Ottomila applaudono fuori dalla Scala
Una folla fittissima si è radunata in piazza Scala e nelle vie limitrofe per ascoltare il concerto che il Teatro alla Scala e la Filarmonica hanno dedicato al maestro Claudio Abbado, scomparso il 20 gennaio dopo una lunga malattia. Per salutare il grande direttore d’orchestra, innamorato di Milano, oltre ottomila persone si sono radunate in strada mentre l’orchestra suonava dall’interno della sala vuota del teatro. E appena la bacchetta di Daniel Barenboim ha dato il via alla prima nota, in piazza si è imposto un silenzio surreale. Niente squilli di telefonini o chiacchiere. Anche i più giovani, bambini in braccio ai genitori, ascoltavano rapiti la Marcia funebre (Adagio assai) dalla Terza sinfonia di Ludwig van Beethoven, l’Eroica.
La marcia funebre è stata eseguita nel teatro vuoto e a porte aperte, come tradizione in occasione della scomparsa dei direttori musicali, e amplificata in audio su piazza della Scala. E anche se non c’era nulla da vedere, gli occhi del pubblico erano tutti puntati sull’ingresso del teatro, come a immaginare una delle tante volte che il maestro Abbado si è affacciato da quel portone nei 18 anni della sua direzione. La gente, seppur infreddolita e stretta nei piumini, non cedeva di un centimetro la postazione faticosamente raggiunta. E non c’erano solo milanesi, ma molte persone dalla provincia e anche ragazzi da Bergamo e Cremona. Alla fine del concerto un lungo applauso ha riempito la piazza: un grazie per l’orchestra, per il maestro Barenboim e per l’indimenticabile Abbado.
Ad aprire simbolicamente le porte del teatro è stato il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, che ha anche annunciato di voler intitolare al maestro la Civica scuola di musica Villa Simonetta. “Dedicargli una scuola – ha spiegato – ci è sembrata la scelta migliore per onorare un grande milanese che ha insegnato a tutti ad amare la musica”. Per ricordare un desiderio – non esaudito – di Abbado c’è stata anche una simbolica protesta da parte del Cub del teatro alla Scala. Due persone hanno portato davanti all’ingresso un alberello di olivo, con un cartello con la scritta: “Piantiamo questo olivo, chiedendo che il sindaco di Milano realizzi il sogno del maestro di piantarne altri 89.999”.
Il riferimento è a quell’accordo che Abbado, che desiderava una Milano più verde, strinse nel 2010 con l’allora sindaco Letizia Moratti affinché la città si arricchisse di 90mila alberi. Il cambio sarebbe tornato alla Scala dopo 24 anni per dirigere due concerti: gli alberi per i milanesi sarebbero stati il suo cachet. Ma il progetto non andò in porto. L’evento è stato trasmesso in diretta mondiale da Rai 5 e in streaming sul sito Internet della Scala.
La Repubblica