Ieri, all’uscita dalla palestra sono stata fermata da una signora, un’abbonata storica del teatro cagliaritano. Oltre a chiedermi notizie sulla nuova Stagione Lirica, voleva che le raccontassi come avviene lo studio di un’Opera da parte del coro.
La preparazione di un’Opera è un lavoro molto impegnativo soprattutto quando questa non appartiene al repertorio .
Nella prima fase del lavoro il maestro del coro (nel nostro caso il maestro Marco Faelli) comincia a leggere a sezioni separate tutto lo spartito, in modo da acquisire una certa sicurezza musicale. I soprani, i tenori i contralti e i bassi, si alternano giornalmente nell’arco di una settimana circa, in questa fase di studo. Si passa poi all’assemblaggio: prima le voci femminili e poi quelle maschili. Nella terza fase preliminare poi tutte le voci leggeranno la musica in contemporanea . Questo è il lavoro così detto di rifinitura, (dinamiche, colori e sfumature) e soprattutto di memorizzazione.
La memoria è importante in quanto, una volta che si cominciano le prove di regia, non si avrà più lo spartito a portata di mano.
L’impegno della memorizzazione naturalmente è in proporzione alla quantità di musica e parole e soprattutto alla lingua delle singole Opere. Ricordo lo studio di un‘Opera russa che comprendeva più di 200 pagine. Un lavoro immane ma che, con i tempi giusti avevamo portato a termine con grande successo e soddisfazione.
Quando si comincia il lavoro di regia, il maestro del coro deve controllare che i movimenti registici non compromettano i lavoro musicale appena concluso Purtroppo è capitato che qualche regista, privo di conoscenze musicali, pretendesse che il coro, sparpagliato corresse o danzasse nei punti più difficoltosi dal punto di vista ritmico, con conseguenze musicali immaginabili.
Ultima fase poi è la prova d’Assieme. Si inseriscono le parti solistiche e poi dell’ orchestra. Il direttore concertatore infatti dovrà coordinare il tutto.
Ma il lavoro non è ancora concluso. Prima della Prima infatti ci saranno ancora delle altre prove come quella all’Italiana (vedi post), l’ antepiano (generale per la regia con pianoforte), l’antigenerale e generale.
L’abbonata in questione era esterrefatta e allo stesso tempo affascinata. Mi ha congedato dicendo che non pensava che dietro una “semplice opera” ci fosse tutto questo lavoro!
Una “semplice opera”?
Mamma mia! che lavoro complesso e delicato! Peccato che la stragrande maggioranza delle persone, appassionati di lirica inclusi, non sempre se ne rendano conto. Bellissimo articolo. Complimenti.