Alberto e LucaPubblico qui di seguito le lettere di due colleghi che vogliono chiarire le tante inesattezze che in questi giorni stanno circolando via media a danno di noi dipendenti dei Teatri lirici Nazionali, in occasione del decreto Bondi.
Sono un lavoratore dipendente della Fondazione Teatro Lirico di Cagliari (scrive Alberto Loi, Baritono) assunto a tempo indeterminato in qualità di artista del coro.
Il mio reddito annuale è di circa 40000 euro lordi
(con 26 anni di anzianità e un carico familiare composto da coniuge e due figli).
Il signor Nicola Porro, giornalista de “Il Giornale”, nella puntata della trasmissione Annozero del 29 aprile scorso ha affermato che i lavoratori della categoria di cui faccio parte hanno un contratto che prevede 16 ore di lavoro alla settimana ed una retribuzione di 70000 euro lordi all’anno.
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Diverse testate giornalistiche hanno sostenuto tali affermazioni che provengono da informazioni quantomeno errate e superficiali.
Nicola Porro, e chi la pensa come lui, ha dimostrato di essere un perfetto ignorante riguardo il tipo di attività lavorativa da me svolta, perché altrimenti saprebbe:
-che le mie ore di lavoro sono molto più di 16 alla settimana
-che io lavoro anche la domenica,
-che posso essere chiamato a prestare la mia opera dalle 9 del mattino fino alle 01,
-che i miei orari di lavoro vengono stabiliti settimanalmente e perciò io posso organizzare la mia vita privata solo da un sabato a quello successivo,
-che questi orari anche una volta comunicati possono essere variati dal Teatro fino alle ore 13 del giorno precedente,
-che per i miei imprevisti posso godere di tre giorni di permesso all’anno che il Teatro può anche non concedermi a differenza di molte altre categorie di lavoratori che possono utilizzare i giorni di ferie,
-che devo studiare a mie spese e al di fuori del mio orario di lavoro per mantenere in perfetta efficienza il mio strumento e la tecnica necessaria al suo utilizzo,
-che non si può valutare una attività artistica in base ad un mero calcolo di ore di lavoro ma la si valuta in termini di qualità artistica del prodotto,
-che solo chi ha competenza musicale e artistica può stabilire quante ore sono necessarie alla preparazione di uno spettacolo in modo da garantire la qualità suddetta,
-che il mestiere di giornalista che normalmente non si occupa di musica e teatro non prevede tale competenza.
E’ altrettanto chiaro che i giornalisti come Porro non sanno che i costi del personale stabile di un Teatro sono formati dagli stipendi delle masse artistiche, tecniche, amministrative e soprattutto dalla retribuzione delle figure dirigenziali.

Se prendiamo ad esempio un sovrintendente, la cui retribuzione media oscilla attorno ai 250000 euro annui e che spesso è fra i principali responsabili degli sprechi che si vorrebbero eliminare (senza che però ne abbia una responsabilità penale) e in tale esempio consideriamo la retribuzione media annua del personale che ricopre incarichi non dirigenziali (coro, orchestra, tecnici, amministrativi) che è di circa 35000 euro annui,
sommando questi due redditi e dividendo per due si otterrà che il sovrintendente e, per esempio, un macchinista hanno un reddito di 142500 euro annui pro capite.
Provate a dirlo al macchinista…
Contro i teatri lirici sono partite da tempo due vergognose campagne (scrive il tenore Luca Sannai): una del governo (Brunetta e Bondi in particolare) e una di certa stampa, costruite entrambe in maniera tale che, agli occhi dell’opinione pubblica pare che i responsabili del dissesto finanziario dei teatri lirici siano i dipendenti.
Si accusa che il 70% dei fondi siano assorbiti dagli stipendi ai dipendenti ma si dimentica che è facile fare ora questi calcoli, su un FUS di 340 milioni, perché quando nel 2001 il FUS era di oltre 500 milioni di euro (e comunque sempre molte centinaia di milioni al di sotto della media europea) gli stipendi incidevano per i 50%. Perché non continuare a giocare al massacro, tagliando ulteriormente i contributi fino ad accusare i dipendenti di “mangiarsi” il 100%?
Si dimentica di dire che i veri responsabili del dissesto finanziario sono coloro i quali hanno i ruoli di gestione economica e responsabilità legale all’interno dei teatri. Si dimentica di dire che le masse artistiche non hanno voce in capitolo sui loro compensi, sui cachet astronomici di certi direttori, di certi cantanti, di taluni registi, o sui costi di alcuni allestimenti che tali signori avvallano.

