Le percussioni

Ieri , alla prima prova del  coro con l’orchestra, del concerto Aleksandr Nevskij, ( il concerto che aprirà la stagione sinfonica al Teatro lirico di Cagliari ) sono rimasta incantata dalle  percussioni situate davanti a me. Una fila di percussionisti muniti ognuno di uno strumento diverso: gong cinese, tam tam,  maracas, campane tubolari, timpani, xilofono, legnetti ecc .  Questa musica di Prokofiev è particolarmente intensa e difficile non soltanto per il coro, che abbonda di La e Si ( tenori e soprani), ma anche per l’orchestra arricchita appunto di molte percussioni e fiati .

Durante la pausa ho fatto una chiacchierata col collega Pierpaolo Strinna che mi descriveva il percorso di studio che serve per  diventare un percussionista. Si devono frequentare ben 8 anni di studi al Conservatorio per conseguire  il diploma. Negli studi specifici sono comprese anche diverse materie complementari obbligatorie con esame finale di licenza.


– Teoria, solfeggio e dettato musicale: 3 anni nel periodo INFERIORE
– Solfeggio per percussionisti  1 anno , dopo la Licenza di Solfeggio triennale
– Pianoforte complementare: 4 anni nel periodo INFERIORE con inizio dal 2° anno
– Cultura musicale generale (armonia complementare): 2 anni nel periodo SUPERIORE
– Storia della musica: 2 anni nel periodo SUPERIORE

Nei momenti in cui il coro non canta ho osservato con attenzione i colleghi percussionisti  e riflettevo di quanta fatica ed energia  fisica è richiesta per poter eseguire bene questa musica di Prokofiev.

E pensare che ci sono persone che quando sentono che facciamo i musicisti, ci ridono in faccia sottolineando che questo non è un lavoro e tanto meno faticoso! Allora invito tutti coloro che saranno al concerto, di portarsi i binoccoli e di osservare attentamente ogni musicista: dal violinista  alla tromba, dal batterista al timpanista e  agli artisti del coro, soprattutto durante l’essecuzione dalla Battaglia sul Ghiaccio.

Forse si capirà meglio il grande impegno fisico che comporta il nostro lavoro.

 
 

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