L’INVIDIA

E’ il peggiore e meschino dei sentimenti.

Considerato dalla Chiesa cattolica uno dei sette vizi capitali, fra di essi, è il più deprecabile.

Non occorre scomodare S. Agostino per affermarlo: dichiarò che l’invidia è il peggiore dei peccati.

Probabilmente perché è l’origine di molte gravi azioni comportamentali, dalla mancanza di rispetto e amore per i genitori e per gli altri, al furto, menzogna, calunnia, tradimento, omicidio.

“E’ un sentimento subdolo perché lo si nasconde, non è quindi così evidente, come possono esserlo la gola, o la superbia, o l’accidia…”

Ho sentito esprimere quest’ultimo concetto da un sacerdote durante un dibattito in TV.

Io, pur concordando genericamente, affermerei anche il contrario: l’invidioso è perfettamente riconoscibile… sarà forse che alcuni, e tremendi, li ho conosciuti e riconosciuti.

Osservate bene il vostro interlocutore, quando gli raccontate di un vostro successo, o gioia, o fortuna insperata.

Se il viso gli si contrae e le labbra gli restano serrate, non c’è problema perché l’invidia è dichiarata. Se invece sorride, nel tentativo di nascondere il proprio malessere ( l’invidia logora e fa stare male), potrebbe sfuggirvi il sentimento negativo di chi vi sta di fronte.

Ma osservate bene quel sorriso: è tipico e inequivocabile.

L’invidioso stira le labbra e scopre i denti, spesso al massimo dell’ostentazione di cordialità, ma gli occhi, guardate gli occhi: lo sguardo è freddo, gelido, torbido e … senza sorriso.

Non si sono equivoci: l’invidioso sorride solo con la bocca, ma non con gli occhi.

A parte la sorpresa e la delusione ( anche il dispiacere, se gli volete bene), constatando quell’atteggiamento in chi credevate amico, ricordate che, dei due, chi sta peggio, è l’invidioso.

 L’invidia ingrassa chi la riceve”.

Allora speriamo ( e molti concorderanno) di non suscitare troppa invidia.

A questo punto vorrei fare una riflessione, che contrasta con quanto affermato da quel sacerdote in TV ( mi spiace non ricordare il nome). Salvo una mia sbagliata interpretazione del suo pensiero, diceva che desiderare di avere il benessere o la fortuna altrui, dal bene materiale a quello sentimentale, è già invidia e quindi… peccato.

Non sempre è così, io penso. Si può gioire del bene di un amico e nello stesso tempo desiderare un bene analogo, o semplicemente pensare “piacerebbe anche a me” senza per questo voler togliere all’amico quanto ha realizzato, o non gioire della sua fortuna, o capacità.

L’esempio più eclatante è quello della salute.

Si può essere felici di quella degli altri e nello stesso desiderarla per sé, se non c’è, senza augurare il male. E così via, dell’allegria, dell’ottimismo, di una vacanza in giro per il mondo, di una bella casa se vivi in un buco d’affitto.

C’è chi pensa che l’invidia sprigioni una forza negativa che può nuocere, senza parlare, a chi crede al malocchio.  

Quelli che ci credono, e spero siano pochi, sappiano che l’unico antidoto è l’indifferenza e … il non crederci, appunto.

Marzia Plumeri

aprile 2003

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3 Responses

  1. l’invidia è pericolosa perchè l’invidioso è capace di fare del male nel tempo… con parole e azioni e i peggiori fanno della loro esistenza obbietivo di distruzione della vittima designata…

  2. Stavo dicendo, prima che tu cancellassi “barbaramente” 🙂 l’articolo con tanto di mio commento annesso… machettefrega non curarti di nessuno e parlo in generale.
    Sì l’invidia è una brutta bestia (senza offesa per le bestie, sai qui sono tutti animalisti), dicevo l’invidia è una brutta cosa, ma stavo facendo una riflessione profonda: perché i vizi “capitali”? Mica stanno solo da me nella Capitale i vizi, vabbè che ci sto io il vizioso per antonomasia ehehehe sto scherzando.
    Comunque tra le brutte cose io annovero anche il vedere l’invidia dapertutto (del tipo uno rompe=allora è invidioso) e non sto parlando di te… 😉
    ciao

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