Il nostro è un Paese curioso: mentre la soluzione al problema debiti dei teatri italiani viene a risolversi a colpi di mannaia, il problema debiti delle società PRIVATE tipo quelle di calcio è stato risolto con un decreto cosiddetto “spalmadebiti” e per altre società continuano ad esserci aiuti di stato a fondo perduto.
Questo dà l’idea di quanto sta a cuore il diritto del cittadino alla cultura e se ci fossero ancora dei dubbi al riguardo basterebbe dare un’occhiata ai progetti di formazione culturale e musicale delle scuole europee di ogni ordine e grado e confrontarli con quelli delle scuole italiane per capire quanto, su questo versante, l’ignoranza di chi ci governa sia diretta conseguenza della dilagante ignoranza di cui soffre il nostro Paese da decenni. Il risultato è che la patria che per cinquecento anni è stata punto di riferimento della musica corale, strumentale ed operistica, è oggi vergognosamente e scandalosamente ridotta ad essere ormai fanalino di coda europeo.

Sentendo parlare certi giornalisti, Nicola Porro de “Il Giornale” è stato l’ultimo, e leggendo la bozza Bondi non si fa accenno alla qualità del nostro lavoro ma solo alla quantità, come se il livello artistico raggiunto in una produzione sia direttamente proporzionale al numero di ore lavorate.
Bene, proviamo per esempio ad applicare lo stesso criterio ai calciatori, dato che si allenano solo due ore al giorno. I calciatori (mezzo di produzione) li giudichiamo dalla prestazione in campo (il prodotto) o dalle ore di allenamento (utilizzo del mezzo di produzione) ? Posso criticare l’utilizzo del mezzo di produzione se riconosco che questo sia causa o dell’usura del mezzo di produzione o della scarsa qualità del prodotto! L’artista del coro o l’artista in genere è contemporaneamente mezzo di produzione e prodotto, se l’uso del mezzo è errato danneggia contemporaneamente il mezzo e il prodotto. Vorrei rammentarvi che stiamo parlando di esseri umani…
E dato che la coesione sociale sta andando a ramengo proviamo anche a rompere le scatole ai giornalisti: diciamo che il vostro lavoro è pagato solo in base agli articoli che scrivete senza considerare le ore dedicate alla ricerca, alle interviste, allo studio, agli appostamenti. Facciamo lo stesso ragionamento che viene applicato a noi: Nicola Porro, per citare il giornalista che pubblicamente afferma che abbiamo un contratto da 70000 euro annui e da 16 ore alla settimana, negli ultimi 10 giorni ha scritto 5 articoli, vale a dire mezzo articolo al giorno. Siccome penso di poter supporre che il suo reddito possa essere non inferiore a 70000 euro, verrebbe facile dire che 8 ore di lavoro al giorno (se le fa…) per scrivere mezzo articolo al giorno a fronte di una retribuzione  di 70000 euro annui (provenienti da soldi pubblici !), sia un costo esageratamente sproporzionato rispetto al prodotto ottenuto.

