La Passione narrata da Medas (3)

di Gianluca Medas

 Puntate precedenti

Venerdì mattina  (3 parte)

Finalmente si aprono le porte della casa di Hanna. Gesù viene fatto entrare.

Il gran Sacerdote lo accoglie vestito di tutto punto. Si è appena alzato, ed è di malumore. Si avvicina al prigioniero. L ‘uomo che li ha messi più volte in imbarazzo in questi ultimi anni  è li, davanti a lui, prigioniero, innocuo.  – Eccoti qui,  dunque. E’ vero che  avresti detto di essere il figlio di Dio? La domanda è diretta, quasi ingenua, non aspetta risposte … ma Gesù sorprende tutti – si! L’ho detto – Hanna e gli altri si guardano l’un l’altro. Non si aspettavano certo che cadesse in questo modo.

Si alzano in piedi tutti insieme, i sacerdoti si stracciano le vesti.  – Scandalo,  quest’uomo è blasfemo … che sia portato dal magistrato Pilato, che venga condannato a morte. – I soldati lo portano via con la forza.

VIA CRUCIS

PRIMA STAZIONE

Gesù condannato a morte

Sono le nove del mattino, Pilato si è appena svegliato anche lui. “Questo problema il giorno della Vigilia della vostra Pasqua. – Che c’è? – Chiede seccato ad Hanna e Caifa, – Cosa c’è di così importante che non possiamo rimandare a dopo Pasqua? Suvvia Hanna, Caifa, amici miei … rimandiamo …  Ma Hanna e Caifa non transigono. – E’ un problema della massima importanza.  Quest’uomo deve morire. –  – ma quest’uomo, quest’uomo … chi è quest’uomo? – – Ha detto di essere  figlio  di Dio, è sta istigando il popolo contro i romani … un individuo pericoloso,  devi condannarlo a morte … – E va bene,…  Dunque come si chiama quest’uomo? – Gesù di Nazareth . Pilato Decide di interrogarlo: Gesù, di qualcosa in  tua discolpa … Se tu non mi rispondi non hai scampo. Questa gente è invidiosa di te, lo capisci? – In realtà non ha nulla in mano per condannare quest’uomo, prova ad insistere: – Dammi l’occasione per rilasciarti, Gesù di Nazareth , sai bene che ho il potere di darti la morte e di sciogliere i legacci che ti tengono prigioniero? A quella affermazione Gesù risponde deciso: – Tutto ciò che hai ti è stato dato dall’alto, altrimenti non avresti niente –  Pilato sorride – Oh! Sono molto impressionato!  parli sempre così?  Sai dirmi qual è la verità? Pilato non riesce a decidersi, chiama Hanna e Caifa – io non me la sento di condannarlo  a morte, non trovo in lui nessuna colpa – I due sacerdoti vanno su tutte le furie – devi condannarlo morte.  Quest’uomo è blasfemo.  Un  pericoloso criminale .  e se tu non lo condannerai scriveremo all’imperatore per dirgli che stai  proteggendo un pericoloso  rivoluzionario e ti roviniamo la carriera.  Pilato Trattiene il fiato.  È  indeciso e preoccupato. – Sia il popolo a decidere – Si affaccia dal verone del suo palazzo. il popolo è riunito. Attende la grazia di un prigioniero  – popolo di Gerusalemme, chi volete che io liberi … Gesù o Barabba?  Barabba ,un assassino, un terrorista, uno della setta degli zeloti, terrorista assassino ? oppure volete che liberi Gesù di Nazareth, il  vostro messia? –   Il popolo istigato dai sacerdoti  grida – Barabba,  barabba, libera Barabba …

Pilato ha tentato di salvare Gesù come ha potuto, è il popolo ad avere  scelto. – il sangue di quest’uomo ricada su di voi, non mi sento responsabile della sua morte.

Davanti a tutti si lava le mani.

SECONDA STAZIONE

Gesù è caricato della croce

 Una volta decisa la condanna a morte i soldati prendono in consegna il prigioniero. Gesù precedentemente è stato fatto flagellare da Pilato tramite bastoni, e il gatto a nove code, cioè un corto bastone cui vendono  annodati diversi lacci che terminano con artigli metallici, piombi e schegge d’ossa che provocano profonde lacerazioni e fratture.  E’ psicologicamente provato, il suo corpo soffre. Ora che nessuno li controlla si divertono a tormentare il prigioniero. In primis gli sistemano una corona di spine sulla testa. Poi cominciano a giocare con lui. Ogni tanto uno di loro gli da un colpo sulla testa da dietro le spalle e poi tutti gli chiedono ridendo: – chi ti ha colpito? Gesù stordito dal dolore, in piedi, barcollante non dice una sola parola Finalmente gli caricano un pesante asse di legno    sulle spalle … si aprono le porte del palazzo di Pilato, la folla è inferocita.

Eccolo finalmente l’incantatore, il falso profeta, quello che ha illuso tutti, che ha mentito, che ha strappato tanti giovani dal giusto culto del tempio.

gridano come impazziti, sono ai lati della strada, come il giorno della Domenica delle Palme, ma, nelle loro bocche, non ci sono più gli Osanna, ma solo maledizioni, grida, rabbia.

