La storia di “O sole mio”

In questo periodo di reclusione per colpa del coronavirus  in tanti  si sono dedicati alla canzone dai balconi. Uno dei brani più eseguiti è stato sicuramente la popolare “O sole mio” . Il sole si sa, è sempre stato fonte di ispirazione per artisti di ogni genere : musicisti  poeti,  pittori, fotografi.
A volte  la collaborazione fra  loro ha portato a grandi capolavori.
Il giornalista e redattore delle pagine culturali del quotidiano “Roma” di Napoli, Giovanni Capurro, scrisse nel 1898  i versi di O sole mio affidando la composizione musicale a Eduardo Di Capua.
In quel tempo Di Capua si trovava a Odessa, in Ucraina, con suo padre violinista in un’orchestra e pare che la musica sia stata ispirata da una splendida alba sul Mar Nero.
Il brano venne poi presentato a Napoli ad un concorso musicale promosso dall’editore Bideri ma senza ottenere grande successo ed arrivando secondo. In seguito poi si diffuse sempre più – anche fuori dall’Italia – fino a diventare un vero e proprio patrimonio della musica mondiale.
Però, nonostante il grande successo, i due autori  Di Capua e Capurro, non fecero in tempo a godere anche finanziariamente di questo enorme successo e morirono in povertà negli anni venti.
La più grande interpretazione di questa canzone rimane probabilmente quella di Enrico Caruso, ma moltissimi altri artisti hanno interpretato il brano, del quale esistono molteplici versioni; fra le più famose quella di Elvis Presley, col titolo di “It’s now or never“, derivata da una precedente incisione dell’attore e cantante Tony Martin.
Il disco di Presley, pubblicato nel settembre del 1960, vendette dieci milioni di copie, risultando il più venduto della sua carriera.


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