Tra un drink e un Mi bemolle

Ero troppo curiosa di vedere la reazione della gente davanti ad una rappresentazione inusuale come quella de La Traviata sulla rotonda del Lido di Cagliari, seppure in forma di concerto.
Non è la prima volta che un’Opera viene rappresentata in riva al mare. Indimenticabile  il decentramento del Teatro lirico , nei primi anni ’90, in Costa Smeralda dove, per diversi anni, si è cantato sulla spiaggia di  Porto Raphael  , con Raphael presente vestito di bianco.
Ieri il concerto è iniziato alle  le 20 precise. Sono arrivata con calma contando sul fatto che ci sarebbe stato un leggero ritardo sull’inizio dello spettacolo. Invece no, puntualissimi esattamente come in teatro. Giusto! Il pubblico deve sapere che a teatro si arriva puntuali.
Avevo appuntamento con una collega che mi aveva anticipato via SMS il pienone e anzi mi aveva riservato un piccolo spazio sulle scale per poter scattare qualche foto e fare la ripresa (vedi video sottostante). Ottima postazione per poter osservare il tutto dall’alto, ma allo stesso tempo essere in mezzo alla gente, quella comune che probabilmente della Traviata ne aveva solo sentito parlare. La platea (se così si poteva chiamare) era composta dai tavolini del bar situati davanti alla Rotonda, dove il pubblico, quello affezionato ed esperto, aveva preso posto da presto per poter consumare in santa pace un aperitivo prima dell’inizio.
Due signore parlottavano alla mia destra. Una sosteneva che la Traviata era quella famosa del “Brindiam gli allegri calici” , la seconda, meno esperta insisteva nel dire che era quella dell’Amami Alfredo. Diciamo che più o meno ci avevano azzeccato tutte e due.
Dopo una breve presentazione  di Anthony Muroni , direttore del quotidiano L’Unione Sarda, ha avuto inizio il concerto. Un susseguirsi di brani tra i più famosi dell’opera verdiana si sono alternati a brevi racconti della trama . Il dottor Muroni è uno stimato giornalista, ma in quest’occasione avrebbe dovuto studiarsi meglio  la storia di Violetta. E  vero che una svista può capitare a tutti !  🙂
Gli artisti hanno eseguito i loro brani nonostante la grande umidità che sappiamo essere un killer per le corde vocali. C’era una certa sofferenza, ma è comprensibile, non si può avere tutto. L’opera fuori dal suo ambiente è bella ma non si può certo cercare la perfezione dal punto di vista vocale. Gli artisti si  sono anche dovuti esibire con un ambiente circostante abbastanza rumoroso che pullulava di bambini gioiosi che continuavano a giocare nella spiaggia come in pieno giorno,  mentre gli addetti al bar  scaricavano rumorosamente  le bottiglie nei cassonettic ompletamente indifferenti  alle acrobazie vocali del soprano che necessitava della massima concentrazione.
Diversamente da come è scritta l’opera, il programma si è concluso col Brindisi che ha visto coinvolti tutti i cantanti (ma l’originale prevede il coro) .
Il pubblico ha accompagnato  col battito delle mani il finale del brindisi, senza rendersi conto che quella non era Vienna e neppure  la Marcia di Radetzky .
Esperimento comunque riuscito. Un plauso a chi ha avuto l’idea.

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Un commento

  1. Io invece preferisco “tu non sai quanto soffrì” (forse perché ero baritono)? Ahahahah 😀
    Bella iniziativa, comunque. Bravissima.

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