A Milano il ritorno di “Zingari” di Ruggero Leoncavallo

AB HARMONIAE e SERATE MUSICALI

presentano Stagione 2019/2020

 Nel centenario della scomparsa di Ruggero Leoncavallo ( (1857-1919) e nel 110° anniversario della nascita di Gianadrea Gavazzeni, una giornata dedicata all’opera “Gli zingari”.
Un doppio omaggio a cura di Denia Mazzola Gavazzeni.

 lunedì 4 novembre 2019, ore 20.45

Sala Verdi, Conservatorio di Milano
Via Conservatorio 12

Milano, 29 ottobre – Sarà dedicata alla riscoperta dell’opera “Zingari” di Ruggero Leoncavallo (1857-1919) la giornata organizzata dalla soprano Denia Mazzola Gavazzeni, lunedì 4 novembre prossimo presso il Conservatorio G. Verdi di Milano. Un omaggio che festeggia contemporaneamente il centenario della scomparsa del compositore napoletano e il 110° anniversario della nascita del grande indimenticato Gianandrea Gavazzeni.

Alle ore 20.45 in Sala Verdi del Conservatorio di Milano, andrà in scena in forma di concerto l’opera in un atto e due quarti su libretto di Enrico Cavacchioli e Guglielmo Emanuel, che vedrà protagonisti l’Orchestra Filarmonica Italiana diretta da Daniele Agiman, Denia Mazzola Gavazzeni nei panni di Fleana, Giuseppe Veneziano, nel ruolo di Radu, Armando Likaj, nel ruolo di Tamar, e Giorgio Valerio, nel ruolo del vecchio. Con la partecipazione di Luca Schieppati che ne guiderà l’ascolto, e del Coro Ab Harmoniae diretto da Damiano Cerutti e Maxine Rizzotto.

Nel corso della giornata, a partire dalle ore 10.30, si terrà nella Sala Biblioteca del Conservatorio di Milano, il convegno “Il verismo di Leoncavallo”, un “colloque” di approfondimento durante il quale nomi quali Matteo Sansone, Cesare Orselli, Johannes Streicher e Bernardo Pieri prenderanno a turno la parola per raccontare del nomadismo in musica e del profilo di un grande compositore quale è stato Ruggero Leoncavallo, attraverso interviste e articoli della stampa angloamericana, nonché della teatralità dell’opera leoncavalliana. Saranno presenti anche Paolo Petronio, autore di numerose pubblicazioni musicologiche, e Ottavio Palmieri, fondatore e presidente del Leoncavallo Festival di Brissago (CH).

L’evento, già applaudito in anteprima a Bergamo lo scorso luglio per Bergamo Estate, è prodotto dall’associazione Ab Harmoniae Onlus in collaborazione con Serate Musicali nell’ambito della stagione concertistica 2019/2020 e prosegue un percorso di ricoperta intrapreso da Mazzola Gavazzeni due anni fa e giunto quest’anno alla terza tappa. Dopo La Falena di Antonio Smareglia, nel 2017, e L’enfante Prodigue di Claude Debussy accanto a L’incantesimo di Italo Montemezzi, nel 2018, quest’anno si celebra Ruggero Leoncavallo, compositore nato a Napoli nel 1857 e morto a Montecatini nel 1919, cento anni fa.

L’opera di Leoncavallo, su soggetto liberamente ispirato all’omonimo poema di Pushkin, che già improntava il nascente Aleko di Rachmaninov, mantiene, nel suo essere dichiaratamente verista, uno stile stringato e conciso, dal forte senso drammatico, con una generosa ispirazione melodica. Tratti che caratterizzano tutte le sue composizioni.

Zingari, opera che evoca anche una certa nostra attualità, racconta una vicenda che rovista nel campo nomade e raccoglie suoni di una società nella società, di un sistema di regole senza regole. Se in Pushkin il fervore accattivante, indisponente, arcaico, in quel senso della collettività che annienta il provato, è addolcito e sublimato, in Leoncavallo diventa passione, gelosia, follia e delitto.

La protagonista dell’opera, Fleana, libera e bella, infrange le regole del campo e invita a unirsi alla tribù il principe Radu, fuggito dalla sua vita di agi e certezze per seguirla, per vivere, giorno dopo giorno, la passione per Fleana, amata da lungo tempo, e in segreto, anche da Tamar. Con il permesso del vecchio capo del campo, Fleana sposa Radu con rito di sangue, scatenando le gelosie di Tamar che tenterà  di avventarsi su di lei e di ucciderla. Sui frequenti e insidiosi melismi che Leoncavallo affida alla protagonista, Fleana incanta e soggioga con danze e canti sensuali tutta la comunità. Il tempo passa, scandito da un intermezzo sinfonico. Consumata la fiamma d’amore che la divorava per Radu, Fleana volge ora il proprio desiderio a Tamar e, nella passione delle notti d’amore, tradisce Radu. A nulla valgono i patetici richiami e le suppliche di Radu; Fleana, con massima sfrontatezza, persegue nella sua relazione con Tamar. Con perfetta concisione drammaturgica, Leoncavallo trasforma in poche pagine la risata di Fleana in un grido, e, mentre il fuoco appiccato da Radu avvolge il suo carro, bruciano i corpi allacciati degli amanti. Una risata, folle, si leva, alta. È quella di Radu che al sommo della follia e privato del suo sogno, si trafigge ai piedi del carro dell’amata.

La prima dell’opera, accolta con grande successo, fu rappresentata il 16 settembre 1912 al Teatro Hippodrome di Londra, diretta dal compositore stesso. Interpreti principali furono Rinalda Pavoni e Egidio Cunego.

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