FELIX KARLINGER – UN AMBASCIATORE DELL’ARTE PORRINIANA IN GERMANIA
Nella musica di Porrino la Sardegna possiede ben più che un insieme di note musicali; la musica di Porrino assicura per sempre alla sua terra, depositaria del grande tesoro, una voce in capitolo nella grande scena del mondo.
(F. Karlinger)
Spesso, da quando ho dato alle stampe testo e compact disc de I Shardana di Ennio Porrino, sono stato contattato diverse volte da studenti, laureandi o semplici amanti della musica porriniana, con la preghiera di aiutarli a trovare recensioni, critiche e scritti vari sull’opera del compositore cagliaritano, nonché informazioni sulle esecuzioni delle sue sinfonie, balletti e opere liriche. Pensavano insomma che, oltre all’eccellente monografia di Mario Rinaldi (1961), alcune pubblicazioni di Felix Karlinger e altri pochi scritti, esistessero ben pochi saggi e articoli su Porrino e la sua arte.
Se è vero che, come scrisse Rinaldi, su Porrino è stato scritto talmente tanto che è “impossibile una catalogazione di tutti gli articoli critici che hanno parlato delle musiche e delle esecuzioni del Porrino” (Mario Rinaldi, 1965), nacque in me così la curiosità di verificare l’affermazione del critico musicale romano con l’obiettivo finale di pubblicare un volumetto che potesse diventare per studenti e studiosi alle prime armi (e non) un punto di riferimento abbastanza utile di introduzione allo studio dell’opera porriniana, soprattutto allo scopo di facilitare la ricerca bibliografica sull’argomento. Ed effettivamente, da un accurato spoglio bibliografico che chi scrive ha condotto di recente, è stato possibile rilevare che dai primi anni Trenta del Novecento fino ai nostri giorni è stata pubblicata (e non solo in Italia), una mole veramente immensa di articoli (circa tremila) su Ennio Porrino, sia di tipo biografico che riferita a esecuzioni e rappresentazioni sulle sue creazioni musicali o sulla sua musica in generale.
Ma va detto che la stragrande maggioranza di questi articoli, e quindi anche la celebrità di Porrino, si colloca nel periodo in cui il compositore era ancora in vita, e andrà via via scemando dal 1969 (anno del decennale della sua morte) in poi fino ai giorni nostri.
Le critiche negative sulla musica porriniana, più di matrice ideologica che di vera e propria critica musicale, si contano sulle dita di una mano; titoli come: “I repubblichini all’opera” in occasione della prima del grande oratorio Il Processo di Cristo (Roma, 12 aprile 1952, Teatro Argentina) contrastano con le restanti critiche tutte positive. Sullo stesso tenore è un altro articolo pubblicato in occasione della prima esecuzione assoluta del Concerto dell’Argentarola (Roma, 17 gennaio 1954), ritenuto uno dei capolavori del compositore cagliaritano. Anche in questo caso il giudizio dei critici italiani nei restanti articoli sulla prima romana del Concerto è unanimemente positivo.
Se volgiamo lo sguardo all’estero vediamo che Felix Karlinger saluta l’uscita del disco contenente il Concerto di Porrino e il Concierto di Rodrigo con due recensioni risalenti al 1961. Altro titolo di un lavoro porriniano eseguito all’estero, questa volta per musica da camera, è: “Triomphe de la grande pianiste Lya de Barberiis” in occasione del primo concerto di una lunga e fortunata tournée dell’indimenticabile pianista che tra il 2 dicembre 1968 e il 21 marzo del 1969 eseguì Preludio in modo religioso e Ostinato di Porrino a Toulon, Nimes, Nizza, Aix en Provence, Valencia, Murcia, Granada, Sevilla, Madrid, Málaga, Gibilterra, Tangeri, Casablanca e Meknès. Spostiamoci a Boston in occasione dell’esecuzione di Sonar per Musici di alcuni anni prima: “Sonar per Musici, un concerto per archi e clavicembalo di Ennio Porrino, è stato il lavoro più affascinante del programma, che comprendeva Vivaldi, Mozart, Remy Principe e lo stesso Porrino” (The Boston Daily Globe, 16 gennaio 1959).
Nel 1958, in un articolo che non ha bisogno di essere commentato, il musicologo e critico Ramón Bayod y Serrat, a Barcellona, accoglieva così la prima dell’opera lirica in un atto L’organo di bambù rappresentata nel teatro dell’opera della metropoli catala: “La musica che il Maestro Porrino scrisse per dar vita sonora allo sfondo del tema letterario, implica un positivo valore dell’attuale scuola operistica italiana. […]. Con grande abilità nella scelta dei mezzi di espressione, Porrino ha saputo risolvere la rappresentazione di un ambiente straniero e misterioso, attraverso una musica che riflette questa inquietudine per la ricerca di un contenuto umano e trascendente. Perché questo linguaggio nell’organo di bambù più che un modo di dire è, prima di tutto una forma di evocare, di suggerire. Sintesi perfetta, in definitiva, di tema, musica e teatro”.
