L'emozione della mia prima volta

Era un giorno di settembre, più o meno come quello di oggi, molto grigio, ma non era grigio per me che stavo per cominciare un’avventura che continua ancora oggi. Avevo ricevuto una telefonata che mi annunciava l’inizio del mio lavoro, quello di Artista del coro nel teatro più importante della mia regione: Il Teatro lirico di Cagliari. L’emozione era tanta, la paura pure, soprattutto quella di non essere all’altezza di questo posto, e l’incontro con i colleghi tutti molto più grandi di me.

Per fortuna, quel giorno, non ero sola perchè con me era stata chiamata anche la mia compagna di studi. Cominciavamo insieme, complici e contente di quel posto tanto ambito, dopo aver concluso gli studi musicali solo qualche mese prima.

Ricordo che fummo accolte con un sorriso un po’ da tutti. Molti ci avevano sentito alle audizioni e si complimentavano con noi per il risultato ottenuto.

Appena entrate in sala ci è venuto incontro il maestro del coro, un omone alto, dall’aspetto burbero, che ci ha indirizzato verso le nostre sezioni e i nostri posti, consegnandoci gli spartiti e facendoci sedere al fianco delle colleghe più anziane  per sentirci in qualche modo protette e guidate.

Si provava l’Otello. Era un’opera di repertorio per tutti meno che per me che dovevo leggere a prima vista lo spartito, ma con la collega esperta al fianco mi sentivo tranquilla. Tranquilla si fa per dire ….ma non da subito. Infatti, appena il maestro ha dato l’attacco, il coro è esploso in una quantità di suono talmente grande da esserne avvolta  al punto che l’emozione mi ha  letteralmente bloccato le corde vocali. Ho cominciato prima a lacrimare senza controllo e poi a singhiozzare  in maniera irrefrenabile. La causa era sicuramente per l’immensità di quella musica verdiana e soprattutto la presa di coscienza che stavo cantando per lavoro , la mia grande passione da sempre, e che sarei stata pagata per farlo! Un lavoro che ancora oggi prosegue, anche se ormai è sulla dirittura d’arrivo, e che non ho mai pensato, neanche per un minuto, di abbandonare o di odiare, ma che ho sempre soltanto amato immensamente.

2 commenti

  1. Che bello, Ale! Che bei ricordi! Sei un’amica dolcissima e ti voglio un gran bene (ovviamente da vecchio nonno 😀 )

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