Quando arriva LEI

corridoi_ufficiQuando ti dicono che dovrà arrivare, tremi. Sei già in gabbia e ciò che ti rimane è l’attesa di quel momento.
Mi passa per la testa tutta la mia vita, momenti belli e meno belli: penso alla  famiglia, alla mia musica, ai miei amici.
Mi accorgo di quanto siano importanti per me queste cose e  non vorrei mai perderle.
Ma poi decido che qualunque sia il dopo, mi va bene, anche perchè ormai sono al punto di non ritorno. Avere fede, nel Dio buono, significa anche non aver paura ed avere la forza di mettere tutto nelle sue mani.
Ho vissuto tante volte questo momento e Lui non mi ha abbandonato mai.
Ma ecco che arriva, sento il cigolio della porta, il mio nome a voce alta e due infermiere sorridenti mi invitano ad accoglierla: è LEI, l’anestesia.
Su quel lettino con le ruote che non sai dove ti porterà, mi sento legata. Corre veloce, percorre lunghi corridoi, entra in ascensore, ogni tanto sbatte, e nel frattempo si sentono tante voci. Loro, le due infermiere, parlano del quotidiano: della bimba e del suo primo giorno di scuola, del marito, del lavoro, dei problemi sindacali, del pranzo da preparare e della ricetta delle zucchine ripiene.
Comincia a girarmi la testa, sarà per questo camminare veloce in posizione orizzontale.
Due medici con camice verde e cuffietta si accostano e mi accolgono sorridenti.
L’unica cosa che riesco a vedere bene sono i loro occhi che mi sembrano enormi così pure i loro sorrisi rassicuranti. Ma ecco che dopo un lancinante dolore alla mano LEI entra dentro me e a quel punto tutto comincia veramente a farsi strano. Solo una preghiera accoglie quell’istante.

Poco dopo, perchè così pare, ecco il risveglio.
Buongiorno mondo! Una voce mi rassicura che tutto è andato bene.
Ancora una volta il Signore mi ha dato la possibilità di capire quanto è bella la vita che mi ha donato.

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