A furia di riflettere, mi sono trasformato in uno specchio. Il bancario Iban il terribile . L’ottico Occhio per occhio, lente per lente. Il dermatologo Lei a pelle non mi piace. L’ortopedico La mia anca è differente.
Questi sono solo alcuni “lazzi” del libro di Marcello Atzeni alla sua prima fatica letteraria.
Scrive così di lui la giornalista Maria Paola Masala nella prefazione del libro.
Parzialmente stremato, si definisce Marcello Atzeni in uno dei molti pensieri che compongono questa sua raccolta di aforismi, lazzi e rovelli di ogni genere. Parla del latte, naturalmente, giocando su una lettera dell’alfabeto, ma se è vero che tutto ciò che si scrive è autobiografico, sta parlando di sé stesso: un ottimista tragico, per il quale “ Il miglio deve ancora venire”. Lo spera qualunque canarino, ne è fermamente convinto anche lui. E con lui quel bambino- fortemente attratto da qualunque oggetto circolare evocasse un disco, e col disco la musica- che gioca con una pentola nel cortile della casa della nonna , a Barumini, ignaro della vita che verrà . Biologo e giornalista fortemente attaccato alla terra, alla lingua, alla schiettezza dei suoi avi, riserva l’aspetto più sentimentale del suo temperamento a molti dei racconti che scrive, e tiene ancora chiusi nel cassetto. Qui, in questo florilegio di battute fulminanti che costituisce la sua opera prima, concentra il meglio del suo ( finto) cinismo, del suo amore per i giochi di parole, della sua capacità di divertirsi per un non sense, del suo continuo farsi domande.
“ Ma se sono obiettivo e sensibile, corro il rischio di un attentato?” è solo uno dei tanti curiosi quesiti senza risposta che il nostro autore si pone. Perché sotto la crosta della goliardia, del motteggio sapido, di uno humour talvolta amaro, c’è sempre nascosto un piccolo rovesciamento del punto di vista: saper guardare dove gli altri non guardano.
Per info ed eventuali presentazioni scrivere a marcello.atzeni@virgilio.it