Per tutti era Cicci, Vincenzo Schirru, che ha servito centinaia di musicisti sardi.
Ero poco più che adolescente e lui era il giovanissimo commesso di una nota ditta di strumenti musicali, la più importante del cagliaritano.  Cominciavo a fare musica nella mia parrocchia con una chitarra e qualche libretto di accordi. La mia prima chitarra l’ho acquistata da lui che già allora, posso dirlo, aveva una vera e propria vocazione nei rapporti col pubblico. Dal quel negozio si usciva sempre soddisfatti perchè lui si faceva in quattro per accontentarti. Ricordo, come fosse oggi, che nel mio gruppo, tutti adolescenti e squattrinati, si aveva bisogno di un amplificatore per poter portare la musica nelle case di riposo. Il nuovo costava troppo, e anche mettendo insieme le paghette dei nostri genitori e la questua di qualche messa cantata, non si raggiungeva la somma per acquistarne uno. Lui si prodigò per trovarne uno usato. Per noi è stata una gioia immensa e per lui grande soddisfazione.
Un giorno mi disse che aveva deciso di mettersi in proprio. Aprì un negozio  (Il controfagotto) con un amico, vicino al Conservatorio di musica quella che poi sarebbe diventata la mia scuola. Diventò così il punto di riferimento di noi studenti e di tutti i musicisti che andavano e venivano dal conservatorio e poi dal Teatro lì accanto . Da Cicci si trovava lo spartito o lo strumento , ma sempre anche una battuta e un sorriso che gli veniva dal cuore e poi  ho scoperto anche da una grande spiritualità.
Pian piano ci siamo persi di vista . A distanza forse di oltre un decennio dall’ultima volta, sono rientrata in quel negozio, qualche settimana fa, per acquistare un’ armonica per un  nipotino che comincerà la scuola media. Ho pensato a Cicci ben sapendo che era ormai era in pensione e non lo avrei certamente incontrato. Con mia grande sorpresa invece era lì, un po’ diverso dall’ultima  volta, aveva qualche chilo in più ed ho stentato a riconoscerlo se non fosse stato per il suo inconfondibile sorriso e i suoi simpatici baffi. Ci siamo salutati affettuosamente e subito abbiamo ricordato i tempi in cui acquistavamo gli strumenti e gli spartiti per il coro della parrocchia. Come sempre mi ha fornito ciò che cercavo dandomi i consigli giusti sullo strumento più adatto. Abbiamo parlato del più e del meno, dei miei allievi, del Teatro lirico e e dei  programmi della nuova stagione. Il saluto è stato un arrivederci a presto senza far passare altri 15 anni.
Ieri ho ricevuto incredula  la triste notizia che Vincenzo (Cicci) ci aveva lasciato quasi improvvisamente . Per la fede profonda che lo contraddistingueva ora è sicuramente lì,fra gli angeli, a gioire della musica suonata qui, sulla terra, dai tanti musicisti che hanno avuto l’onore di conoscerlo ed essere serviti da lui.
Un affettuoso abbraccio alla moglie e ai suoi figli.

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