Vite di Carbone è uno spettacolo di danza ideato da Claudia Tronci con la coreografia di Davide Cauli. E’ una storia vera raccolta proprio dalla Tronci direttamente dalla testimone ultranovantenne Barbara Concas, una delle ultime cernitrici della miniera di Montevecchio (Iglesias). Barbara Concas donna di miniera è felice di poter far conoscere un pezzo di storia della Sardegna attraverso anche questa forma di spettacolo.
Claudia Tronci aveva già messo in scena questo spettacolo tempo fa, in forma di saggio con le allieve della sua scuola di danza.
La protagonista della storia e sua figlia saranno ospiti d’onore il giorno della prima , il 2 Novembre all’Auditorium di piazzetta Dettori a Cagliari, all’interno del prestigioso festival internazionale, FIND.
VITE DI CARBONE
E’ uno spettacolo dedicato alla tenacia delle donne sarde, prende come storia esemplare quella di una delle donne che hanno lavorato in miniera.
Vite di carbone nasce dalla testimonianza di Barbara Concas una delle ultime cernitrici della miniera di Montevecchio, donna forte e pragmatica dolce e materna che ha vissuto tutta la vita in un territorio della Sardegna: bellissimo, aspro e selvaggio.
Le origini: Vite di carbone prende spunto dalla vicenda narrata adattata e tradotta in una messa in scena danzata, avvincente e poetica, che vuole essere la testimonianza di un certo periodo e di una determinata condizione sociale, culturale e umana.
Barbara è la protagonista a 360°, compare per la prima volta in scena, ancora fanciulla, e conclude lo spettacolo con le sue memorie di donna anziana (nome originale, per antonomasia, rappresentativo del personaggio – omonimia come S.Barbara protettrice dei minatori).
Barbara oggi ha 92 anni, vive ancora nel villaggio di Montevecchio con i suoi ricordi.
Lo spettacolo: della durata di sessanta (60) minuti nella versione integrale e/o e quaranta (40) minuti nella messa in scena ridotta, contiene sensazioni del presente e ricordi del passato. Immagini che ritornano grazie al paziente lavoro di ricerca curato da Claudia Tronci che ha raccolto testimonianze e racconti e ne ha affidato la regia e coreografia a Davide Cauli che li ha riuniti in una pièce teatrale danzata a ripercorrere quelle vicende umane con un susseguirsi di momenti poetici e di rimandi. Un continuo susseguirsi di emozioni, flash back e riflessioni, che spostano continuamente il presente scenico dalla memoria, al racconto al vissuto hic e nunc.
Barbara è una bambina povera, figlia di un minatore. Un giorno come tanti suo padre viene a mancare e a fine turno viene portato a casa da un minatore silenzioso e consegnato alla madre. Il silenzio e il tempo del dolore dura un giorno. Il giorno dopo Barbara “eredita” il lavoro, la responsabilità della famiglia e di una Vita di carbone. Barbara in miniera incontrerà la fatica la durezza delle pietre e la dolcezza dell’amore. La vicenda viene interpretata attraverso la danza, la musica, immagini e filmati.
Obbiettivi: Vite di carbone oggi è un progetto artistico che racchiude e si propone di comunicare i grandi valori di una Sardegna che non esiste più, di parte della nostra storia, delle nostre tradizioni e della cultura contemporanea.
Ruoli e Danzatori interpreti:
Barbara e Maria (madre di barbara) Claudia Tronci;
Efisio (marito di Barbara) e Giovanni (padre di Barbara) Davide Cauli.
Ideazione e progetto: Claudia Tronci;
Coreografia regia e traduzione scenica: Davide Cauli.
I temi musicali: conterranno brani per orchestra d’archi, canti e sonorità della migliore tradizione isolana arrangiati e arricchiti da ambientazioni sonore sul tema della vicenda e della vita mineraria.
Vite di carbone è omaggio alle donne Sarde, alle donne di miniera, alla loro grazia e alla durezza delle loro vite cupe. Al loro spirito di sopravvivenza.
DOMENICA 2 novembre 2014 – Auditorium Piazzetta Dettori ore 21