Foto di I. Macutan

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Ieri sera, in occasione del primo dei due concerti dedicati all’Unità d’Italia, al Teatro lirico di Cagliari, c’è stata grande commozione, sia per il senso patriottico che, e soprattutto, per la situazione drammatica che il nostro teatro sta attraversando.

Ci siamo presentati tutti ancora in borghese, sia il coro che l’orchestra, per non far dimenticare al nostro pubblico che il disagio visivo non è nulla rispetto alle prospettive della chiusura dell’istituzione musicale più grande della regione Sardegna. E’ stato letto l’ennesimo comunicato e dopo, sulle prime note dell’inno di Mameli, il pubblico si è levato in piedi unanime trasmettendo cosi’ la solidarietà  e il rispetto verso questa nostra Nazione e la sua grande cultura.

Ieri mattina, durante un’incontro dei lavoratori col nuovo dirigente Gennaro Di Benedetto, non ci sono state notizie rassicuranti che riguardano i pagamenti degli stipendi di febbraio.

Non conosciamo le esatte motivazioni di tutto ciò, nonostante però si sappia che i fondi destinati ai lavoratori siano stati regolarmente versati alla Banca erogratrice. Si dice che il problema principale siano i creditori. Ma gli stipendi dei lavoratori non vengono prima di ogni altra cosa? Io sono ignorante in materia ma se qualcuno sa dirmi qualche cosa di più è ben accetto.

Questa sera, replica del concerto GRATIS, aperto a tutti.

Per le modalità sul concerto di stasera andate sul blog dei lavoratori del Teatro Lirico Non zittite l’arte

4 Responses

  1. Linno di Mameli è ormai cambiato. Si intitola “Flagelli d’Italia”. Mi vergogno di essere italiano, mi vergogno davanti al mondo di essere governato da chi quotidianamente porta la gente alla miseria, mi vergogno di tutti gli “italiani” che votano per questo governo e che li voterà ancora nonostante tutto. Gli auguro le cose peggiori.

  2. Onestà vuole che gli stipendi dei lavoratori debbano avere precedenza su tutto; in una pesante situazione debitoria come quella del Lirico ed in presenza di diversi crediti pregressi insoluti vantati da artisti, fornitori, etc, diverse banche – purtroppo – bloccano più del necessario… Ma il sindaco a suo tempo non aveva detto sull’Unione che ai creditori ci avrebbe pensato lui?…

  3. qualche giorno fa, mi sono rallegrata leggendo sul quotidiano locale, che il tenore cagliaritano Gianluca Floris sarebbe stato il nuovo direttore artistico. Sapendo che essendo cagliaritano, cantante di lunga esperienza e apprezzato scrittore, avrebbe dato ottimi risultati nel presentare un progetto adeguato alle attuali esigenze del nostro teatro. Purtroppo però, ho evidentemente interpretato male l’articolo e sono rimasta delusa.

  4. Carissimi, ero a teatro giovedì e mi sono commossa nel vedervi e sentirvi.
    Con la nostra amica Irene allora abbiamo pensato di scrivere una lettera al Presidente Napolitano, che è, di questi tempi bui, il nostro ultimo baluardo contro tutto ciò che tenta di distruggere tutto.
    ve la giro, dicendovi anche che, in formato ridotto, l’ abbiamo mandata pure ai principali quotidiani.
    ” Illustre Signor Presidente della Repubblica
    Nella speranza di poter ricevere la Sua attenzione, vorremmo metterla a parte di alcuni nostri pensieri sulla triste situazione in cui attualmente versano arte, musica,cultura, istruzione e ricerca.
    Cittadine italiane, amanti della musica, specie nella sua rappresentazione dal vivo, in Teatro, ci facciamo qui portavoce del pensiero di molti.
    Abbiamo assistito recentemente, nel Teatro Lirico della nostra città, ad un bellissimo concerto celebrativo dei 150 anni dell’ Unità d’ Italia. Abbiamo ascoltato pagine celebri della musica che contribuì a creare lo sviluppo del sentimento di appartenenza e di identità nazionale. Quella musica che tutte le generazioni da allora hanno conosciuto, riconosciuto e a loro volta cantato, quella musica che è divenuta nostro patrimonio di conoscenza grazie alla trasmissione dal vivo, della quale abbiamo goduto fino ad oggi.
    E’ sotto gli occhi di tutti il rischio concreto che questa, assieme a molte altre manifestazioni artistiche e culturali, venga a mancare.
    Abbiamo assistito al concerto in una sala nella quale gli artisti si esibivano in abiti “borghesi”, a significare il senso di spoliazione del loro ruolo e del loro futuro, e nella quale campeggiavano striscioni con le scritte “ Non zittite l’ Arte” e “ La vita senza musica è follia”.
    Questo ha acuito la sensazione già da tempo diffusasi, di precarietà, di disastro imminente, la sensazione malinconica della fine di un’epoca, forse anche la fine del sogno di quell’ Italia che i tanti Patrioti col loro sacrificio ci hanno consegnato, perché la preservassimo e la donassimo a nostra volta a chi verrà dopo di noi.
    Il Coro e l’Orchestra del nostro Teatro sono tra i più giovani in Italia per età anagrafica e sono di altissimo livello artistico e professionale ( come testimoniano le numerose recensioni e le produzioni nel corso degli anni ) e rischiano di non avere futuro, così come in generale i nostri figli, per i quali c’è una scuola sempre più povera ed un lavoro sempre più incerto.
    Ci siamo chieste come possa essere definito un Paese che oscura il futuro dei propri figli, inibendo la possibilità di quello sviluppo spirituale che, solo, permette gli slanci e le tensioni morali che realizzano il Progresso.
    Ci siamo chieste quale danno e quale impoverimento deriverà negli anni futuri a questa nostra Patria, privata, o gravemente depauperata, della sua tradizione culturale e musicale, fondamentale per lo sviluppo dello spirito.
    La tradizione, anche quella musicale, si trasmette da persona a persona, dal vivo.
    Chi acquista musica registrata su disco, in genere lo fa per rivivere un’ emozione già vissuta in una sala da concerto, per acquisire e far propria una composizione particolarmente comunicativa.
    Le nuove generazioni si vanno allontanando dalla nostra tradizione musicale, si diffondono generi musicali diversi e nuove forme di spettacolo e di comunicazione.
    Se, per il venir meno dei fondi a sostegno della loro attività, si dovesse concretizzare la chiusura di molti Teatri Lirici, riteniamo che i giovani se ne allontanerebbero definitivamente..
    Signor Presidente, sappiamo che la Costituzione non Le assegna poteri decisionali nella conduzione del Paese, così come sappiamo quanto Lei si sia adoperato e si adoperi tutt’ ora per la salvaguardia dell’ equilibrio e dei valori sociali e culturali sui quali poggia la vita stessa della nostra Nazione.
    Perciò chiediamo il Suo autorevole intervento affinché le nostre tradizioni Artistiche e Musicali, per le quali il nome del nostro Paese brilla nel mondo, non debbano soccombere.
    Non permetta, Signor Presidente, che dilaghi la follia di una vita priva di musica!
    Con stima e rispetto ”
    Irene Sgro – Ornella Marini
    Cagliari
    Via Costa n° 18
    09128

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