 TERZA STAZIONE

Gesù cade la prima volta

 Le vie di Gerusalemme sono strette. Per far passare questa processione i soldati devono spingere via la folla dai lati della strada. – queste strade sono sature di un odio smisurato. – dice un soldato . – meglio che odino lui, che noi, risponde il comandante del drappello che accompagna i condannati verso il Golgota

– hai finito di imbrogliarci. Grida la Folla ai lati della strada. Al passaggio dei prigionieri , poiché altri due seguono Gesù, alcuni sputano loro addosso, altri lanciano pietre.  Una di queste colpisce Gesù, provocando  un dolore tanto inaspettato da farlo cadere.  Sorpreso perde il controllo dell’equilibrio.  L’asse di legno che aveva sulle spalle gli cade addosso. La gente ne approfitta per aggredirlo ancora di più – disgraziato, ci hai illuso, sembrava che il mondo potesse cambiare, ma chi sei? Sei un mischino, un niente, uno che muore appeso sulla croce, come i  malfattori.    La folla grida, grida inferocita contro Gesù, che ha sulle spalle un asse di legno pesantissimo che si trasformerà in croce una volta raggiunto il Calvario.

Rialzarsi con quel peso addosso, dopo le numerose frustate ricevute non  è semplice. Il corpo duole in ogni lato. Tanto grande da stordirlo. I soldati si stanno spazientendo.

QUARTA STAZIONE

Gesù incontra la madre

 Una piccola donna cerca di farsi largo tra la folla, alcune mani le impediscono di fuggire via. – ferma donna, ferma – grida un soldato puntandole una lancia

Qualcuno però l’ha riconosciuta  – lasciatela passare, è la madre – – è la madre –  ripetono altre voci di seguito.  La  donna corre verso il figlio,  Il corteo si ferma nuovamente . questa volta nessun soldato si spazientisce. La folla tace. Vuole sentire Il figlio, piegato dal peso della croce, poggia le mani sulla terra,  ma solleva la testa per guardarla negli occhi. La madre poggia le dita delle mani sul suo volto. – Figlio mio, – grida abbracciandolo.

Non piange Maria, non piange, perché se piangesse lei a chi guarderebbero tutte le donne del mondo che perdono i loro figli in guerra, ammazzati ingiustamente dai generali che li mandano come bandiere ad essere trucidati dai nemici … a chi guarderebbero le donne afgane, costrette a vivere come fantasmi, senza diritti, ne parole, e senza dignità,  e le donne senegalesi che hanno visto  i loro figli  morire fra i flutti delle acque senza poter far nulla, a chi guarderebbero tutte le mamme del mondo che vedono i loro figli trattati come capre, sgozzati e tagliati a fette, e buttati ne gli immondezzai. A chi guarderebbero, queste donne addolorate, se Maria piangesse,  a chi guarderebbero?   -Io  lo ho avuto dentro me, per nove mesi.  Pensa guardandolo –  il mio ventre è stata la sua casa, io gli ho dato da mangiare, io sono stata il suo cibo … figlio buono! Io ho visto quello che hai fatto per questa gente, ho visto quando hai trasformato l’acqua in vino, te lo avevo chiesto io, lo hai fatto per me … eri un bambino quando insegnavi ai dottori la parola, e loro non capivano come un bimbo potesse essere così saggio da insegnare i segreti della parola di Dio, ma io si, io si. Quando venne l’angelo a dirmi che tu saresti nato dentro me è come se la luce fosse entrata nel mio cuore … non piange Maria, se piangesse a chi guarderebbero la donne che piangono nel mondo le ingiustizie? lei guarda suo figlio in silenzio lo ama. Un soldato si avvicina alla donna.  Con una mano la afferra con forza un gomito costringendo Maria a sollevarsi. Con un gesto gentile la invita a farsi da parte perché la processione deve andare avanti.

QUINTA STAZIONE

Gesù viene aiutato dal Cireneo
Le torture che  Gesù ha dovuto sopportare stanno mettendolo seriamente alla prova. Non riesce a portarla quella grossa trave di legno sulle spalle, è troppo pesante … tutte le botte che ha preso l’hanno stordito,  cade a terra.
Un soldato allora chiama un uomo tra la folla e lo costringe ad aiutare Gesù
–           vieni qua tu,  aiutalo a prendere la croce, e portala con lui fino al Calvario
avanti su non ti ribellare,  era un giorno di festa anche per noi , invece guarda cosa stiamo facendo … abbiamo tre condanne da eseguire . L’uomo, che viene suo malgrado coinvolto, si chiama Simone. Viene da Cirene, dalla Libia è li per caso. È il padre di due ragazzi che si chiamano Alessandro e Ruffo i quali si allarmano, ma egli fa cenno loro di non preoccuparsi che tutto andrà bene. Così questo straniero prende sulle sue spalle un po’ del peso che Gesù fisicamente provato non può portare diventando, senza saperlo, il simbolo di chi prende la sua croce per aiutare Gesù.
 fine terza puntata

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