Pena di morte? No, grazie

 Ieri, sulla rivista Città Nuova è apparsa una notizia che mi ha sorpreso e fatto riflettere.

Riguarda il figlio di una coppia californiana uccisa nel 2006 .
Quest’ultimo  ha chiesto ai giudici di risparmiare la vita dell’assassino.
Qualcosa sta cambiando riguardo alla percezione della pena di morte negli Stati Uniti? 
Probabilmente il giudice si sarà  sorpreso nel sentire il californiano Eric Rogers chiedere alla giuria di risparmiare la vita dello zio, condannandolo all’ergastolo invece che alla pena capitale.
No, non l’ha fatto per amor di famiglia. Perché lo zio di Eric, nel gennaio 2006, ha ucciso la sorella e il cognato – genitori del ragazzo, oggi ventunenne – a coltellate. Ma, ha dichiarato Eric ai giornali, l’odio e l’omicidio è qualcosa che lui associa allo zio, non ai suoi genitori. Che erano come lui contrari alla pena di morte, e non avrebbero voluto consegnare nessuno al boia.

Eric, per ordine del giudice, non ha potuto rivelare quest’ultima parte della storia alla giuria: la Corte suprema, infatti, ha stabilito in una sentenza che opinioni di questo genere non sono rilevanti in fase processuale.
 Non ci è dato sapere che decisione prenderà la giuria. Ma è un segnale non da poco in uno dei 32 Stati americani che ancora applicano la pena di morte.

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