Ieri ho partecipato alla laurea di un mio nipote ed ho vissuto questo evento come se fossi stata in un’altra dimensione.
Tutto questo periodo di lotta per salvare il nostro Teatro si sta trasformando in un grande momentodi stress ma anche di voglia di vincere. Organizzare spettacoli, lavorare finchè c’è programmazione,diffondere le nostre manifestazioni attraverso il web, tutto riempie intensamente le giornate e i pensieri, al punto che ieri quasi non riuscivo a godere della gioia per questo bell’evento.
Una laurea in ingegneria quasi col massimo dei voti, gli amici, i parenti, il rinfresco, sorrisi, regali,racconti e difficoltà risolte per arrivare al traguardo, scivolavano davanti ai miei occhi come un film senza che la mia mente mettesse a fuoco tutto ciò. Il pensiero è sempre li’, al mio lavoro, al mio teatro visto nascere anche col mio piccolo contributo , ai tanti colleghi che lottano rinunciando anche alla loro privacy dormendo sotto qualche scala, nei corridoi, nella sartoria. Vorrei essere con loro 24 ore su 24 ma ho i miei problemi di salute che lo impediscono.
La famiglia poi non bisogna dimenticarla e questo stato di tensione purtroppo si trasferisce anche su di essa . Mia figlia minore ogni giorno, mi domanda se manca ancora molto per diventare poveri.
“Bisogna che mi organizzi” mi ha detto.
Le ho chiesto in che modo, ma non ho avuto risposta.
One response
e bravo il dottore, anzi… l’ingegnere 🙂