…Rachvelishvili, un nome balzato improvvisamente alla notorietà grazie al Teatro alla Scala e al maestro Baremboin.
Lei infatti è la fresca protagonista-trionfatrice della Carmen scaligera che ha appena inaugurato la stagione lirica milanese.
Ciò che mi ha colpito oltre alla straordinaria voce, è la sua storia.
Personalmente ho sempre affermato che se esiste un talento vero, difficilmente non si realizza in carriera.
C’è un po’ l’abitudine a criticare chi arriva in alto, pensando sempre che sia “accozzato“.
Sono convinta invece che chi ha veramente i numeri e ci mette l’anima presentandosi puntuale al posto giusto nel momento giusto, possa giungere ai vertici sperati.
Anita Rachvelishvili, 26 anni, lunghi capelli ricci bruni, sguardo intenso, ha raggiunto il successo con grandi sacrifici.
La sua è stata un’ infanzia sofferta a Tbilisi, capitale della Georgia, dove ha vissuto fino a due anni fa, prima di arrivare a Milano come allieva dell’Accademia della Scala.
“Quando ero bambina la Georgia era in conflitto con l’Unione Sovietica. La situazione era disperata: non c’era da mangiare, mancavano luce e gas. Avevo cinque anni, e con la mia famiglia facevo i chilometri coi secchi per andare a prendere l’acqua: d’inverno si usava la neve, d’estate si aspettava la pioggia. Ho dovuto rinunciare al pattinaggio artistico: era troppo pericoloso raggiungere il centro della città per gli allenamenti. Un grande dispiacere: avevo talento“.
Però questa meravigliosa voce non è un caso; Anita nasce da una famiglia di musicisti, da piccola cantava brani popolari georgiani e si divertiva a comporre. Ha studiato al Conservatorio e si è diplomata in canto lirico.
In Italia è arrivata perché la sua insegnante, che stava morendo, voleva metterla in mani sicure. Ricorda il grande soprano Leyla Gencer, ora scomparsa, che le ha dato consigli utilissimi: “Non urlare mai, mantieni sempre l’eleganza nel canto” le diceva.
Si è poi diplomata a giugno nella scuola dell’Accademia ma già prima era stata “scoperta” da Barenboim.
“Ho fatto un’audizione per il personaggio di Frasquita. Il maestro mi ha chiesto di cantargli tutte le arie di Carmen ed è rimasto impressionato. Nell’aprile scorso mi ha affidato il ruolo“.
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Brava Anita. Si può, si deve criticare nello spettacolo, si possono avere mille considerazioni tutte diverse, ma quello che conta è arrivare dove vogliono le ispirazioni, per poi ripartire. È un vero esempio di “carriera”, quella vera, quella accompagnata da sacrifici tra mille difficoltà magari insormontabili ma superate grazie all’umiltà, la tenacia e al talento che anche se messo a dura prova, come dici tu, viene sempre a galla. In bocca al lupo ad Anita e al suo principe azzurro.