Era appena sceso il sipario sul balletto Schiaccianoci che il pubblico si accingeva ad applaudire i grandi ballerini di Riga quando, dal fondo della platea, si sollevava un urlo disumano che bloccava l’entusiasmo degli spettatori: “Hanno ammazzato il nostro teatro!!!”
La gente angosciata si è girata alla ricerca dell’origine di tale grido e noi, vestite di nero con i volti coperti da un velo, simulavamo un vero e proprio funerale alla cultura.
Schierati davanti al palcoscenico abbiamo cominciato una sorta di pianto greco accompagnati dagli studenti universitari.
Il pubblico ci appaudiva, in piedi, come tante volte aveva fatto alla fine dei nostri grandi spettacoli quando l’emozione ci attanagliava dopo una estenuante recita, magari di Nabucco, Traviata,Rigoletto.
Ieri il pubblico ci applaudiva invece per sostenerci in questo momento drammatico che tutto il mondo della cultura sta vivendo.
Gli studenti universitari al nostro fianco, ci hanno ringraziato per aver provato anche loro questa grande emozione e soprattutto per aver dato loro l’opportunità di far sentire anche la loro voce.
Alla fine dello spettacolo, nel foyer, abbiamo ricreato la stessa atmosfera, e mentre il pubblico si dirigeva verso l’uscita, noi, come delle prefiche (interpretate tante volte in palcoscenico) intorno alla bara del Teatro Lirico di Cagliari, ci disperavamo. Il collega Lo Cicero gridava ad alta voce :”Stanno ammazzando la cultura, il nostro teatro, l’università”, e noi rispondevamo imitando una vera e propria veglia funebre.
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