Sarebbe il caso, quindi, che un ministro si accorgesse della vostra poca produttività, del fatto che una minima parte della popolazione vi legge ma tanto il buon andamento di un giornale si misura dalla tiratura e allora basta produrne di più e distribuirlo gratis… magari sulle scale della metro… Ebbene, questo ragionamento sarebbe quanto di più stupido ed ignorante possa esserci, così come è stupido ed ignorante il ragionamento fatto sul mio lavoro. Se la qualità del lavoro si dovesse misurare in ore, allora si dovrebbe cessare immediatamente di criticare i responsabili delle lungaggini sulla Salerno – Reggio Calabria, i ritardi di Trenitalia, Alitalia, Tirrenia: loro riescono nell’impresa di triplicare, quintuplicare i tempi di lavoro, sono un’autentica risorsa per il Paese!
Ringrazio per la cortese attenzione e colgo l’occasione per porgere cordiali saluti
Alberto Loi e Luca Sannai – Cagliari
lettera è stata inviata a giornali, testate giornalistiche tv e programmi tv di approfondimento per un totale di oltre 20 invii, nonchè a Nicola Porro stesso.

18 Responses

  1. Condivido pienamente! Peccato che non e’ stato citato il vero motivo di questa GUERRA alla cultura, “Vogliono mantenere il popolo ignorante” per poter “agire” sullo stesso senza avere nessun contradditorio, ed i tagli alla Scuola Publica ne sono un esempio lampante. Siamo in tempi bui, e gli ignoranti danno i consensi e chi ne ottiene benefici a piene mani. Auguri!!!

  2. Tra l’altro, in modo becero oltre che strumentale, ha effettuato il calcolo dividendo L’INTERA SOMMA destinata dal FUS per 5.500 lavoratori, e non il 70 per cento della stessa…cosa rispondergli in diretta ad uno così?
    Volevo interromperlo per dirgli che gli regalavo, dati i miei “ingenti” guadagni, un…pallottoliere, perché pur potendo permettermi una calcolatrice non ritenevo fosse in grado di usarla. I tempi televisivi e la mia attitudine a non interrompere, pensando sempre di interloquire con persone civili, hanno avuto la meglio, purtroppo.
    In un’altra occasione, se ci sarà, mi toglierò il microfono e lo farò, ad una altezza tonale di sol# come minimo.
    Ti ringrazio per la tua preziosa, esaustivissima lettera.
    Un abbraccio, collega.
    Luciano Buono.

  3. ciao, sono una tua collega del coro del teatro massimo di palermo, ti ringrazio per aver chiarito la nostra situazione nella tua lettera, mi sono permessa (spero non ti dispiaccia) di pubblicarla nel mio profilo su face book……………ancora grazie!

  4. Sono un prof. d’orchestra della Fondazione A. Toscanini di Parma, violinista stabile da ventidue anni con un reddito imponibile di 35.000 euro l’anno( 25.000 euro netti ).
    Che dire in generale della situazione attuale? Credo senza entrare nel merito di false considerazioni che escono da un certo tipo di stampa che a sua volta funge da stampella a un Governo dannoso per la cultura, il vero problema si possa ridurre a due considerazioni di fondo:
    A) una societa’ consumistica basata soprattutto sull’immagine, sul bene materiale, sulla visione edonistica della vita, sul dio denaro ecc., condizione che in modo costante elude i veri valori della vita,tra cui anche il valore e il senso della cultura come patrimonio ineludibile di una societa’ avanzata e che fa crescere i propri cittadini.
    B)uno scarso, scarsissimo interesse da parte della massa verso settori della cultura, pilastri della nostra cultura…..mi riferisco in particolare al nostro settore.
    A cio’, il momento favorevole dettato dalla crisi,permette alle Istituzioni di operare tagli consistenti al Fus nell’indifferenza quasi totale dei cittadini.
    Brutta situazione; si sta smarrendo oltre che ai finanziamenti quella figura del musicista consona al prestigio della sua professione, trattati come giullari alla merce’ di banditi mascherati da mecenari dell’arte e della cultura.
    Come italiano, dinanzi a queste situazioni no mi sento italiano,non mi onora…..

