Grande successo nella Chiesa del Rosario per il secondo dei due concerti che hanno consentito al pubblico sassarese di godere dell’esecuzione integrale dell’Oratorio di Natale di Johann Sebastian Bach, uno dei grandi capolavori collegati alla ritualità luterana che, al pari delle Passioni, meglio rappresentano la genialità del grande musicista tedesco. Rispetto al primo concerto questa seconda produzione (che comprendeva le parti n. 2, 4 e 5 dell’Oratorio) si segnalava per un’impianto esecutivo che si avvaleva di un organico orchestrale ridotto e di una prassi interpretativa improntata a criteri filologici, garantita dalla presenza di accreditati specialisti che hanno impiegato copie di strumenti originali, diapason rigorosamente barocco e modalità di fraseggio e di articolazione del discorso musicale perfettamente adeguate allo stile dell’opera.
Il merito di un’esecuzione viva, discorsivamente sciolta, capace di restituire all’ascoltatore la complessa formulazione della simbologia musicale bachiana, spetta ovviamente, oltre che ai bravissimi orchestrali, al direttore Luca Sannai, preciso e autorevole, ma va condivisa con tutti gli interpreti, ad iniziare da Nico van Der Meel, un Evangelista assolutamente perfetto: la sua vocalità ‘parlante’, straordinariamente espressiva, lo rende interprete ideale per un ruolo di questo tipo. Molto buona anche la prova del Coro Polifonico Turritano, compatto e solenne nei corali, chiaro e ‘analitico’ nella polifonia imitativa.
Ma nell’Oratorio un ruolo fondamentale è svolto dalle arie solistiche, cui hanno dato voce due artisti dalla grande esperienza internazionale come Gloria Banditelli e Sergio Foresti, splendidi esempi di come il rigore stilistico possa coniugarsi con una profonda espressività, e tre giovani interpreti provenienti dai Conservatori della Sardegna, Elena Schirru, Valentina Marghinotti e Matteo Desole, tra i quali ha svettato quest’ultimo, soprattutto per la morbidezza dell’emissione.
Il giorno seguente, nella Chiesa di San Giacomo, la Camerata Artemisia Gentileschi, i cui membri avevano preso parte all’esecuzione dell’Oratorio, hanno presentato un bel programma dedicato a brani vocali di ascendenza operistica e a trio sonate di Händel. I membri della Camerata, che si sono formati nei centri europei di maggior prestigio e che attualmente collaborano con i maggiori ensembles specializzati nell’esecuzione della musica barocca, hanno – si fa per dire – ‘accompagnato’ il basso Sergio Foresti, che padroneggia lo stile di quest’epoca con tecnica impeccabile e con una capacità comunicativa straordinaria. Ascoltando interpretazioni di questo livello, decisamente alto, si percepisce tutta la ricchezza espressiva di queste musiche, e perfino una naturalezza che non viene cancellata dall’artificio che pure risiede soprattutto nella condotta vocale. Antonio Ligios la nuova sardegna