Alla Scala il “Die tote Stadt”

Dal 28 maggio al 17 giugno al Teatro alla Scala  va in scena Die tote Stadt: sarà una storica “prima volta” alla Scala per questo capolavoro firmato nel 1920 da Erich Wolfgang Korngold, enfant prodige la cui carriera operistica fu drasticamente compromessa dall’ascesa del nazismo.

Un’opera affascinante e struggente, intrisa di psicanalisi sul conflitto tra una sensualità istintuale e liberatoria e le forze oscure che si celano sotto l’ossessione per la purezza passata: un giovane vedovo vive nel culto della memoria della moglie morta finché incontra una giovane e disinibita ballerina estremamente somigliante all’amata perduta, scatenando una spirale fra il i legami del rimorso e del culto del passato e la pulsione carnale verso la nuova fiamma. Materiale drammaturgico intenso per la regia molto attesa di Graham Vick, maestro di originalità e intelligenza teatrale che colloca la vicenda nel quadro delle tragedie del ‘900.

Oltre alle avvincenti tematiche del libretto, l’opera fu immediatamente amatissima anche per la sua straordinaria ricchezza melodica, armonica e strumentale, di impianto classico ma con tutte le lussureggianti palette sonore del primo XX secolo. 

Alan Gilbert, già direttore principale della New York Philharmonic e oggi dell’orchestra di Stoccolma in attesa di assumere la guida della Elbphilharmonie di Amburgo, sarà sul podio per restituire tutte le sfumature della partitura.

Il cast, fortemente incentrato sulla coppia di amanti, ha due protagonisti d’eccezione: Klaus Florian Vogt è tra i più ricercati tenori tedeschi oggi, grande wagneriano dall’inconfondibile timbro argentino ed emissione flautata, Asmik Grigorian, impegnata a cantare, danzare e recitare in una parte di estrema difficoltà è una delle artiste emergenti più brillanti degli ultimi anni nella scena operistica, vincitrice nel 2016 di un International Opera Awards.

Come avviene per tutte le opere da scoprire e approfondire, 45 minuti prima di ogni recita di Die tote Stadt il Professor Franco Pulcini tiene un incontro introduttivo presso il Ridotto dei Palchi per tutti i possessori di un biglietto per lo spettacolo.

Biglietti online da 29€ (da 13€ per ScalAperta del 31 maggio).

 

Erich Korngold era definito da Mahler,ancora in giovane età “un genio” .  Era figlio dell’influente e assai conservatore critico musicale della Neue Freie Presse di Vienna.

Allievo di Zemlinsky, le sue prime opere vengono dirette e promosse da Bruno Walter. L’avvento del Nazismo e le persecuzioni contro gli ebrei lo costringono a lasciare l’Europa per Hollywood, dove grazie al sodalizio con Max Reinhardt intraprende una seconda carriera da compositore di colonne sonore: al Sogno di una notte di mezza estate di Reinhardt seguono pellicole di grande successo con Errol Flynn, che gli valgono due Oscar. 

Die Tote Stadt, basato sul romanzo Bruges la Morte di Georges Rodenbach, è il capolavoro di un compositore ventitreenne ma già all’apice della carriera, tanto da guadagnarsi una doppia “prima” ad Amburgo – dove dirigeva Otto Klemperer – e Colonia e imporsi come uno dei maggiori successi degli anni ‘20. Mai eseguita alla Scala, è affidata per la parte musicale a Alan Gilbert, mentre il nuovo allestimento segna il ritorno di Graham Vick. In palcoscenico un cast prestigioso che schiera Klaus Florian Vogt, che manca dal Piermarini dal Fidelio inaugurale del 2014, e Asmik Grigorian, tra i cui recenti successi va ricordata almeno la parte di Marie in Wozzeck a Salisburgo nell’estate 2017.

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