Il mio armadio è particolare. Non per come è esteticamente ma per ciò che contiene.
Quando faccio il cambio di stagione, ogni volta mi viene un attacco di nostalgia.
Ho qualche capo che continuo a conservare perchè rappresenta una parte della mia vita.
C’è il mio primo abito da sera, quello che misi per il primo saggio di canto al Conservatorio di musica.
Mi viene in mente quanto fosse forte l’emozione di quel giorno, entrando in palcoscenio e vedendo tutta quella gente, davanti a me, che aspettava solo che io aprissi la bocca!
Le gambe mi tremavano e come in un sogno mi osservavo dal di fuori. Liberatorio è stato però il momento degli applausi .
Il mio maestro di canto mi venne incontro abbracciandomi e ringraziandomi per avergli dato una grande soddisfazione professionale.
Avevo superato il primo grande ostacolo della mia vita d’artista.
Rovistando ancora nel armadio trovo poi il vestito premamma.
Il ricordo sempre vivo del periodo della gravidanza.
Impossibile sbarazzarsene!
Fanno capolino poi diversi abiti un po’ datati ma che ricordano quanto fosse buffa la moda passata: i pantaloni a zampa ricamati (tornati e ripassati di moda) simbolo della mia adolescenza negli anni settanta), le tute superaderenti con spalline spaziali e i mini abiti con pantacollant (che ultimamente stanno tornando di moda) rappresentanti gli anni ottanta.
Ho poi invece un abito che mi ricorda la sera che uscii per la prima volta col mio futuro marito.
Non faceva altro che riempirmi di complimenti per come mi stava.
Ho pensato che fosse esagerato ma a me faceva piacere comunque.
Per il resto, il mio armadio è normalissimo, ha anche quattro ampi specchi che , ahimè mi ricodano giornalmente quanto sia impietoso il tempo che passa.
Cara Otto, ho appena rimesso nell’armadio l’abito del concerto di stasera per infilarmi il mio caldo pigiama in pile. Non so se per te è lo stesso ma tornare nei “propri panni” e come udcire dal personaggio che ibterpretiamo con il nostro lavoro sul palco. Comunque condivido ogni pensiero che hai scritto soprattutto i primi abiti da sera: mi sono portata dall’armadio di mia mamma a Roma, tre gonne che mi fece lei per i miei primi concerti. Avevo 15 anni e 60 di girovita!!! Ora ho raddoppiato ma non potrei mai seperarmi da quegli abiti, anche se sò che anche se dimagrissi, non potrei mai più tornare a quelle misure. Me li sono portati da Roma, dunque, per fargli cambiare aria e poi mi giustifico dicendo che avendo una figlia femmina, potrabbe un domani indpossarli lei, no??? pensa