Sembra incredibile ma domenica mattina, io e la mia famiglia ci siamo recati al terreno che mio padre ci lasciò quando morì.
Un terreno vasto e incolto. Un pezzo di macchia mediterranea , così detta perchè comune a quelle terre che circondano appunto il mar Mediterraneo.
Mio padre ebbe a sua volta questo piccolo colle da suo padre.
Non se ne prese cura tant’è che si rischiava di perderlo.
I soliti avvoltoi confinanti hanno iniziato ad appropriarsene. E’ vero, non si puù fare nulla, ma i frutti naturali di questa terra si possono comunque raccogliere e parlo del mirto, da cui si può fare l’ottimo liquore che ci invidiano in tutto il mondo, e i corbezzoli .
Qualche volta si trovano anche funghi ed asparagi. Comunque, a parte queste piante ho voluto provare a coltivare le patate.
Tenete conto che io non sono nè un contadino e nè un’esperta . L’unica cosa che so fare è innaffiare quando mi ricordo i fiori del balcone.
Avevo due patate vecchie nel cestino di cucina che ormai avevano germogliato. Ho pensato che piantandole così forse si sarebbero sviluppate.
Ho zappato con fatica un fazzoletto di terra, togliento praticamente solo pietre, ed ho infilato alla bell’e meglio le patate germogliate.
Domenica scorsa, appunto ho voluto vedere se le patate avevano attecchito
Erano passati poco più di due mesi.
Inizialmente ho avuto una delusione, m’è sembrato di vedere una piantina secca . Poi però, scavando , ho trovato una patatina nuova.
Che gioia vedere questo frutto in una terra arida e incolta! Penso che riproverò anche se, senza acqua (si va infatti verso il clima arido)sarà difficile farne una vera e propria coltivazione.
Ma la gioia provata nel vedere questo piccolo frutto mi ha aperto ancora di più lo sguardo verso il <bSignore che ringrazio anche per questi regali della natura.

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