Era una spendida giornata di luglio e un sole che si rifletteva brillando nel mare piatto.
Non tirava un filo di vento quando si decise di fare una gita nella barca dei nostri amici.
Una bella barca a due alberi, attrezzata di tutto.
La zia della nostra amica aveva preparato un pranzo ricco e gustoso a base di pasta alla polpa di riccio e frutti di mare. Le premesse, perchè la gita fosse preparata al meglio, c’erano tutte.
Io e i miei amici Andrea, Vanna, Loreta, Sandra, Antonella, Giorgio avevamo deciso di prendere il sole distesi ascoltando della buona musica. Altri avevano pronte le canne e i vermi per tentare una pesca d’ alto mare.
Siamo partiti da Cagliari verso Nora .
Mancava poco alla meta quando ha cominciato a sollevarsi un venticello piacevole inizialmente ma più insistente man mano che passavano le mezzore.
Il mare, che alla partenza era veramente una lastra di cristallo, ha cominciato ad incresparsi proprio quando la nostra barca si trovava ben lontano dalla costa. Sono nata in mare e fin da piccola i miei genitori mi hanno insegnato come riconoscere i venti e le correnti marine.
Tutti i bambini come me, a due anni sapevano già nuotare perchè si passavano almeno tre mesi (dalla fine delle scuole) in spiaggia e in mare.
La mia esperienza infatti , al sollevarsi di questo vento non mi faceva presagire nulla di buono.
Improvvisamente , dall’altro lato della barca, vedo i miei amici agitati e , con l’arrivo di un’onda più grossa uno dei due alberi con vela si spezza e sfiorando un nostro amico, si riversa nel mare.
La paura comincia a diffondersi ma i padroni della barca ci invitano a tenere la calma.
La barca però comincia ad inclinarsi verso un lato in quanto l’albero spezzato con la vela ha cominciato a colmarsi d’acqua.
Però, come in tutte le storie a lieto fine, vedo improvvisamente circondare la nostra barca di tante altre barche, piccole e grandi che, come una grande famiglia hanno dato una grande sostegno materiale e morale a tutti noi. Infatti alcuni sono scesi in acqua avvicinandosi e , insieme ai più esperti hanno sganciato la vela evitando quindi di far rovesciare lo scafo.
Infine poi, è stato attivato il motore che ci ha riportato verso Cagliari.
Al nostro arrivo al porto, la prima cosa che ho visto in lontananza è stato il santuario della Madonna di Bonaria, famosa per la protezione che riserva a tutti i marinai che partono. Ho sentito dal profondo del cuore di ringraziarla per lo scampato pericolo.

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5 Responses

  1. Descrizione perfetta di una giornata memorabile!
    Che paura!!!Io sarei morta! ho paurissima dell’acqua alta! Com’è la polpa di riccio di mare? non l’ho mai assaggiata!
    Buona giornata!

  2. brrrr…!!! che paura!
    Meno male che è passata ed è finita bene =)
    buona giornata
    Camp*

  3. Una gita spensierata in barca è proprio ciò che mi servirebbe per rilassarmi, possibilmente senza naufragio. Ciao. 🙂

  4. Che giornata, eh??? Ne so qualcosa… Avevo vissuto qualcosa di simile in barca con i miei una domenica di qualche estate fa…
    Ad ogni modo… Ah, come amo il mare!!!
    Ti abbraccio! Come va?

  5. Accidenti che avventura!! Spero non ti sarai spaventata più di tanto!!
    Il mare è davvero imprevedibile!!
    Però pure la montagna non è certamente facile e può nascondere aspetti imprevisti importanti.
    Penso comunque che i tuoi amici saranno stati preparati ad evenienze di questo tipo!
    Almeno spero!!
    Ciao.
    berardo

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