Questa sera un altro sardo varcherà il tempio della lirica più importante del mondo: il Teatro alla Scala. Sarà infatti il protagonista dell’opera di Verdi, Luisa Miller, nella stagione lirica in corso.
Si tratta del tenore nuorese Piero Pretti che per tanti anni è stato parte integrante del coro del Teatro lirico di Cagliari.
Naturalmente ho voluto intervistarlo per farci raccontare questa bella avventura artistica.
Piero, quand’ è che hai capito che potevi avere una voce importante?
E’ successo tutto per caso. Col mio amico Fabrizio , ci siamo iscritti ad un coro polifonico della mia città, “ il Complesso vocale di Nuoro “diretto da Franca Floris, ed è proprio qui che è cominciata la mia avventura nel mondo della musica “seria” anche se devo ammettere di aver sempre cantato con i miei amici le canzoni della nostra tradizione nuorese. Fa parte della nostra cultura sarda.
Tu hai iniziato la carriera professionale molto giovane come artista del coro. Ma avresti mai immaginato che un giorno saresti entrato da protagonista al Teatro alla Scala di Milano?
Forse ero più convinto da giovanissimo che non da adulto.
La tua prima insegnante è stata una donna. Ce ne vuoi parlare?
Certo. E’ stata Antonietta Chironi, donna dal carattere forte, simpatica, determinata. Una persona che ha dato molto a Nuoro e non solo. Ha rilanciato la Scuola Civica di musica creando per tanti giovani anche un seminario di musica jazz diventato importantissimo, e che è stato trampolino di lancio per molti artisti soprattutto isolani.
Ci racconti quale è stato il tuo primo approccio col Teatro Lirico di Cagliari?
Credo che anche tu lo ricordi bene . Avevo appena 18 anni e feci un’audizione, superandola, come aggiunto per una stagione lirica, dove tra l’altro c’era una Traviata in cui cantava Giusy Devinu, la nostra grande artista cagliaritana scompara 5 anni fa all’età di 47 anni.
Hai un cantante al quale ti sei ispirato e che in qualche modo ha influenzato il tuo repertorio o la tua impostazione vocale?
Mah .. è difficile perchè ce ne sono stati diversi. Ma poi ti confesso che ho preferito studiare la mia vocalità a fondo senza influenze esterne.
Qual’ è il direttore d’orchestra che ti ha valorizzato e invogliato a buttarti in questa avventura?
Sicuramente la mia grande fortuna è stata quella di poter iniziare a lavorare col maestro Riccardo Muti, una persona che mi ha sempre dato una carica immensa e, ancora oggi, riuscire a strappargli un complimento è segno che in qualche modo sei sulla strada giusta. Ma ci sono state anche altre persone che hanno contribuito a farmi arrivare dove sono oggi, oltre ad amici e colleghi. La svolta è avvenuta grazie al maestro Gianni Mastino che, dal punto di vista vocale e interpretativo è stato determinante. Lavoriamo assieme da circa 7 anni e devo molto a lui se oggi sono in grado di affrontare le mie sfide.
Prima di ogni debutto, ti emozioni sempre come la prima volta?
Succede sempre . Davanti all’emozione certe volte mi domando perchè non ho fatto un concorso alla forestale o perchè non mi sono aperto un locale…
Quale è il tuo repertorio?
Allora : io mi definisco un tenore lirico , per cui Il Rigoletto, La Traviata, La Boheme sono i così detti cavalli di battaglia anche se poi mi sono dedicato a ruoli come dire, più pesanti come Il Trovatore ,Il Poliuto , I Vespri Siciliani . C’è chi mi ha definito un tenore più drammatico ma io non lo sono. Io adoro cantare il Duca di Mantova..
Mi racconti le tue prime emozioni entrando in questo teatro?
Da subito ho trovato un ambiente cordiale, come me lo aspettavo. Quando ho cominciato le prove di Luisa Miller conoscevo la metà del cast . Abbiamo lavorato in altre produzioni e rincontrarsi è stato come essere parte di una grande famiglia.
Gli impegni futuri?
Spero d’essere libero d’estate ma a settembre sicuramente mi attende la Madama Butterfly a Palermo mentre a novembre debutterò un nuovo ruolo: I due foscari col grande Leo Nucci . Poi ci sarà ancora Traviata , Rigoletto tra Torino e Palermo e poi un grande debutto di nuovo alla Scala con Un Ballo in maschera .
Adesso mancano poche ore all’ingresso in palcoscenico, come ti senti?
Non so cosa sentirò quando l’altoparlante annuncerà ….. 30 m all inizio della recitaaaa……..
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bravo Piero continua così, con tantissima stima
Amerigo Iori