La legge è uguale per tutti?
"Salvi i casi previsti dagli articoli 90 e 96 Costituzione, i processi penali nei confronti dei soggetti che rivestono la qualità di Presidente della Repubblica, di Presidente del Senato della Repubblica, di Presidente della Camera dei deputati e di Presidente del Consiglio dei Ministri sono sospesi dalla data di assunzione e fino alla cessazione della carica o della funzione.
La sospensione si applica anche ai processi penali per fatti antecedenti l’assunzione della carica o della funzione. (.) Le disposizioni di cui al presente articolo si applicano anche ai processi penali in corso, in ogni fase, stato o grado, alla data in vigore della presente legge".
Così recita il Lodo Alfano, sul quale la Corte Costituzionale si pronuncerà tra poche ore in merito alla sua incostituzionalità (o costituzionalità). Qualsiasi cittadino italiano, anche quello che non ha mai sfogliato la Costituzione, sa dell’esistenza del principio di uguaglianza…Bene, penso che leggendo il Lodo Alfano e leggendo l’art. 3 Cost. noti quanto il primo sia in contrasto con il secondo. È palese infatti che, se i processi penali continuano ad essere celebrati per la collettività tranne che per quattro persone, c’è una disuguaglianza nella funzione di diritto-dovere della giurisdizione.
Oltre all’art. 3 Cost, il dibattito verte su altri articoli della Costituzione coi quali il Lodo Alfano sembra in contrasto:
– l’art. 24, per il quale "Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi. La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento".
Risulta in tale modo una doppia limitazione. Da un lato quella del giudice di convogliare le indagini penali in un processo, dall’altra la possibilità per la persona offesa dal reato di poter vedere riconosciuta l’offesa subita in un processo penale e richiedere l’applicazione delle misure cautelari e di sicurezza a sua tutela.
– l’art. 111 comma 3, sulla ragionevole durata dei procedimenti che garantisce specificamente la speditezza del processo e quindi l’effetto di concentrazione che consegue alla continuità fra istruttoria dibattimentale (assunzione delle prove), discussione finale e decisione del giudice. Tale articolo va interpretato in combinato disposto con l’art. 6 della Convenzione Europea del diritti dell’uomo.
L’Italia è già stata duramente sanzionata per la lentezza della giustizia dalla Corte di Giustizia Europea al punto tale da essere "politicamente obbligata" a emanare la legge Pinto sulla ragionevole durata dei processi. – l’art. 112, secondo il quale "il pubblico ministero ha l’obbligo di esercitare l’azione penale" nei confronti di chiunque.
– L’art. 138 in virtù del quale, il "Lodo Alfano", comprimendo diritti fondamentali della persona, avrebbe dovuto essere legge di rango costituzionale e quindi approvata da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi e a maggioranza assoluta di componenti di ciascuna Camera in seconda votazione.
I padri Costituenti conoscevano il delicato equilibrio con il quale aveva visto la luce la Costituzione. Idearono questo articolo proprio per evitare che si facessero delle modifiche in grado di incidere su diritti fondamentali con colpi di mano del Parlamento o del Governo.
In nessuna democrazia è prevista l’immunità temporanea per i reati comuni. Essa è prevista solo nella Costituzione greca, portoghese, israeliana e francese con riferimento però al solo Presidente della Repubblica. Analoga immunità non è prevista per il Presidente del Consiglio e per i Ministri in alcun ordinamento di democrazia parlamentare analogo al nostro.
Il LODO ALFANO è il figlio "evoluto" di un’altra legge denominata LODO SCHIFANI (legge n. 140 del 2003) dichiarata incostituzionale dalla sentenza C.COST n. 24 del 2004. A distanza di cinque anni e in sfregio all’art. 136 . Cost. lo stesso legislatore ci riprova con una norma che mantiene l’impianto del Lodo Schifani. Siccome la Corte Costituzionale gli ha detto che l’immunità a vita non va bene, si accontenta di un’immunità per una sola legislatura?
Mancano poche ore al verdetto della Corte Costituzionale, verdetto su un lodo che e’in contrasto con alcuni articoli della Costituzione, al quale si è arrivati con una legge ordinaria e non con una legge di revisione costituzionale come solitamente è richiesto per le immunità, ma soprattutto che lede il sacrosanto diritto di eguaglianza.
Più volte mi ha deluso la politica e più volte mi ha deluso la giustizia pero’ ho sempre immaginato la Corte Costituzionale incorruttibile, imparziale, in una luce quasi "sacrale". Un organo giudicante al di sopra di tutti gli altri, un organo che spero che oggi non mi deluda.
Se la Corte, dichiarera’ il lodo Alfano conforme al dettato costituzionale beh, varrebbe la pena avere un pizzico di coerenza e cancellare una volta per tutte la scritta "la legge è uguale per tutti" da tutte le aule dei tribunali italiani.
Raffaella Atzori Facoltà di Giurisprudenza – Cagliari
Sapessi quante volte ho appoggiato idee poliche ed era meglio che mi sbattevo la lingua…. vabbè. 🙂
Ciao… a presto. Schhhhh 😉
Si tratta di un’analisi estremamente corretta e difficilmente contestabile.Potremmo essere fiduciosi se ogni tanto non ci assalisse un dubbio sui “reali motivi” per cui Berlusconi, parte in causa, è stato invitato a cena da un Giudice Costituzionale.Ed era presente un altro giudice della Consulta ed il ministro Alfano, e cioè “il giudicato”!Questo è un momento in cui “i lodi vengono al pettine” e quando uno è un corruttore acclarato, come nel caso del lodo Mondadori, noi possiamo temere di tutto!
da quando la legge è uguale per tutti?Da quando c’è di mezzo Berlusconi che dà fastidio alle sinistre? La corte costutizionale,ma chi ha fiducia di qualsiasi capoccione?
Io magari sbagliando metto tutti sullo stesso carrozzone,magistrati,giudici e sopratutto i politici,ma che la piantino una buona volta e incomincino a governare l’Italia che sarebbe meglio invece di mettercela tutta per arrivare al trono,che si mettano tutti insieme a governare un saluto Ida
LA LEGGE NON E’ MAI STATA UGUALE PER TUTTI,SOLO CHI HA I SOLDI PER UN BUON AVVOCATO PUO’ SPERARE DI VEDER RICONOSCIUTI I PROPRI DIRITTI E NON FINIRE IN GALERA.