Stazione metropolitana leggera di Cagliari Piazza Repubblica.
Erano circa le 8,30 quando sono arrivata, l’accordatore era già lì con un po’ di anticipo rispetto al nostro appuntamento. Aveva appena aperto la cassa del pianoforte mettendo in bella mostra la meccanica, armeggiando con ” chiavi” di diverse misure. Ascoltava con attenzione i suoni delle singole corde tirandole con molta delicatezza.
Quel pianoforte, donato solo due anni fa, era stato vandalizzato brutalmente mettendolo fuori uso quasi subito. Graffi dappertutto, tasti e leggio divelti. Fino a ieri mattina era chiuso con un lucchetto.
La guardia giurata, custode della chiave, avvisava chiunque ne facesse richiesta, che lo strumento era talmente scordato da non permettere di suonare neppure la più semplice melodia.
Durante l’operazione di accordatura c’era un via vai di persone che buttavano l’occhio per capire cosa stesse succedendo. Qualche curioso si avvicinava chiedendo notizie del perchè di questa operazione. Mi prodigavo subito a dire che la sera ci sarebbe stato un concerto con dei cantanti lirici e che di lì a poco avremo fatto qualche prova.
C’era il tizio che osservando l’accordatore, evidenziava che quel mestiere oggi è molto più facile di un tempo raccontando che suo nonno faceva tutto ad orecchio e non aveva certo bisogno di “macchinette” . Insomma chiunque passasse aveva da dire la sua incurante del fatto che l’accordatore aveva bisogno di estremo silenzio e che parlando gli avrebbero rallentato il lavoro superando le tre ore previste .
Dopo una mezz’oretta ecco arrivare un treno dal quale scende un bel gruppo di ragazzi, inizialmente di corsa, e poi , una volta davanti al pianoforte aperto rallentando e fermandosi ad osservare. Ho viso nei loro volti stupore , come i bambini che vedono per la prima volta un giocattolo sempre e solo sognato.
Fra un pendolare e un viandante ecco giungere un ragazzo di circa 25 anni, dall’aspetto evidente di uno che soffre di qualche dipendenza . Barcollando osserva in silenzio il completamento del lavoro e senza perdere tempo, a lavoro terminato, si siede subito davanti alla tastiera cominciando a strimpellare a caso e tentando di imitare i grandi pianisti dondolandosi senza una logica.
Non sapevo come fargli capire che doveva lasciare il pianoforte perchè era arrivato il pianista Francesco Adamo che avrebbe dovuto accompagnare i cantanti del concerto della sera. Gli dico che almeno per tutta la giornata quel pianoforte sarebbe stato di nostra proprietà dal momento che avevamo finanziato l’accordatura. Non ha fatto storie, si è alzato ma non ha tolto gli occhi dalla tastiera e si è messo ad osservare le dita del pianista che sfioravano i tasti con grande agilità. Chissà, magari da bambino avrebbe desiderato poter studiare il pianoforte ma il destino aveva deciso diversamente per lui.
Nel frattempo il personale della stazione, gentilissimo, si è messo a disposizione per sistemare la saletta affinchè fosse tutto pronto per il concerto della sera . Dentro di noi c’era la speranza che quello spazio si potesse riempire, ma avevamo dei dubbi. Il tempo non ci stava aiutando, vento e pioggia avevano preso il sopravvento dalla mattina presto.
Arriva poi una signora con buste della spesa. Guardandosi in giro capisce che c’è qualche novità in corso . Appena le dico del concerto subito si illumina riferendomi che da giovane era un soprano . Mi guarda negli occhi e comincia a cantare. Sento in lei una voce intonata e molto curata, avevo capito che non mentiva. Si siede sulla panca accanto al pianoforte e mi racconta un po’ della sua vita, era una rumena trasferitasi in un paese del cagliaritano ormai da più di 25 anni.
Finalmente arriva il tenore Francesco Scalas che non perde tempo ed intona un brano di quelli che eseguirà nel concerto della sera, utile per provare l’acustica. La signora si incanta e per un attimo mi pare di leggere nel suo pensiero il desiderio di poter essere in palcoscenico con lui.
Un altro signore di mezza età dall’aspetto eccentrico con la barba lunga e bianca si ferma invece ad osservare il pianista. Si capisce che vuole domandargli qualche cosa ma non vuole interrompere le prove. Approffitta di una pausa per domandare se era disponibile per lezioni private.
Fine prima parte (leggi qui la seconda parte)