In questo viaggio a ritroso nei successi porriniani del dopoguerra ci imbattiamo nella trionfale prima newyorkese del poema sinfonico Sardegna del 5 novembre 1949 diretta dal celebre Leopold Stokowski alla Carnegie Hall con la Hall Philarmonic Symphony Orchestra of New York. A questo proposito citiamo un passo da una lettera inedita inviata con orgoglio dallo stesso Porrino a Piero Ostali della Casa Musicale Sonzogno: “Carissimo Comm. Ostali […], in questi giorni ho avuto una lettera aerea da un mio cugino che abita vicino a New York e che si recò il 5 novembre alla Carnegie Hall per ascoltare il mio poema sinfonico Sardegna diretto da Leopoldo Stokowski con l’orchestra Filarmonica di N. Y. Mio cugino mi dice che il lavoro ha avuto un successone. Stokowski, dopo il mio pezzo, è stato chiamato al podio ben 4 volte. Mi ha mandato anche il ritaglio del New York Times, dove il maggior critico americano si è espresso con termini particolarmente elogiativi. Insomma, mi dice mio cugino, che è stato un vero successo, anche perché lui ha sentito da tutti parole di elogio e di ammirazione”.
Lo stesso Stokowski, in una lettera inviata a Porrino da New York il 5 gennaio del 1950, così si esprime poche settimane dopo la succitata esecuzione di Sardegna del novembre 1949 alla Carnegie Hall con la New York Philarmonic: “Caro Signor Porrino, da quando diressi la Vostra Sardegna sono stato terribilmente occupato per il mio lavoro. Ho sempre desiderato scrivervi, ma non volevo scrivervi di premura con molte altre cose in mente. Oggi finalmente sono, per quanto sempre occupato, abbastanza quieto. Secondo la mia opinione la vostra Sardegna è una grande musica e nello stesso tempo un’intensa espressione del sentimento della vera vita di Sardegna. Sebbene non sia mai stato là, mi pare di conoscere il paese e sono impaziente di poterci andare. Il vostro poema sinfonico esprime molto eloquentemente il sentimento e la vita, talvolta violentemente agitata. Altre volte la gaiezza di una festa o la danza all’aperto. Fui profondamente impressionato dalla qualità primitiva improvvisamente riscontrata a pagina 14 e 15 dello spartito e dall’agitazione che comincia a pagina 26. La pace pastorale che comincia a pagina 29 è un contrasto magnifico con quanto precede. A pagina 42/47 ho avuto soltanto le viole che suonavano con il solo basso e flauto. Questo sembrò dare un bilancio perfetto e chiarezza. Il suono delle campane lontane alla fine fu molto tranquillo. L’insieme è eseguito con poesia e l’atmosfera romantica di un’isola antica. L’orchestra, il pubblico ed io eravamo tutti commossi profondamente per la forza emotiva del pezzo […]. Ora attendo il giorno quando avrò il piacere di conoscervi e spero di andare in Sardegna”.
Con Sardegna Porrino ha in ogni modo “compiuto per la sua terra quello che per il loro paese, in altri poemi sinfonici, avevano compiuto, per esempio, Sibelius (Finlandia) o Smetana (Moldava). L’elemento ritmico, pur esso connaturato all’isola e presente in Sardegna, sarà poi particolarmente sviluppato in Nuraghi; così come l’ambiente sardo ritornerà nei quadri de I Shardana, giudicata da alcuni critici l’opera lirica più importante composta in Italia in questo dopoguerra” (Giovanni Campus, La Nuova Sardegna, 25 luglio 1971)….
Stralcio dalla prefazione di G. Masala, in: F. Karlinger/G. Masala, Omaggio a Ennio Porrino, Stoccarda 2009 (www.sardinnia.it). Il volume si apre con una prefazione di G. Masala e un importante e denso saggio (inedito in italiano) di Felix Karlinger su vita, opere vocali, strumentali e teatrali di Ennio Porrino. Segue una «biografia fotografica» del compositore cagliaritano. Scritti commemorativi di Marcello Serra, Ramón Bayod y Serrat, Felix Karlinger, Emidio Mucci, Marcella Govoni e Otello Calbi completano la prima parte dell’Omaggio. La bibliografia degli scritti su Porrino e la sua musica, i titoli della sua produzione poetica e di critico musicale, nonché l’elenco delle esecuzioni e rappresentazioni chiudono la seconda parte del volume.
Nel video sottostante, una mia intervista alla moglie e alla figlia di Ennio Porrino , a Cagliari in occasione della rappresentazione dell’opera de I Shardana al Teatro Lirico di Cagliari
L’amico di Los Angeles, Arthur Vergara, esperto e appassionato collezionista americano di musica operistica del Novecento, mi prega di pubblicare anche qui il suo commento al suo post precedente su Porrino:
"Mi dispiace molto che il buon popolo era deluso. Qui, a Los Angeles, starebbero le cose meglio? Abbiamo il tempo favorevole; ma manchiamo l’arte e il genio di Maestro Porrino. Grazie al Professore Giuanna Masala, che ci a fornito la registrazione magistrale di quest’ opera, e che lavora costantemente per la rinomanza del maestro sardo, possiamo ascoltarla qui sotto le palme, figurandoci nei dintorni nuragici!"