  5. Complimenti, alla tua lettera non manca niente…….se poi rinvanghiamo il passato scopriamo che (non ricordo se Gluck o Cherubini) vollero i cori nascosti dietro un telo per inadeguatezza scenica, facendo agire i mimi. O che Bizet, nella messa in scena di Carmen si lamentava dell’impossibilita’ di far muovere i cori in modo rapido e violento…..o che ci fu una specie di ammutinamento di solisti e coristi per la tessitura della nona di Beethoven…..cose impensabili adesso!! Tranne che per qualche compositore folle che scrive fuori dalle nostre corde! Questo decreto e’ stato fatto con una forma di “estremismo autoritario” non degno di una Repubblica da cui res-pubblica cioe’ cosa pubblica.

  6. La lettera è scritta in prima persona ma è firmata da due persone, quindi grazie ad entrambi.
    Ho speranza che la vostra voce, condivisa dalla maggior parte degli artisti, sia ascoltata e che arrivi il più lontano possibile.
    Dico la maggior parte e non tutti perché purtroppo conosco artisti, che stimo in quanto tali, che non riescono a capire che non è per fede politica avversa che esprimono questi principi.
    Il fatto che ciò che scrivete non sia condiviso da tutti gli esseri umani, non solo dagli artisti, fa molta tristezza.
    Sono musicista e non sono dipendente di una Fondazione Lirico-Sinfonica.

  7. Sono un collega del Teatro di San Carlo di Napoli! Sottoscrivo pienamente tutto ciò che hai scritto e m i permetterò di linkare su Facebook… efficace quella precisazione sul lavoro domenicale e festivo…io avrei aggiunto anche le ferie praticamente obbligatorie solo in un periodo dell’anno e non usufruibili a piacimento!

  8. inutile dire cha approvo la lettere e grazie a chi l’ha scritta e di averla inviata ai media e a Porro…una delle poche cose positive di questo decreto,forse l’unica, è che sta riuscendo dove nessuno o quasi era riuscito: a unire tutti gli artisti di ogni categoria in proteste e manifestazioni. e sento una compattezza diversa, questao è bello ed importante e potrebbe essere dterminante per la vittoria della cultura ed arte su questo schifo…coraggio, continuiamo!!

  9. Bravo ! Sono il 1° violoncello dell” Orchestra di Padova e del Veneto. Condivido in pieno quello che hai scritto e per quanto riguarda il giornalista ( se si può chiamare così ) fa parte della schiera di persone dove l’ ignoranza regna sovrana ! Ancora complimenti !

  10. BRAVO!! condivido pienamente tutte le verità del collega.Per quanto riguarda il signor Porro si dovrebbe informare meglio prima di andare a sparare certe falsità in una trasmissione pubblica
    VERGOGNA!!!!!!!

  11. Sono violoncellista,insegnante al conservatorio di Alessandria ma con diversi anni passati a suonare in enti lirici.
    Perfetta l’analisi,soprattutto riguardo le ore suplettive di studio e gli imprevisti settimanali:è quello che la gente non sa e bisogna divulgare. Noi siamo sempre quelli vestiti bene,su un bel palcoscenico illuminato,in un bel teatro….pochi conoscono quello che c’è prima,fin dall’infanzia.
    Una cosa però stona. C’è la crisi,il nostro sistema teatro non funziona più,tagliano i soldi, ma sovrintendenti e stars in genere continuano a percepire compensi smisurati. Sarebbe interessante un piccolo sciopero contro certi cachet,in fin dei conti esiste una tabella ministeriale,e forse sarebbe l’occasione per lanciare qualche giovane in più tra registi,cantanti e direttori.
    Coraggio!

