bere caffè, ammonendola che se non smetterà di berlo, non le permetterà di sposarsi. La fanciulla ubbidisce all’ordine paterno, si sposa… ma nel contratto di matrimonio pone la clausola che, dopo essersi sposata, potrà bere tutto il caffè che vuole. Un coro introduce e commenta tutto quanto.
Il grande musicista Gioachino Rossini, conosciuto per la sua passione della cucina gourmet, adorava il caffè e si narra che da giovanissimo talento, si trovava a Napoli (dal 1815 al 1821) e fu nominato direttore musicale del Real Teatro San Carlo. Incarico questo tra i più ambiti dell’epoca perché significava essere il primo “direttore musicale” della penisola italiana.
Domenico Barbaja gli commissionò la realizzazione dell’Otello, in cambio gli diede ospitalità nel suo bellissimo palazzo nel centro di Napoli.
L’artista rapito dal fascino della città partenopea e dalle tentazioni che essa offriva, non scrisse nemmeno una nota dell’opera commissionatagli. Racconta Dumas che il grande pesarese passava intere giornate seduto ai tavolini dei Caffè di via Toledo gustando le mille prelibatezze della cucina partenopea; in particolare amava bere uno speciale caffè con l’aggiunta della cioccolata (questo caffè poi prenderà il nome di Barbajata in onore a Domenico Barbaja).
Quando mancavano meno di due settimana alla prima e non si vide consegnata l’opera promessa disperato Barbaja decise di “rinchiudere” Rossini in una stanza del suo palazzo fino a quando non gliela avesse consegnata.
Vistosi “prigioniero” Rossini decise finalmente di mettersi a lavoro. Fu così che in pochi giorni compose l’Otello che fu rappresentato per la prima volta a Napoli il 04 dicembre1816.