  12. Grazie a tutti per aver condiviso la mia protesta e la mia indignazione. Intanto chiedo scusa per il ritardo, ma in questi giorni siamo in trasferta a Wiesbaden e non ho avuto la possibilità di usare un pc. Vorrei poter rispondere singolarmente ad ogni commento, ma non è possibile. Mi limito solo ad alcuni che necessitano di qualche chiarimento: Sergio Lamberto nota e fa notare che la lettera è scritta in prima persona ma è firmata da due persone; questa “incongruenza” è dovuta al fatto che in effetti la lettera era stata inizialmente scritta solo da me, poi ho ricevuto le riflessioni e le idee del collega ed amico Luca che in parte ribadiva quanto avevo già scritto e in parte aggiungeva concetti importantissimi che io non avevo approfondito. I due documenti sono stati “fusi” insieme senza distinguere più quanto era nato dai miei pensieri e quento invece era opera di Luca, pubblicando inizialmente con la mia sola firma, ma poi ho pensato che era giusto “dare a Luca quanto era di Luca” e ho chiesto a chi gestiva il blog di aggiungere il suo nome. Ci è sfuggito che la prime parte era in prima persona e con riferimenti solo al mio caso…
    Per quanto riguarda invece il commento di Francesco vorrei dire che sulle ferie ho specificato come funzionano le nostre, forse gli è sfuggito oppure non sono stato chiaro io nella mia esposizione.
    Lascio per ultima la risposta a Luciano Buono, al quale esprimo prima di tutto la mia solidarietà per il trattamento che ha dovuto subire ad Annozero. Dopo un primo, impulsivo risentimento nei suoi confronti (per cui devo fargli le mie scuse), mi sono reso conto che in tali circostanze è certamente difficile essere pronti a reagire. Purtroppo quando l’educazione e le cosiddette “buone maniere” guidano il nostro comportamento spesso siamo costretti a soccombere di fronte all’inciviltà di personaggi come Porro o simili. Questo ci costringe ad imparare ad usare le maniere forti, ad alzare la voce sulla loro ( e sappiamo farlo benissimo, ovviamente !!!) tanto da impedirgli di continuare a propinare idiozie e menzogne, dobbiamo diventare aggressivi, loro non hanno argomenti e non potranno mai averne: sono solo scherani prezzolati che fanno parte dell’esercito di bravi di Mister B, il Banana/Bandana che dagli anni ’80 ha iniziato la sua opera di lobotomizzazione pubblica con le sue tv dispensatrici di grandi fratelli, pupe e secchioni creando ad arte quel popolo di ignoranti che sostiene questo sistema infame. La cultura è la nemica dei regimi quanto l’ignoranza ne è il sostegno. Andiamo avanti tutti insieme uniti così come siamo, siamo i partigiani della cultura contro un nemico che vuole distruggerla. Non gli faremo mettere al rogo gli spartiti come i nazisti fecero coi libri !
    Ancora un grazie di cuore a tutti
    Alberto

  13. BRAVI ….pienamente in sintonia ….sono artista del coro a Roma da28 anni….a parte la manifestazione del 17 maggio(ci sarete vero?)….sara il caso di farci sentire attraverso tv e giornali per dire semplicemente quello che avete scritto?Riccardo Coltellacci

  14. Grazie Alberto, ho solo espresso qualche concetto. Mi auguro che tanti altri possano contribuire a questa prima presa di coscienza, in particolar modo i numerosi maitre à penser di cui ci onoriamo di essere colleghi affinchè, a queste prime missive, possano seguirne di più incisive e penetranti.
    P.S. – a queste parole segua la mano sulla spalla del collega e un vistoso cenno d’assenso col capo…
    che scena fantastica!!!

  15. Qualche ora fa ho divulgato, certamente con fretta eccessiva, una notizia che per fortuna si è rivelata infondata:
    ho scoperto, infatti, che le affermazioni di Barbareschi a Linea Notte erano ben diverse da quelle che mi sono state riferite. Perciò, nel caso specifico, gli devo delle scuse perchè comunque, pur non condividendo il suo operato, fino a prova contraria non posso accusarlo di affermazioni gravi come quelle che erroneamente gli sono state attribuite e che io ho divulgato. E’ chiaro che il difficile momento che stiamo vivendo ci fa vedere fantasmi anche dove non ci sono, ma questa non può essere una scusante. E’ infatti doveroso accertare sempre la veridicità e l’affidabilità di notizie e fonti. Ho sbagliato e devo ammettere il mio errore.

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